Fortunatamente, siamo sempre più consapevoli che i bambini non si educano con le sculacciate. Abbiamo già avuto modo di affrontare questi temi in uno dei nostri post precedenti: capita spesso di perdere il controllo, ma il senso di colpa che ci assale dopo aver alzato anche solo un dito sui nostri bambini ci conferma quanto sia sbagliato.
È piuttosto facile identificare la violenza fisica e, perciò, anche condannarla. Esistono, però, ferite che non rimangono sulla pelle, che sono più profonde e, perciò, meno visibili, ma talvolta non si rimarginano mai, rischiando di condizionarci tutta la vita. Uno schiaffo sappiamo cosa sia, una sculacciata o uno scapaccione anche. Più difficile, invece, è comprendere come anche le parole possano provocano dolore.
Qualche esempio?
• Un semplice avverbio può trasformare poche parole in una condanna. Magari non pensiamo davvero che nostro figlio sia un incapace, ma, se abbiamo l’abitudine di rimproverarlo dicendogli: “Ma è possibile che sbagli SEMPRE tutto!” o “Non capisci MAI niente!” o “Ma non sai NEMMENO fare questo!”, generalizziamo un errore del momento, emettendo un giudizio che trasmette mancanza di stima e fiducia in assoluto.
• Rispondendo ad un bambino che ci chiede aiuto “Ma come? Non sai farlo? È così facile!”, lo umiliamo.
• Se interveniamo ad ogni tentennamento o errore di nostro figlio, dicendogli “Meglio che lo faccia io”, lui penserà che lo riteniamo un incapace.
Non esiste solo la violenza fisica, dunque, ma anche una violenza più subdola, perché non facilmente riconoscibile né da chi la fa (che talvolta pensa perfino di agire a fin di bene), né da chi la subisce. Addirittura, il bambino potrebbe convincersi di meritare un tale MAL-trattamento e, anzi sentirsi in colpa, non potendo accettare che i genitori -che lui ama incondizionatamente- gli facciano del male.
Ecco la VIOLENZA PSICOLOGICA: ripetuti episodi di ricatti psicologici, manipolazioni, indifferenza, incuria, ostilità, mancanza di adeguati scambi emotivi e di ascolto dei loro bisogni o anche totale rifiuto.
Attenzione, perché, non volendo, magari anche noi a volte assumiamo con superficialità alcuni atteggiamenti apparentemente innocui, che alla lunga, invece, diventano distruttivi e andrebbero assolutamente evitati.
Alcuni esempi:
• Paragonare il nostro bambino ad altri è sbagliato. Evitiamo di dirgli: “Vedi com’è bravo il tuo cuginetto!” e non mostriamoci delusi se prende un brutto voto o non vince una gara. Non deve mai dubitare del nostro amore, né pensare sia legato ai suoi successi.
• Etichettare un bambino contribuisce a farlo sentire “diverso”. Evitiamo di dirgli “cattivo”, “ignorante” o “timido” e di screditarlo, soprattutto pubblicamente. Che assurdità, poi, deridere un maschietto definendolo “femminuccia” solo perché, magari, è molto sensibile o piange spesso o definire una bambina “maschiaccio” solo perché le piace giocare a calcio o odia le gonne!
• Anche se il bambino si comporta in modo sciocco o sbagliato, non definiamolo “sciocco” o “incapace”, ma limitiamoci a criticare il suo comportamento e non lui.
• Non minacciamo di picchiarlo, mandarlo in collegio, non volergli più bene, andare via, chiuderlo in una stanza al buio (sapendo che ne è terrorizzato) o altre cose simili. Anche se, magari, non lo faremmo mai veramente, non sono frasi piacevoli da sentirsi ripetere e poi hanno forse valore educativo? Non intimoriamolo neppure dicendo che, se sarà monello, se lo porterà via un mostro, l’uomo nero (perché poi la pelle scura dovrebbe far paura?) o i carabinieri (perché poi dovrebbe aver paura di chi ci protegge ogni giorno?). Qualche punizione può anche servire, ma mai deve sfociare in maltrattamento psicologico o far leva su paure o punti deboli del bambino.
• Dire sempre “Dopo” o “Aspetta” o far finta di ascoltarlo, ma ignorarlo ripetutamente continuando a fare altro equivale ad un calcio nel sedere. Il bambino deve capire che noi abbiamo anche altro da fare, ma non sottovalutiamo né banalizziamo i suoi tentativi di coinvolgerci e stare con noi. In fondo, possiamo sempre trovare cinque minuti da dedicare alle coccole o a ridere insieme di cosa ha combinato stamattina il compagno di scuola, anche se abbiamo una montagna di panni da stirare o un lavoro importante da finire.
• Evitiamo toni alti e aggressivi. Conosco una ragazza ormai adulta, che ancora oggi trema se sente gridare, perché traumatizzata dalle aggressioni verbali subite da piccola. Mette tristezza, ma anche rabbia vedere come queste ferite rendano fragili per sempre…
• No ai ricatti affettivi. Non proviamo ad impedire a nostro figlio di fare qualcosa che non condividiamo, facendolo sentire in colpa. “Come puoi farci questo? Noi ti vogliamo bene! Abbiamo fatto tanto per te!” e allora? Nostro figlio non è una nostra proprietà e, se davvero gli vogliamo bene in modo sano, mettiamoci da parte e, con discrezione e amore, sosteniamolo sempre e comunque, senza pretendere nulla in cambio.
Quali sono le conseguenze della violenza psicologica?
Per esempio: problemi scolastici o alimentari, difficoltà nei rapporti interpersonali, scarsa autostima, atteggiamento apatico e privo di entusiasmo nell’affrontare la vita.
Noi genitori abbiamo un’enorme e meravigliosa responsabilità nei confronti dei nostri figli, le cui vite sono inevitabilmente condizionate dai nostri comportamenti e dalle nostre scelte. Non dimentichiamolo mai.
Per approfondire:
Brassard Marla R., Germain Robert, Hart Stuart, “La violenza psicologica contro bambini e adolescenti”, Armando Editore, 1993
photo credit: iStock.com/Nastia11
26 Comments
Sei preziosa Mariapaola, grazie!
Chiedo a voi per capire se davvero sono io ad esagerare o ho ragione nel dire che vivo una situazione di merda. Certo, ovviamente ci sono persone che stanno molto peggio di me, ma questo non toglie che io stia male, e che forse stia impazzendo.
Tra qualche giorno faccio 18 anni. I tanto sognati 18, quelli in cui avrei presto tutto e me ne sarei andata per conto mio. Ok, già con il passare degli ultimi mesi avevo capito che quella era solo una fantasia, ma la realtà non si avvicina minimamente alle aspettative per un così importante evento.
Sto da 4 anni insieme ad un ragazzo che amo tantissimo, credo sia il mio alter-ego maschile ed è l’unico essere vivente di cui mi importi realmente qualcosa, perchè con gli anni sono diventata un’insensibile e cinica fino al midollo. Tutto è proceduto bene per i primi anni; qualche mese fa, però, ho litigato con i miei genitori e mio padre mi ha alzato le mani pesantemente, procurandomi anche alcuni segni di sangue pestato vicino al labbro superiore oltre che alla mia dignità di persona capace di intendere e di volere. Quando l’indomani il mio ragazzo ha visto i segni, è voluto andare a parlare con i miei. La situazione è degenerata quando mio padre ha negato di avermi alzato le mani e il mio ragazzo ha minacciato di sporgere denuncia (so che non avrebbe dovuto farlo, ma se avesse portato a termine ciò, i miei genitori sarebbero stati rovinati). Da allora, dopo avermi per l’ennesima volta preparato le valigie inutilmente, hanno liquidato la questione vietandomi di vedere questo ragazzo, pur consapevoli che io l’avrei fatto di nascosto. E quindi, da diversi mesi vivo questa stupida storia clandestina, che non ha modo di risolversi se non separandomi dai miei o dal mio ragazzo, perchè i miei mi hanno detto che non potrò frequentarlo finchè non avrò un lavoro e potrò gestirmi da sola. Benissimo! Peccato che prendono tempo con stupide scuse e non mi permettono di cercare un lavoro, in più non sono nemmeno libera di fare una passeggiata in paese per sbollire dopo una lite, anzi, sono costretta (come adesso) a stare tutto il giorno chiusa in camera a piangermi addosso.
Ho tendenze autolesioniste, forse per mancanza di autostima, perchè i miei non hanno mai accettato il mio modo di pensare (magari un po’ più aperto rispetto alla loro mentalità) e di vestire, facendomelo pesare sempre come un problema grave: per due anni mi sono tagliata, poi per smaltire il nervosismo ho cominciato a fumare; prima sigarette e adesso, quando ne ho la possibilità, fumo una canna appena mi passa l’effetto della precedente, per evitare l’ansia. Ho smesso di tagliarmi dopo aver conosciuto il mio ragazzo, che mi ha anche convinta più volte a non fuggire da casa mentre ero già dietro la porta con la borsa in spalla, e che mi ha sempre spinta a ragionare quando avevo fatto un torto ai miei genitori.
Loro sanno di tutto questo, ma piuttosto che affrontarlo e preoccuparsene, preferiscono negare tutto; e guai a chi glielo ricorda! I miei problemi non esistono, i tagli ai polsi che mi avvelenano le giornate nel tentare di nasconderli non si vedono, il fatto che non riesca a tenermi degli amici perchè non posso frequentarli come fanno tutti non è un problema grave. Fatto sta che da quattro anni soffro di depressione, insicurezza, manie suicide e demotivazione in tutto. Così, ho deciso di scappare via. So che dovrei prima trovare un lavoro, ma fino a che sarò qui, non me lo lasceranno cercare. Ho provato a parlare con loro seriamente, a stabilire un dialogo concreto, ma tutto ciò che sanno fare è negare e parlarmi come se fossi una bambina incapace. Non ho nemmeno un posto dove stare, perchè non ho amici stretti o parenti di cui mi fidi e non posso coinvolgere il mio ragazzo e la sua famiglia peggiorando la situazione. Voglio che capiscano cosa significa perdermi.
Non vi chiedo di compatirmi, né cerco un giudizio. Vorrei solo sapere se esiste una forma di tutela per queste situazioni e se c’è qualche istituzione a cui possa rivolgermi per un aiuto.
Ciao Barbara
le tue parole ci hanno toccato molto. Da quello che possiamo comprendere della tua storia non pensiamo affatto che tu stia esagerando ma sicuramente crediamo che sia un bene per te parlare con qualcuno, rivolgerti a chi può aiutarti. Ti scriviamo in privato, se per te va bene, per offrirti un aiuto.
Un abbraccio
sono in una situazione del genere desidero aiuto
Ciao Giuseppe, ti scriviamo in privato
vorrei sapere anche io cosa posso fare, mi ritrovo in una situazione molto simile anche se non voglio spiegare di più adesso ma in privato, non so bene chi chiamare o come intervenire la situazione va avanti da anni e diventa insostenibile
ciao Andrea, se ti va scrivici in privato, la nostra mail è info@mammeacrobate.com, cercheremo di darti il nostro sostegno!
ciao….ne sono vittima da quando sono nata…da allora fino a pochi minuti fa quanto mia madre,senza alcun motivo, mi ha chiamata dicendomi che secondo lei io sarò una fallita a vita perchè ho paura di rapportarmi con le persone migliori di me..ripeto senza alcun motivo..e questa è una delle tante…mi acusa di essere una persona triste che emette solo tristezza…mi dice che i parenti le dicono che io faccio parte di sette sataniche dove scrivo messaggi di morte per lei (le sette sataniche virtuali onestamente mi mancavano) e sempre insulti,insulti,insulti…senza motivo…io ormai non sono più capace di sorridere,di affrontare la vita,non sono mai stata in grado di socializzare con gli altri perchè li ho sempre visti così diversi da me..loro e le loro famiglie…boh…sono una vita rovinata…
[quote name=”M.”]ciao….ne sono vittima da quando sono nata…da allora fino a pochi minuti fa quanto mia madre,senza alcun motivo, mi ha chiamata dicendomi che secondo lei io sarò una fallita a vita perchè ho paura di rapportarmi con le persone migliori di me..ripeto senza alcun motivo..e questa è una delle tante…mi acusa di essere una persona triste che emette solo tristezza…mi dice che i parenti le dicono che io faccio parte di sette sataniche dove scrivo messaggi di morte per lei (le sette sataniche virtuali onestamente mi mancavano) e sempre insulti,insulti,insulti…senza motivo…io ormai non sono più capace di sorridere,di affrontare la vita,non sono mai stata in grado di socializzare con gli altri perchè li ho sempre visti così diversi da me..loro e le loro famiglie…boh…sono una vita rovinata…[/quote]
Ciao M.
fa male leggere parole come le tue, indubbiamente stai soffrendo molto e vorremmo capire se possiamo, in qualche modo, esserti di aiuto… Ovviamente la cosa che mi sento di consigliare è di parlare di questa tua tristezza e condizione con qualcuno che ti possa aiutare a comprenderla e a gestirla… Tu non lo specifichi, ma hai mai pensato di parlarne con un esperto/psicologo?
Se vuoi scrivici in pvt a info@mammeacrobate.com
Un abbraccio!
Ciao mamme acrobate, sono anche io una mamma forse un pò meno acrobata di voi ma piena di problemi da affrontare. Se avrete un pò di tempo e vorrete, ho lasciato l’indirizzo del sito e del blog dove sto raccontando la mia storia. Cerco un sostegno psicologico, aiuto morale e consigli. Oramai la stanchezza ha preso il sopravvento ma continuo a lottare con quel pò di forze che mi sono rimaste. Vi ringrazio comunque per l’attenzione prestatami e se non vi dispiace vorrei aggiungere il vostro link nel mio blog. Potrebbe essere d’aiuto ad altri. A presto.
Il blog è:
http://spazio.libero.it/margherita.lotti/
sono d’accordo! Verissimo. L’ho subito da piccola e ancora adesso. Sono andata via da casa a 18 anni e mai avuta voglia di tornare. Ancora oggi continuano, mi feriscono tutte le volte, mi portano via la poca autostima che riesco a costruirmi. Il rigurgito più grande da quando sono diventata mamma… ma una cosa l’ho imparata. Non farò gli stessi errori con i miei figli, anche se, potete immaginare, il mio comportamento – troppi baci troppi abbracci troppi complimenti (anche se sono una criticona!) – sono naturalmente motivo di critica continua. In realtà no ne sono ancora uscita, sicuramente si ripercuote sui rapporti interpersonali… quando ho provato a parlarne con qualcuno sono andata in depressione a forza di tirare fuori casi e effetti… odio i genitori, anche giovani, che si comportano così con i propri figli.
Pingback: Mio figlio dice le bugie
Pingback: 5 cose da fare per stimolare l'autostima nei bambini
L’unica soluzione è andare via da casa…e vi spiego perchè…quando vi fanno i ricatti emotivi…si instaura un “gioco perverso” sanno che stai a casa…e più di tanto non puoi fare…specialmente sei sei un tipo “sensibile”…poi se non hai un lavoro…e diventi una succursale economia e morale…ti affossano a loro piacimento…io individuo due cause: Femminismo (e sopratutto riguardo la madre-padrona…il dialogo e tempo perso…e alzare le mani è sbagliato…LO SANNO ALLA PERFEZIONE…e affossano il figlio cullandosi su questo)…il retaggio cristiano(onora il padre e la madre)quindi se il figlio è particolarmente buono e sensibile…sfruttano questo a loro “vantaggio”…altra cosa…è la minimizzazione della gravità….non esistono leggi a riguardo….una “piccola” critica al sito…se la colpa è dei genitori perchè consigliate lo psicologo ai figli??? ecco il madornale errore…e la maledizione continua
praticamenre la descrizione del rapporto con mio padre. complimenti, credo non manchi proprio nulla!!!
Ciao…sono separata e miei figli vivono la violenza psicologica da parte del padre…ho bisogno di sapere come posso prottegere bambini…aiutatemi per favore…lidia
La famiglia è per me un luogo mostruoso. Padre violento fisicamente e verbalmente. Madre che mi ha sempre riempito di insulti, ricatti affettivi, colpevolizzazioni per rendermi funzionale ad ingoiare la violenza verbale e psicologica loro e di mia sorella che ha scaricato su di me, con la benedizione di mia madre, le sue frustrazioni. Così ho incamerato il loro odio che è diventato quello ora nutro per me stesso. Anche le donne sono imbottite di violenza perversa e la immettono a piene mani nella famiglia, distruggendo la vita ai figli. Ottime complici dei mariti violenti che si scelgono. Alla faccia delle vittime.
Capisco appieno. Inizio della soluzione l’allontanamento fisico e psicologico.
Salve.Io sto vivendo una situazione oramai divenuta insostenibile con due genitori sadici e egotisti.Non ho mai accettato che I miei genitori se non fossi stato come volevano loro sarebbero arrivati a voler distruggere la mia vita.Mi hanno ingannato usando la mia fiducia nei loro confronti.Se ci fossero soluzioni anche di ordine legale per cortesia necessiterei sapere.Queste persone sono male puro.
Ciao Gianni, ci dispiace molto leggere le tue parole e la tua sofferenza… Se ti va scrivici in privato a info@mammeacrobate.com così proviamo a metterti in contatto con il nostro legale.
Buona giornata
Salve a tutti,non so se è stata anche colpa mia per il fatto che sono sempre di natura stata sognatrice e svogliato che portava i miei sempre a sottostimarmi. Questo giudizio poi da me stessa è stato anche notato nelle agenzie secondarie di socializzazione. Questo ha comportato un nn pochi problemi, perché per gli altri sono inetta e incapace io ho bassa stima di me quindi mi rivedo molto nei giudizi dati da entrambe le agenzie d socializzazione e vorrei cambiare ma nessuno sembra capire in primis la mia famiglia che mi ha sempre svalorizzato dicendo che non so far nulla etc … Purtroppo più di una volta mi viene detto e mi fa sentire inferiore, triste e diversa e nn so cm uscirne
Sono Elisa mamma di due bambini che amo oltre me stessa vivo in una realtà agiata è da fuori pare tutto bellissimo invece non è così.Questo è il quinto anno che vivo in questo castello dorato che mi ha tolto tutto intendo i miei risparmi è la mia personalità sono svuotata di ogni cosa.Ma parliamo di lui il mio compagno e il padre dei miei bambini un’uomo ricco perseguitato dall’ordine dalla pulizia che pretende che tutto sia sempre perfettamente in ordine e conservato che nota anche se le sedie cambiano la loro posizione ,tanti troppi gli sfoghi verbali che mi scarica addosso con ira incontenibile e io mi sento sempre più debole e in dovere di proteggere questi bambini che tanto abbiamo messe voluto.Come posso orientare il futuro con queste premesse per sopravvivere ma sopratutto per far crescere serenamente i miei piccoli gioielli
Leggo un sacco di storie terribili e la mia sembra un po’ scioccherella. Ormai sono grande, ma sono stata per anni schiacciata dai genitori e le loro critiche continue. C’erano le critiche dirette soprattutto sull’abbigliamento e sulle mie frequentazioni e poi i “ma e i peccato che” quando una vera critica sarebbe stata ridicola. “Sei graziosa, ma sei bassa/non hai proprio tette/hai un brutto naso/il mento sporgente” oppure “peccato che non hai studiato di più avresti potuto prendere 30 (magari era un 28)” o “sei intelligente, peccato che non hai memoria/non sei brava in matematica” o “brava perché hai vinto il concorso, peccato che non sei più alta in graduatoria”. E poi c’é il continuo pensare di fare taaanto per me e che non faccio nulla per loro. Oggi ho chiesto a mia mamma l’ultima volta che mi ha fatto un favore e non le veniva in mente nulla dopo un anno e mezzo fa. Stranamente a me vengono in mente una decina di cose dell’ultimo mese. Fortunatamente ho avuto accanto persone meno egoiste che hanno una bella opinione di me e mi fanno complimenti senza ma e soprattutto che danno in proporzione a quel che ricevono.
Mi chiamò chiara mio padre quando viene mi tratta male e molto nervoso io sono stufa del suo atteggiamento nervoso ogni volta ci si vede passa quasi un anno non è che mi dice andiamo a bere un caffè vengo a trovarti purtroppo
… per la festa del papà mio figlio ha scritto una poesia al padre … tutto bello ciò che scrive di lui ma a fondo pagina quel ” mio padre mi difende dall’ira di mia madre” mi ha messa in ginocchio .
Ho tre figli separata da 5anni, il padre per niente presente, mi vede a lì sente solo una volta a settimana, Zero mantenimento e a farmi crescere in tutto sono sola!!!
Tutti e tre mi danno delle belle soddisfazioni sia nella scuola che bello sport … uno diverso dall’altro quindi, io molto attenta a fare loro un insegnamento giusto e non scivolare in atteggiamento che possano recare loro dei danni (in tutte le forme).
Parlo molto con loro e loro somi molto legati a me tanto da sentirne la mancanza quando vanno dal.padre!!!
Certo anche io da mamma lavoratrice perso il controllo ma non ho mai tentato di trasferire ai miei figli la rabbia che ho mai confronti del padre insegnandogli di volerlo sempre bene e comunque!!
Ora …leggo nella poesia di mio figlio quanto scritto sopra e non so più a che pensare e dove sto sbagliando
Anch’io sono stata vittima della violenza psicologica dei miei genitori nei miei confronti. Purtroppo ho scoperto che nella mia famiglia questa violenza viene considerata normale e legittima, e va avanti da almeno tre generazioni. La mia vita ne è stata distrutta, ho passato decenni in cura da psicologi, neurologi, psichiatri senza alcun risultato. A complicare le cose c’è il fatto che risulto affetta da sindrome di Asperger, diagnosticata solo 2 anni fa. Ora ho 50 anni, non ho mai avuto un compagno, né figli, né amici, né un lavoro. Da due mesi sono diventata senzatetto, vivo per strada e dormo in macchina, temo che non passerò quest’inverno. Mia madre si rifiuta di aiutarmi e, tramite un’assistente sociale, sto presentando al giudice la richiesta di mantenimento. Ma credo che nel frattempo sarò già morta. Ho raccontato la storia della mia vita e della mia famiglia in una sorta di romanzo familiare che ho pubblicato in un blog. Se mi è permesso vorrei lasciare l’indirizzo precisando che non è a fine di lucro e non c’è pubblicità. Il blog si chiama: ilcoraggiodivolersibene.blogspot.com
Grazie
Patrizia