Io e nonno W abbiamo cercato di trasmettere alle nostre figlie la passione per i viaggi. Quella passione che ti vive dentro ed esplode quando metti piede in un paese straniero o comunque nei tanti bellissimi luoghi italiani lontani da casa nostra.

Quella passione che ti fa provare curiosità, ti fa conoscere il bello, il folklore, le opere d’arte, la storia e soprattutto ti fa incontrare persone nuove con cui condividere sorrisi, strette di mano e… possibilmente qualche parola.

Ora naturalmente cerchiamo di fare altrettanto con i nostri nipoti.

Ci siamo posti l’obiettivo di visitare una città assieme a loro una volta l’anno.

Abbiamo aspettato che arrivassero entrambi ad un’età che permettesse loro di apprezzare quanto di bello avremmo visto e via. Per ora abbiamo visitato assieme Venezia e Pisa, città che anche agli occhi dei bambini riservano magiche visioni.

Per la prossima città abbiamo già delle richieste precise da parte loro: Micro vuole andare a Napoli “perché nonna ti assicuro è proprio una bella città” mentre Macro vuole andare a Barcellona “perché c’è uno stadio bellissimo e hai visto mai che incontriamo Ronaldo”.

La domanda che vi vorrei porre è questa: è bene abituare i bambini fin da piccoli ad allontanarsi dalla vacanza classica villaggioconpiscina – spiaggiaattrezzata – bagnoegiochiinspiaggia – passeggiatinaserale per introdurli ad un tipo di vacanza viaggio per vedere-imparare-conoscere?

È indubbio che la seconda è decisamente più impegnativa e forse dispendiosa ma… mi pare evidente per quale parteggio io!

Durante i miei viaggi ho incontrato molte coppie con bambini piccoli al seguito: alcuni annoiati, stanchi, infastiditi, altri interessati, contenti. Chiaramente sta ai genitori fare scelte ad hoc. Impossibile imporre a dei bambini di 8/10 anni tutta la Galleria degli Uffizi e pretendere la loro attenzione, avreste già perso in partenza (parlo per esperienza: eravamo in quattro adulti con quattro piccoli marziani dai 4 agli 11 anni. Era una corsa ad accaparrarsi le poche sedie disponibili in ogni sala!).

Non esiste un’età giusta per incominciare a portare i bambini in giro per il mondo. Esistono solo luoghi più o meno adatti e comportamenti più o meno idonei. In ogni giornata è indispensabile mettere cultura, interessi e divertimento.

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Vi propongo una riflessione di Valentina Stella (autrice del romanzo Il resto è ossigeno) in viaggio a Lisbona con le sue due bambine di 7 e 2 anni.

Valentina scrive sulla sua pagina Facebook:

Viaggio con le mie figlie perché amo viaggiare e perché ho la fortuna di poterlo fare, certo. Ma lo faccio anche perché “todos estamos aqui”, e siamo  tutti connessi. Dagli oceani, dalla storia, dalle parole. E perché voglio che capiscano che non c’è un mondo solo, il loro piccolo mondo quotidiano fatto di riti e regole precise. Voglio che imparino a osservare chi vive in modo diverso, voglio che si innamorino della novità e degli imprevisti. Voglio che imparino a cambiare programma all’ultimo minuto e che non si spaventino davanti a un piatto che non conoscono.
Voglio che diventino viaggiatrici, anche se poi magari non saranno sempre in viaggio.

E voi cosa ne pensate di questa riflessione?

 

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2 Comments

  1. Roberta

    Ciao Nonna Maria!
    Dunque, secondo me bisogna adottare un po’ il metodo del bastone e la carota. I miei hanno 5 e 3 e fin’ora ammetto che abbiamo fatto sempre vacanze alla loro portata, ma sto solo aspettando che anche il piccolo arrivi ai 4/5 anni, poi vorrei abituarli a viaggiare. E dico proprio viaggiare, non arrivare. L’ultimo anno il grande dopo il 3 giorni di mare si lamentava della routine. E per me che con i miei ho sempre viaggiato è stata una goduria. Ma, come dicevo prima sta tutto nelle proporzioni. Non pretendero che camminino per due settimane in giro per le città di mezza europa ma magari dopo una giornata a Parigi potrei offrirgli un giro a disneyland paris, o dopo i castelli della loira qualche gg di mare (giusto per fare un esempio) Oppure penso alla grecia, stupenda da visitare ma qualche giorno di quel mare stupendo non lo negherei! Bellissima la frase di Valentina ” voglio che si abituino agli imprevisti”. Ci vorrei riuscire anche nel quotidiano visto che appena aprono gli occhi al mattino iniziano a chiedermi cosa facciamo dopo e dopo e dopo!!!!! Vorrei la formula magica!
    Un bacio nonna Maria!

    • Nonna Maria

      Hai ragione da vendere Roberta. L’importante è aspettare il momento giusto, scegliere il luogo giusto e soprattutto riservare, durante il viaggio, dei momenti e dei luoghi a misura di bambino. L’importante poi è abituarli alla curiosità.