Storia di federicaOggi vi raccontiamo la storia di una mamma straordinaria, che ha scelto di dedicare la propria vita a donare la vita. E’ una storia di dedizione, fiducia, coraggio…e di una grande Fede. E’ la storia di Federica, otto volte mamma.

Raccontaci qualcosa di te: chi era Federica prima di diventare moglie e mamma?

Per motivi di lavoro di mio padre, ho vissuto all’estero dall’età di 6 anni fino ai 18.

Questo mi ha permesso di imparare cinque lingue, tra cui il turco e il greco, senza fare troppa fatica, ma soprattutto di vedere posti bellissimi e divertirmi molto.

Quando sono venuta a studiare a Milano, a 18 anni, ho dovuto ambientarmi e imparare bene l’italiano, perché avevo frequentato la scuola francese e con gli amici parlavo inglese o francese; l’italiano lo parlavo raramente a casa con i miei genitori.

 

Diciamo che mi sentivo straniera nel mio paese d’origine e speravo di andarmene via dall’Italia al più presto.

Ma non è andata, o meglio, non doveva andare così. Infatti nel giro di pochi anni mi sono diplomata alla Scuola Interpreti e ho trovato lavoro.

Tuttavia quello che ha cambiato in modo significativo la mia vita  è stato, a 20 anni, il fatto d’iniziare, casualmente, un cammino di fede in una parrocchia di Milano, attraverso il quale ho incontrato Gesù Cristo e dove ho conosciuto successivamente mio marito.


Come e’ composta oggi la vostra famiglia?

Oggi la mia famiglia è composta da me (42 anni) e mio marito Gianluigi (47) con i nostri otto figli: Matteo (17 ), Davide (15), Luca (13), Giuditta (11), Timoteo (8), Niccolò (7), Francesco (3) e Riccardo (2 mesi).

 

Partiamo dalle origini: la coppia. Tu e tuo marito avete fin da subito condiviso il progetto di creare una famiglia numerosa?

In realtà abbiamo condiviso fin da subito il desiderio di fidarci del Signore, certi che Egli aveva preparato per noi il miglior progetto d’amore; questo comprendeva e comprende tutt’ora l’apertura alla vita.

 

Qual e’ il ruolo tuo e di tuo marito nel gestire il menage familiare? Come vi dividete i compiti?

Durante la settimana Gianluigi esce di casa verso le otto e accompagna i piccoli a scuola prima di andare al lavoro. Purtroppo non riesce a fare di più perché spesso torna a casa molto tardi, quando ormai i bambini hanno  cenato e sono pronti per andare a letto.

Nel week-end cerca di dedicarsi ai bambini/ragazzi come può, seguendoli nei vari sport o semplicemente portandoli al parco o a fare shopping.

Diciamo che il suo ruolo principale (a livello pratico) è quello di portare a casa lo stipendio e, di questi tempi, non è poco. Io mi occupo di tutto il resto: faccende domestiche, spesa, compiti…

La domenica mattina è dedicata alla trasmissione della fede, compito importantissimo che assolviamo insieme e in cui è coinvolta tutta la famiglia; facciamo le lodi, ascoltiamo i ragazzi e diamo loro una parola per aiutarli nelle loro difficoltà…


Potete contare su aiuti esterni?

Viene ad aiutarmi una donna delle pulizie due mattine a settimana e per le emergenze possiamo contare sui nonni.

 

Ci racconti brevemente una tua giornata tipo?

Mi alzo alle 7.15 e preparo i piccoli per mandarli a scuola (vestiti, colazione..).

Alle 8.15, quando sono usciti tutti, se Riccardo è tranquillo, faccio colazione, faccio le lodi e inizio a sistemare la casa, a cominciare dai nostri 9 letti!

Poi passo al bucato e tra un poppata e l’altra, si fanno le 12.30, ora in cui incominciano a rientrare i ragazzi che vanno alle superiori. Preparo il pranzo e fino alle 14.30 la cucina rimane aperta

Dalle 15.00 alle 15.30 cerco di riposare. Alle 15.45 vado a prendere Francesco a scuola e alle 16.30 Timoteo e Niccolò.

Il pomeriggio accompagno i bambini alle varie attività extrascolastiche. Alle 19.00 preparo la cena e li metto a tavola.

Alle 21.00 metto il pigiama a Francesco e i piccoli si preparano per andare a letto.

Nel frattempo rientra a casa Gianluigi. Gli servo la cena, sistemo la cucina e, se non abbiamo impegni dopo cena, mi siedo sul divano e mi addormento.

 

Ognuna di noi almeno una volta a settimana pensa “Non ce la posso fare a fare tutto”…capita anche a te? (dicci di sì!!)

Assolutamente sì!! Gli attacchi di panico sono all’ordine del giorno, soprattutto se ci sono imprevisti o appuntamenti straordinari. Tuttavia si riesce sempre ad arrivare alla fine della giornata senza grossi problemi e in questo la preghiera aiuta e allevia la fatica, dando un senso anche a giornate assurde in cui altrimenti ti sentiresti una specie di automa…

 

Storia di FedericaCosa ne pensano i vostri ragazzi del fatto di avere tanti fratelli?

Forse bisognerebbe chiederlo a loro…Comunque mi sembrano contenti di fare parte di una famiglia numerosa, anche se a volte vorrebbero avere più spazio e più tempo dedicato a loro. Fortunatamente frequentano spesso figli di altre famiglie numerose e questo li aiuta a non sentirsi “diversi”.

 

Qualcuno di loro ha mai desiderato di poter stare un po’ da solo o di avere la mamma tutta per se’? In quei casi come fai?

Certamente capita che ognuno di loro manifesti, a modo suo, il desiderio di essere al centro della mia attenzione, o di quella di Gianluigi. In quei casi, se lo riteniamo opportuno e compatibilmente con tutto il resto,  cerchiamo di dedicare loro del tempo in più. Si fa quello che si può.

 

Il tempo, nemico acerrimo di ogni mamma. Riesci ad organizzarlo in modo da averne a sufficienza per ciascuno figlio?

Faccio quello che posso, senza farmi venire sensi di colpa. Anche perché credo che ognuno di loro sia stato accolto come dono, parte di un progetto di amore molto più grande di noi. Se ci fossimo basati sulle nostre capacità educative e organizzative, a stento saremmo arrivati a due figli.

Se Dio ce li ha mandati nonostante tutte le nostre inadeguatezze, avrà fatto bene i Suoi calcoli; sapeva fin dove saremmo arrivati, al resto ci penserà Lui!

Credo tuttavia sia fondamentale fare il possibile affinché ognuno di loro venga educato alla fede perché tutti possano ricevere la vita eterna.


I figli più grandi vi aiutano con i più piccoli? Come interagiscono tra loro?

Raramente i grandi si offrono volontari per aiutarmi con i piccoli, tuttavia se ho bisogno del loro aiuto  sono quasi sempre disponibili. Tra di loro si comportano come tutti i fratelli: a volte giocano, si aiutano, spesso litigano o discutono…

 

Avete assegnato anche a loro dei compiti “domestici”? In che modo vi aiutano?

Per anni abbiamo provato a fare delle “tabelle dei compiti” ma purtroppo a casa nostra non hanno mai funzionato, per vari motivi che non sto qui ad elencare…

Adesso quello che dico sempre ai miei figli è che dovrebbero cercare di tenere in ordine le loro cose ed essere autonomi nello studio; questo sarebbe già un bell’aiuto.

 

Siamo molto curiose di sapere come riesci ad organizzare alcuni momenti “topici” della giornata: l’uscita mattutina, il bagnetto dei piccoli, la cena…

Mi ricordo che i primi anni di matrimonio, quando avevo 3 o 4 figli, era un delirio; ero molto stressata e non riuscivo quasi a  godermi i miei figli, perché tutto doveva essere “perfetto” avevo un sacco di schemi su come dovessi essere io, mio marito, i miei figli, la mia casa….  credo di aver rischiato l’esaurimento nervoso.

Adesso, dopo 18 anni di matrimonio e 8 figli sto imparando a chiudere un occhio su tante cose e vedo che sono più serena, un po’ meno esigente con me stessa e con gli altri, anche se il cammino di conversione è ancora lungo. Per esempio metto in conto che dopo il bagnetto ci sia mezzo bagno allagato e non mi altero più di tanto se, a turno, preferiscano cenare con pane e prosciutto anziché con quello che ho preparato…

 

Quali sono i principi, i valori, lo stile di vita che cercate di trasmettere ai vostri figli?

Cerchiamo di trasmettere loro la fede cattolica e cioè l’amore di Dio Padre, manifestato in Gesù Cristo, suo figlio, morto e risorto per donarci la vita eterna.

 

Quali sono state, se ci sono state, le principali difficolta’ che avete incontrato nel gestire una famiglia cosi’ numerosa?

Le difficoltà sono quelle che incontriamo tutti nella quotidianità, però moltiplicate.

Provate a pensare a cosa succede quando puntualmente a dicembre qualcuno porta a casa il virus intestinale… Poi ci sono le “gite” al pronto soccorso, gli interventi chirurgici (ad oggi 2 appendicectomie, 1 ernia inguinale e un varicocele)…

A tutto questo aggiungerei le difficoltà economiche. Come saprete, in Italia non esiste una politica a favore delle famiglie numerose (siamo i peggiori in Europa) e spesso, oltre a non essere sostenuti, veniamo penalizzati rispetto ad una famiglia “normale”.

In pratica con lo stipendio di Gianluigi, se avessimo solo 2 figli, vivremmo da nababbi mentre ci sono stati periodi in cui abbiamo fatto molta fatica ad arrivare alla fine del mese.

Negli anni tutte queste “prove” ci hanno comunque fortificati e in particolare la precarietà economica ci ha permesso di sperimentare la Provvidenza in modo concreto e tangibile.

 

Quali i momenti piu’ belli e indimenticabili?

I momenti più belli sono i momenti in cui siamo tutti insieme in comunione ed armonia. Anche solo il fatto di vederli tutti seduti intorno al tavolo durante il pranzo domenicale mi riempie il cuore di gioia.

 

Quale credi che sia il valore aggiunto di una famiglia numerosa rispetto a una piu’ standard?

La famiglia è una piccola comunità dove ognuno impara a relazionarsi con gli altri e, se la famiglia è sana, anche ad accettarsi e volersi bene. E’ un po’ come una palestra di vita che ci prepara a vivere in società.

Da questo punto di vista la famiglia numerosa essendo composta da più soggetti, ci porta a vivere a stretto contatto con più persone, molto diverse tra loro e diventa una  palestra “meglio attrezzata” che dovrebbe insegnare ad essere più pazienti  e più tolleranti con gli altri.

Inoltre penso che sia più bello condividere la gioia, e meno pesante sopportare la sofferenza, se si è in tanti.

Cosa avete che gli altri non hanno?

Il salmo 126 dice:

“Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza. Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici.”

 

Per me questa parola è vera perché ogni figlio è un memoriale dell’amore che Dio ha per me e di come Egli opera mirabilmente nonostante la mia debolezza; nei momenti bui della vita questi memoriali sono armi formidabili che aiutano a non perdere la fede e la speranza.

 

Storia di FedericaCome ti sembra sia accolta dalla societa’ una scelta di fecondita’ come la vostra?

Di solito ci dicono che siamo coraggiosi, a volte fuori di testa.  Ma devo dire che veniamo generalmente guardati con simpatia.


Ti senti generalmente piu’ appoggiata o giudicata?

A volte appoggiata, a volte giudicata.

 

Quali sono i tuoi sogni per il futuro? Come ti vedi da qui a…diciamo 20 anni?

In questi anni ho imparato a non fare progetti a lungo termine perché il cristiano è chiamato a vivere l’oggi in pienezza.

In fondo se 10 anni fa  mi avessero detto che avrei avuto altri 4 figli sarei rimasta terrorizzata. Oggi sono molto contenta che ci siano.

Tra 20 anni non saprei…se qualcuno mi dicesse che passerò il mio tempo ad occuparmi dei miei 10 nipotini, mentre i miei figli vanno al lavoro, credo che non farei i salti di gioia… chissà magari invece tra 20 anni sarò felicissima di essere ancora lì a cambiare pannolini…!

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1 Comment

  1. Grazie per la testimonianza e grazie per il titolo dell’articolo che trovo molto esauriente rispetto al suo vero contenuto. La parte che mi è piaciuta di più è “La famiglia è una piccola comunità dove ognuno impara a relazionarsi con gli altri e, se la famiglia è sana, anche ad accettarsi e volersi bene. E’ un po’ come una palestra di vita che ci prepara a vivere in società.
    Da questo punto di vista la famiglia numerosa essendo composta da più soggetti, ci porta a vivere a stretto contatto con più persone, molto diverse tra loro e diventa una palestra “meglio attrezzata” che dovrebbe insegnare ad essere più pazienti e più tolleranti con gli altri.
    Inoltre penso che sia più bello condividere la gioia, e meno pesante sopportare la sofferenza, se si è in tanti.” Quello che sperimento ogni giorno! Complimenti ancora!