Ed ecco che il nostro pancione sta per scoppiare… è proprio arrivato il momento, il nostro cucciolo è curioso di vedere il mondo.
Aiuto il parto!
Siamo abituate a sentire il racconto del parto da amiche che raffigurano e descrivono spesso tragedie, ma avete mai chiesto alle vostre nonne?
La maggior parte racconterà l’esperienza come la cosa più naturale del mondo… nessuna odissea!
Prima che toccasse a loro avevano già respirato l’emozione della nascita di un bambino, magari avevano assistito una zia o una cugina, oppure semplicemente erano nella stessa casa quando la luce accarezzava per la prima volta il viso di un nuovo piccolo componente della famiglia.
Le nostre nonne non erano agitate, ansiose o spaventate, loro erano felici e rilassate ma soprattutto consapevoli. Questa consapevolezza rendeva il tutto più semplice e meno doloroso.
Ma cos’è il parto?
Semplicemente un’esperienza d’amore.
Sicuramente ricorderete la vostra prima esperienza con un uomo, si proprio quella! Un po’ dolorosa ma bella…
Ecco come dovrebbe essere vissuto il parto, con l’eccitazione della prima volta, con la partecipazione attiva della mamma, con la consapevolezza che ci aiuta a rilassarci, pronte a vivere serene questa esperienza unica.
Un parto vissuto come dolore d’amore ci lascerà soddisfatte e ci darà la carica per entrare nel meraviglioso mondo delle mamme.
In ospedale non permettiamo che siano altri a decidere per noi, consapevolezza e partecipazione dovrebbero accompagnare ogni gesto. Per la nostra esperienza d’amore luci soffuse e la posizione che più preferiamo sono un ottimo punto di partenza.
Il nostro corpo è dotato di tutto quel che serve per affrontare il momento del parto e la maggior parte delle volte non è necessario nessun intervento medico, non è necessaria la stimolazione con ormoni sintetici e soprattutto l’uso di anestesie, inoltre spesso non serve la rottura delle acque o l’episiotomia ma solo un po’ più di tempo.
Siamo noi a dover partorire e con questo non intendo dire che siamo in grado di sostituire ginecologi e ostetriche, dico solo che il loro ruolo dovrebbe essere quello di collaborare con noi al nostro parto e le decisioni prese in ogni momento andrebbero concordate.
Non è necessario essere delle tigri che difendono se stesse e il proprio piccolo, anche se questa immagine non mi dispiace per niente, ma a volte bastano due semplici domande:
E’ proprio necessario?
Ma non si può aspettare ancora un pò?
Sicuramente ci saranno dei momenti durante il parto in cui non saremo molto lucide ed è per questo che è molto importante avere ben in mente che tipo di parto vorremmo poter vivere ed è importante che tutto ciò sia chiaro anche a chi (marito o mamma che sia) starà accanto a noi in quel momento, insieme dovremo essere pronti a difendere le nostre aspettative.
La mia esperienza d’amore:
36 ore in ospedale con le acque rotte, 15 ore di dolori d’amore, poi la meravigliosa sensazione di poter aiutare il mio piccolo a scivolare verso il suo nuovo mondo e…i meravigliosi occhi di mio figlio in cui leggere un intero universo…poi fame, stanchezza e un enorme senso di appagamento!
4 Comments
Leggendoti mi sono commossa… io ripenso tante volte al mio parto… è stato davvero un “dolore d’amore” che ricordo con nostalgia! Un momento unico di amore, potenza e felicità!
Anche io lo ricordo con tanta nostalgia. Il primo parto fu un cesareo x’ Camilla era podalica. Ci sono stata tanto male all’idea di non poter partorire naturalemnte, era il mio sogno. Poi fortunatamente è arrivato Marco e con lui ho potuto provare questa grande emozione. Il mio parto è durato poco, sveglia alle 5 ed è nato alle 11,20. Quando sono uscita dalla sala parto mi sentivo invincibile, volevo alzarmi, fare tutto da sola. Poi il giorno dopo mi faceva male dappertutto, ma ero tanto tanto felice di aver provato questa esperienza!
Sia con la prima gravidanza che ora con la seconda c’è sempre qualche mamma che mi sconvolge con racconti di parti impossibili. Ore e ore di travaglio, stanchezza, dolori terribili, una mia cara amica sostiene di non volere un secondo figlio perchè il parto è stato un trauma troppo grande per lei.
Quando sento questi racconti ammetto che non riesco a comprenderli fino in fondo e quando racconto la mia esperienza mi sento dire “sei stata fortunata”, “che meraviglia, magari fosse vero”.
Certo, non ho partorito senza dolore, ma del mio parto conservo dolo il magnifico ricordo del mio cucciolo quando l’ho sentito uscire e me l’hanno subito messo in grembo: aveva gli occhi spalancati sul mondo e mi sembrava già “grande”! è stata un’emozione immensa che ha cancellato ogni altra cosa.
I punti di sutura dopo il parto mi hanno fatto malissimo, ma il dolore passava ogni volta che stringevo il mio piccolo al seno per la poppata.
Partorire è una cosa naturale nel 90% e forse più dei casi, forse è questa medicalizzazione del parto che rende tutte un po’ troppo insicure e paurose di fronte al dolore.
che bel post!
“… Le nostre nonne non erano agitate, ansiose o spaventate, loro erano felici e rilassate ma soprattutto consapevoli. Questa consapevolezza rendeva il tutto più semplice e meno doloroso…”
Sto lavorando proprio su questo!!
Molto presto noi donne ci riapproprieremo di questa serenità, sicurezza e consapevolezza e ci prepareremo ad affrontare quest’esperienza esattamente come “madre natura” aveva “programmato”!