L’Europarlamento ha approvato il 20 ottobre scorso la proposta legislativa di Edite Estrela che prevede, per tutti gli Stati Europei, l’aumento delle settimane minime di congedo di maternità per le madri da 14 a 20 (in Italia, lo precisiamo, sono già garantite le 20 settimane, quindi non cambierà nulla) e, qui sta il vero traguardo, l’introduzione di 2 settimane di congedo obbligatorio retribuito al 100% per i papà (anche per coppie non sposate). Per l’Italia questa novità è particolarmente importante dato che nel nostro Paese per i papà non è previsto, attualmente, nessun congedo obbligatorio ma solo la possibilità di usufruire del congedo parentale pagato però al 30%, motivo per cui i padri italiani che decidono di stare un po’ a casa con i figli piccoli sono davvero una esigua minoranza. Altri interventi proposti puntano a garantire alle donne, prima e dopo la nascita del bambino, il mantenimento del posto di lavoro e il recupero completo del ruolo precedentemente occupato.
Leggendo i vari articoli che annunciano le importanti decisioni prese a Strasburgo, sono rimasta colpita da un paio di frasi pronunciate dalla socialista portoghese Edite Estrela, che si è detta orgogliosa di aver aperto la strada alla cancellazione di questa «discriminazione contro gli uomini». E’ credo la prima volta in assoluto che sento parlare di “discriminazione verso gli uomini” e credo che già solo questo concetto, che in Italia manca totalmente, sia sufficiente a far capire come ancora nel nostro Paese la paternità sia vissuta come un qualcosa di altro e distante dalla maternità, non diritto ma un optional.
«Non è accettabile che le famiglie vengano penalizzate per il fatto cha abbiano dei bambini – ha continuato la Estrela (che pagherei perché venisse al Parlamento italiano) – I figli sono una ricchezza per l’Europa, che ha un problema di diminuzione del tasso di natalità».
Che questa proposta legislativa (che vuole stabilire le regole minime a livello europeo, mentre gli Stati membri resterebbero liberi di introdurre o mantenere i regimi di congedo più favorevoli alle lavoratrici di quelli previsti dalla direttiva) sia il primo passo verso un cambiamento di mentalità riguardo a maternità e paternità anche nel nostro Paese? Io lo spero fortemente.
5 Comments
Buonasera. tra poco sarò mamma e vorrei sapere a chi mio marito si deve rivolgere per avere le due settimane di congedo della quale parla l’articolo se al datore di lavoro oppoure all’imps o q qualsiasi altro ente.
Vorrei sapere a chi rivolgermi e in particolare se farlo prima o dopo la nascita del bambino poichè sono prossima alla scadenza del tempo previsto per il parto.
La ringrazio anticipatamente
Cara Maria, la proposta legislativa è stata approvata dal Parlamento Europeo ma deve ancora passare per il Consiglio Europeo ed essere successivamente recepita dagli Stati membri (tra cui l’Italia)
Purtroppo non è una cosa immediata, credo ci vorranno mesi prima che entri in vigore.
In bocca al lupo, un caro saluto.
ah ok grazie comunque per le informazioni. crepi il lupo
Ciao Manuela
sono pienamente d’accordo con te!
Come Working Mothers Italy abbiamo sostenuto la campagna per far passare questi emendamenti in Parlamento Europeo ed è stato un bel primo traguardo.
Volevo aggiungere una NOVITA’ importante anche PER LE MAMME:
saranno retribuite dall’80% di prima al 100% durante il periodo di CONGEDO di MATERNITA’!
ci sono molte che ne usufruiranno…. 🙂
Sono convinta che solo attraverso un processo di responsabilizzazione e condivisione con il papa’ del ruolo di genitore nonchè dei relativi carichi familiari sia arriverà a far comprendere anche in ambiti professionali che non si tratta più solo di un problema delle mamme ma delle famiglie e quindi dell’intero sistema paese.
A presto!
Maria
Per non parlare che ci sono anche parecchi sondaggi sull’argomento..io ne ho scoperto uno a premi..mah..sembra un modo leggero di affrontare la questione!
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