Nel corso del mio lavoro come educatrice, più volte mi è capitato di partecipare a discussioni su come sviluppare l’autonomia nei bambini, in cui le mamme e i papà mi domandavano cosa poter fare per sostenere i propri figli nello svolgere determinati compiti da soli.

Dalla mia esperienza con le famiglie ho capito due cose fondamentali: la prima, che non esistono ricette universalmente valide e la seconda che non possiamo aspettarci che ad essere autonomi si impari magicamente a un certo punto della  vita solo perché ormai “siamo diventati grandi”.

“A 12 anni deve sapersi rifare il letto da solo, non è possibile che debba farlo io”. Ok, d’accordissimo, ma non va dimenticato che l’autonomia nei bambini è qualcosa che viene acquisita per gradi e che richiede pratica!

Per questo, alla luce di quello che ho imparato osservando le dinamiche delle famiglie in cui ho lavorato e a scuola, oggi vorrei condividere con voi alcune riflessioni su come sostenerli in questo percorso.

Autonomia nei bambini: 5 consigli

Chi ben comincia…

Iniziamo sin da piccoli a coinvolgerli nella cura delle proprie cose, degli spazi in cui vivono e di se stessi. Questo non vuol dire che dobbiamo aspettarci che a 3 anni si rifacciano perfettamente il letto – perché c’è un tempo per ogni cosa, ma soprattutto perché ogni bambino ha tempi diversi nell’acquisizione di competenze – ma possono sicuramente partecipare alla collaborazione familiare con piccoli compiti, come ad esempio mettere a posto i loro giochi o altre attività che pensate possano essere in grado di svolgere.

Un passo dopo l’altro

Imparare a fare le cose è come camminare: prima si va a gattoni, poi ci si mette in piedi, un po’ traballanti e chiedendo la manina, ma poi ci si lascerà andare da soli; all’inizio magari chiederanno un aiuto, ma con la pratica riusciranno nel loro intento e scoprirsi capaci sarà davvero un bella soddisfazione che li gratificherà e aiuterà l’autostima.

Faccio io!

A volte, di fronte a una difficoltà del bambino o perché si va di fretta, capita di interromperli e sostituirsi a loro nell’esecuzione di un compito. Ma così facendo cosa avranno appreso? Ingredienti fondamentali per sostenere motivazione e autonomia nei bambini sono tempo, calma e pazienza. Quando decidiamo di spiegare come fare qualcosa non possiamo dimenticarlo, altrimenti meglio rimandare a un altro momento.

Non sbaglia chi non fa

Questo è un mantra che vale sia per i piccoli che per i grandi. In questo caso la saggezza popolare non sbaglia. Io per prima me lo ripeto spesso quando ho dei momenti di incertezza e lo dico continuamente ai bambini. È importante far capire che sbagliare fa parte dell’imparare. Se la prima volta che mi allaccio le scarpe il risultato non sarà dei migliori, a furia di fare (e sbagliare) ce la farò. Anche perchè per la cronaca TUTTI sbagliamo, adulti inclusi (e menomale).

Bravo!

Lodiamo l’impegno. Se i bambini capiscono che nonostante una cosa non riesca subito, i loro sforzi vengono apprezzati  e noi li sosteniamo, riusciranno anche a gestire meglio le difficoltà che incontreranno nello svolgimento del compito, perché  se il risultato è importante, lo è ancora di più il percorso di apprendimento che viene messo in atto.

Infine, ricordiamoci che non esiste un solo modo di fare le cose. Spesso abbiamo la tendenza di pensare che quello giusto sia il nostro, ma chi lo dice? Ognuno potrà trovare la modalità che più è nelle sue corde, proprio perché la cosa bella del genere umano è che non esiste un individuo uguale agli altri, siamo unici e inimitabili!

photo credit: “Dad, You Are So Weird” via photopin (license)

 

 

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.