Mi chiamo Maria Guglielmina e già il nome la dice lunga circa la mia età.
Sono nata in quel periodo in cui se poco prima era venuto a mancare un nonno o uno zio ti dovevi prendere in eredità il nome. E fa niente se chi era morto era mio nonno e io ero una femminuccia…
Era il 1946. Sono frutto della fine della guerra. Questo non mi dispiace perchè, nonostante tutte le difficoltà, doveva essere un bel periodo per le persone. Uscivano da un incubo durato anni, ritrovavano gli affetti e potevano progettare qualcosa per il futuro: anche avere un figlio.
Mio padre ha fatto il tranviere a Milano sul tram 14 per 40 anni. Ad un certo punto ci aveva fatto credere – a noi bambini – di essere stato eletto “manetta d’oro” tanto era bravo a guidare il tram.
Mamma ha sempre fatto la casalinga e io già da bambina ho capito che quello era il mestiere più impegnativo del mondo. Faceva quadrare un bilancio che di più difficili non ne esistevano.
Ho iniziato a lavorare in ufficio a 16 anni e mi sono sposata con V. che ne avevo 26, non pochi per quei tempi. Ero quasi sull’orlo della zitellaggine.
E’ stato ed è tuttora un matrimonio felice. Felice non significa senza problemi. Ce ne sono stati, eccome. Ma alla base siamo sempre stati noi due e l’abbiamo sempre pensata fondamentalmente allo stesso modo. Abbiamo avuto due figlie che ora viaggiano intorno ai 30 anni. Dopo la nascita della seconda bambina ho lasciato il lavoro. Non ho avuto rimpianti, anzi, ero sicura che dedicarmi a loro mi avrebbe gratificato tanto quanto il mio lavoro, forse di più.
Compito gravosissimo quello di madre ma quanto amore dato e ricevuto.
Ho sempre avuto abbastanza fiducia nelle mie capacità, ho sempre creduto che l’impegno e la testardaggine potessero aiutarmi a superare tutti gli ostacoli. Beh, le figlie mi hanno decisamente spiazzato. Quando sentivo le altre mamme dire che loro capivano perfettamente i motivi del pianto dei loro bimbi andavo in tilt perchè io invece non capivo mai perchè piangessero. Una volta ricordo di aver toccato la fronte di mia figlia perchè sembrava non stare bene e di aver dichiarato che secondo me non aveva assolutamente nulla. Beh, aveva solo 39° di febbre!
Comunque, nonostante tutto, sono riuscita a crescerle (con l’aiuto assolutamente indispensabile e prioritario del loro papà).
Ma eccomi diventare nonna… Da tre anni ho anche un nipotino. Stupendo, simpatico, intelligente, insomma… un “bambino normale“! Mi piace stare con lui, parlare, insegnargli un po’ quello che conosco (o quantomeno cercare di farlo) e mettermi al suo pari nei giochi. Ebbene sì, io con lui mi diverto e non è da poco.
Tra miei amori da qualche anno, ahimè, c’è anche internet! Mi sono subito appassionata a questo strano strumento che prima di accendersi mi chiede come mi chiamo! L’ho usato per lavoro e continuo ad usarlo (assiduamente, NdR) anche oggi che sono in pensione. Sì, mi piace, non mi spaventa, non mi fa sentire minata nella mia privacy, mi diverte. Faccio acquisti, mi informo, comunico con le mie figlie, col mondo, magari da oggi anche con qualcuna di voi.
Sono persino diventata il punto di riferimento delle mie amiche “poco pratiche di navigazione”, sprovviste del mezzo migliore per cercare un libro che non trovano in libreria, la maglietta che il punto vendita non ha nel colore desiderato, il luogo dove danno quel film che vogliamo assolutamente andare a vedere.
Ecco, per me questo è Internet, queste sono le risorse del web. Non è che forse sono per davvero una nonna 2.0?
6 Comments
Cara nonna Maria (o Mariuccia),
sei fantastica!!!! 😀
Un bacione
Sara
Ciao Sara
vogliamo coinvolgere anche Grazia che di sicuro avrà tante cose da dire?
Dai abbiamo bisogno anche di nonne che dicano la loro!
Un bacio
Ciao nonna Maria,
mi farà piacere confrontarmi con te.
Non so se definirmi mamma e nonna un po’ acrobata , di sicuro acrobata tra casa e lavoro a tempo pieno.
Tra essere mamma e nonna c’ è stata quasi una linea di continuità e con tre figli e quasi tre nipoti (uno in arrivo) mi accorgo che non ho smesso, fino a potermene dimenticare, di cambiare pannolini e raccontare fiabe.
La fiaba mi affascina, da piccola ne ho ascoltate moltissime dai nonni e quando ho iniziato a narrarle non mi sono più fermata!
Mi piacerebbe però ascoltarne ancora… che ne dici?
Concordo pienamente sulle fiabe. Mia mamma era negata ma nonna era un portento. Quando ero da lei in estate ogni sera era una nuova fiaba, tutte inventate. Io in questi giorni ho raccontato la leggenda della merla (quella degli ultimi tre giorni di gennaio) e devo dire che il piccolissimo è rimasto molto affascinato.
Poi prendo spunto dalla natura. Per esempio gli uccellini che stanno sui fili della luce in attesa che arrivino tutti per poi partire verso paesi più caldi; oppure le foglie che cadono dagli alberi perchè sono troppo stanche dopo l’estate ma che in primavera piano piano torneranno.
Se ne abbiamo di carine e brevi potremmo “regalarle” alle nostre amiche mammeacrobate!
😀 ma la nonna è un portento!!!
Non sapevo che dietro le mamme acrobate ci fossero persone che conosco molto bene.
Complimenti a voi e alla nonna 2.0
P.S. E’ anche un’ottima praticante yoga!