Nella nostra cultura occidentale vige l’idea che i bimbi debbano dormire tutta la notte senza risvegli. Una neo mamma viene quindi sommersa da mille consigli, spesso non richiesti, che generano ansie e aspettative culturali che sono lontane anni luce dalla fisiologia, cioè da ciò che sarebbe normale aspettarsi da un neonato.
Dormire da soli, tutta la notte e senza richiedere il contatto con i genitori, sono competenze che un bambino raggiunge con il tempo e non devono essere “insegnante“. Forzando queste tappe non rendiamo i bambini autonomi e indipendenti. Noi genitori dovremmo invece essere la loro base sicura alla quale poter tornare ogni volta che hanno bisogno di sicurezza, contatto, amore.
È importante che i genitori siano consapevoli dei bisogni di accudimento dei piccoli, sia di giorno che di notte e che vengano dati loro gli strumenti per gestire l’importante fase evolutiva che attraversa il bimbo da zero a tre anni.
Il sonno dei bambini
Il sonno subisce parecchie variazioni lungo il corso della vita, ma anche nel corso della notte: esistono cicli di sonno che nel bambino durano circa 45 minuti (quello degli adulti è di 90/120 minuti circa) tra sonno R.E.M. e non R.E.M.. Il passaggio da un ciclo all’altro causa dei micro risvegli che gli adulti gestiscono in autonomia, cosa che i bimbi non riescono a fare, per cui chiedono l’aiuto del genitore, tipicamente il seno della mamma per i bimbi allattati che appunto non si svegliano per poppare, ma poppano per riaddormentarsi.
A tal proposito, il latte umano è disegnato apposta per un bimbo che stia costantemente a contatto con la madre e che possa mangiare di giorno e di notte, le caratteristiche proprie del latte materno suggeriscono un rapporto di prossimità con la madre.
Il sonno può essere insegnato?
Possiamo quindi archiviare l’idea che ai piccoli vada “insegnato” il sonno con tecniche o metodi vari, ciò che invece possiamo fare è valutare se il bimbo è sereno o mostra evidenti difficoltà e se la mamma ha bisogno di supporto, spesso noi consulenti, grazie all’esperienza, possiamo consigliare piccoli accorgimenti o cambiamenti che spesso fanno una grande differenza.
A questo punto probabilmente vorreste poter leggere qualche consiglio o almeno un’indicazione a grandi linee, ma questo non è possibile purtroppo. Ogni bimbo è unico ed ha la sua storia, bisogna comprenderla e agire sulle sue relazioni e sull’ambiente, sulle difficoltà che presenta il singolo bimbo. Pertanto anche se spiegassi una delle cause più frequenti che costringe i genitori a lunghi rituali per addormentare i figli, la mia l’indicazione avrebbe senso solo per quella specifica famiglia, non in assoluto.
In generale posso solo consigliarvi di diffidare di chi vuole proporvi un “metodo”, una “tecnica” o anche una “routine” preconfezionata, proprio per i motivi appena spiegati: ciò non terrebbe in considerazione l’unicità della famiglia.
di Barbara Bove Angeretti
Consulente del sonno dei bimbi
Consulente per l’alto contatto e l’educazione empatica
photo credit: 123rf
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