Matrigna fa paura. Lo abbiamo scritto settimana scorsa. E qualcuno ci ha buttato lì un’idea simpatica: perché non fare un sondaggio e trovare un altro nome, magari qualcosa che evochi la dolcezza di una madre (anche se non lo è geneticamente può diventarlo culturalmente), e non le mele avvelenate di Biancaneve?

Tra le proposte che ci sono arrivate c’è: mammastra, mammina, mamma bis, terzo genitore. In passato, dal club delle matrigne di Rossella Calabrò, saltò fuori matrignocca, una crasi tra matrigna e gnocca. Ma anche mamica, mamma amica, o perché no mamela, mamma sorella (se non fosse per l’assonanza con mammella!!).

Voi avete delle proposte? Avete voglia di scriverle? Al prossimo post le proporremo tutte e poi faremo le votazioni!

Permettetemi, oltre al sondaggio, una piccola digressione cultural linguistica. Il dizionario italiano, purtroppo, ci inchioda. In qualità di seconde compagne, o mogli, di uomo con prole diventiamo automaticamente matrigne. Non c’è mai stata alternativa. Nella douce France, per esempio, si dice maratre, che letteralmente è matrigna, ma anche belle mere (che può voler dire sia suocera sia matrigna…). Nei paesi anglosassoni dicono step mother (più colloquiale step mom), che tradotto alla lettera significa madre o mamma gradino, o madre passo, o madre scalino. Non un granché rispetto a matrigna, ma almeno ha dentro la parola mamma.

Perché la verità vera, che nessuna mamma acccetterà mai, ma chi è mamma matrigna sa, è che con i figli dei nostri compagni noi ci comportiamo proprio come mamme. Ma mamme non siamo. Eppure puliamo i sederini, prepariamo le pappe, facciamo le coccole e un giorno forse finiremo anche a farci i dispetti per le attenzioni del papà. Che le figlie femmine, si sa, quando crescono il papà lo vogliono solo loro. E al posto della madre vera, come succede nelle famiglie “normali”, saremo noi la rivale da sfidare.

Proprio come delle vere mamme, che però mamme non sono, ma matrigne sì.

 

photo credit: pasukaro via photopin cc

 

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

7 Comments

  1. Io sono orgogliosa di essere una matrigna. E, se tutte 8o quasi, eh) 😉 le matrigne sono orgogliose di esserlo, apertamente, la percezione del nome cambia e non c’è nessun bisogno di trovare un’alternativa lessicale.Io poi penso che le matrigne NON siano bismamme, o terzi genitori, o nulla di tutto questo: non sono simil-mamme o genitori sostitutivi o di riserva. Sono MATRIGNE, ed è proprio questo ruolo che va riconosciuto. Se non si riconosce, siamo ancora lì a cercare i nomi, oltretutto incasinandoci semanticamente. Certo, è necessario del lavoro per arrivare a riabilitare il termine, ma ci si arriva, se si prende la strada principale, quella più dritta. 🙂 Ah, una precisazione: il nome “matrignocca” saltò fuori, al Club delle Matrigne, ovviamente solo per ridere, per fare una battuta. Gli altri nomi sono stati proposti, anni e anni fa, sul Blog delle Matrigne, o sul blog Mogliastre, quando ancora mi chiedevo se fosse necessario trovare un’alternativa. 🙂

    • Il fatto che anche tu ti sia posta lo stesso dubbio, anni fa, significa che il sondaggio ha un senso! Si vede che matrigna risveglia emozioni ataviche in tutti, donne, madri, matrigne e non. Tu hai concluso che la battaglia da fare è rivendicare quello stato d’essere. Io ho titolato il mio blog mammamatrigna proprio per mettere in luce le due anime. Eppure per le strade, tra le madri e le amiche, trovo molte resistenze. ” Ma tu non sei una matrigna”, mi dicono. Sottintendendo che non sono una strega! Ci sono parole che loro malgrado descrivono molto più di quello che significano. Una signora che è mamma di 2 ragaZzi e matrigna di un altro, che ha sempre vissuto con lei è il padre da quando è piccolo, mi ha detto: “quella parola in casa mia non è mai stata usata”. Forse esagera, però sono convinta che il problema esiste. Forse 80 non bastano. Io direi: che si riapra il dibattito

  2. Mariacristina. Mc

    Propongo: MATRIOSCA perche nella mamma malgrado ciò che appare esternamente, (una sola persona) ce ne sono altre 5 almeno dentro, che la compongono 🙂

  3. ciao Michi!
    la settimana scorsa avevo proposto proprio “bella mamma” alla francese: mi piaceva molto e ritengo molto civile e dolce che sia anche il termine amministrativo in uso, senza connotazioni negative!
    Ma è vero che una perifrasi non è troppo comoda da usare.

    Mi piacciono molto le ragioni addotte per Matriosca, ma sarebbe un po’ buffo e un filo troppo slavonico!

    da antropologo, se posso tirarmela un attimo, non posso che essere d’accordo con te: mamma/papà, in ogni cultura, è la madre/padre culturale e sociale. (Pensa che per i ragazzi berberi del Maghreb il “padre” sociale è il fratello della madre, non il genitore genetico!)

    Comunque come spunto ambiguo vi dico che il matrimonio in antropologia si chiama “allenza”: è bello il concetto di essere “alleati”, non credi?
    Parla di una condivisione quotidiana dei problemi, di una scelta individuale di far propri i problemi dell’altro e degli altri.
    Non è una base più forte, questa, che il semplice dato genetico del cosino-cosina da cui proveniamo?
    a me, quindi, continua a piacere il termine: “mamma”
    La tua miglior alleata.

    un bacio
    ex-figlio; quasi padre

      • naaaa…ti sembra che te lo direi così?

        metaforicamente, uh?
        bacio

  4. Pingback: La stepchild adoption non serve. Parola di mammamatrigna