Parlare di svezzamento sembra cosa banale, ci si aspettano schemi consolidati a cui attenersi, secondo i quali il nostro bambino, attraverso un programma prestabilito, abbandonerà l’alimentazione a base esclusiva di latte (materno o artificiale che sia), per avviarsi man mano verso un’alimentazione, per così dire, “adulta”. In realtà il tema dello svezzamento è un tema delicato, a proposito del quale si affiancano, si contrappongono e si sovrappongono molteplici teorie, che andremo ad esaminare in modo da offrire alle mamme che si avvicinano a questa fase un panorama il più possibile chiaro e completo a riguardo.
Il presupposto sul quale tutti gli schemi di svezzamento si basano è che fino al sesto mese compiuto di età il latte materno costituisce il migliore alimento possibile per il bambino. La sua completezza, i suoi nutrienti e il suo valore psicologico e relazionale fanno sì che non necessiti di alcuna integrazione. Diversamente, il bambino allattato con latte formulato, può anticipare di qualche settimana l’inizio della fase di svezzamento.
Detto questo possiamo procedere con la descrizione dei principali schemi di svezzamento.
Svezzamento classico
Il primo alimento che viene introdotto dallo schema classico di svezzamento, prima dei pasti veri e propri, è la frutta.
Verso il sesto mese (o il quinto nel caso di bambini non allattati al seno) può essere introdotta nell’alimentazione del bambino una “merenda” a base di pera, mela, banana o prugna.
Il frutto deve essere offerto al bambino in piccole quantità, frullato o omogeneizzato. Il primo giorno, se il bambino lo gradisce, saranno offerte un paio di cucchiaiate, per poi aggiungerne qualcuna di giorno in giorno fino ad arrivare ad un vasetto di omogeneizzato o a un frutto intero.
È buona cosa proporre un frutto per volta, con cicli di una settimana ciascuno, in maniera da sviluppare il gusto del bambino e verificare eventuali reazioni avverse, che sono tuttavia estremamente rare.
Dopo alcune settimane dall’introduzione della frutta, sarà possibile sostituire il pasto a base di latte del mezzogiorno con un pasto a base di brodo vegetale. Anche in questo caso, lo schema classico di svezzamento prevede l’introduzione di un brodo a base di carota e zucchina, al quale dopo alcuni giorni sarà possibile aggiungere la patata e con cadenza infrasettimanale altra verdura di stagione. Il brodo sarà addensato con il passato delle verdure usate per farlo e con crema di riso (o mais e tapioca o multicereale) e in seguito con carne liofilizzata (agnello, coniglio), omogeneizzata oppure cotta al vapore e frullata.
Dopo un mese circa dall’introduzione del pasto di mezzogiorno, sarà possibile sostituire anche il pasto della sera con una pappa a base di brodo vegetale, crema di cereali e formaggio fresco (robiola, caprino, ricotta).
Chi allatta al seno potrà continuare ad allattare il proprio bambino su richiesta senza paura di interferire con il nuovo schema alimentare.
Le tappe di introduzione, secondo lo schema classico, sono le seguenti:
- Settimo mese: glutine (pastina, biscottini sciolti nel latte)
- Ottavo mese: legumi (tutti ad eccezione delle fave). Yogurt per la merenda del pomeriggio.
- Nono mese: pesce (da sostituire alla carne nel pranzo o al formaggio nella cena) e carne di manzo o vitello.
- Decimo mese: pomodoro (la classica pastasciutta con sugo di pomodoro fresco bollito e passato) e uovo (sodo, solo tuorlo e a integrazione graduale fino a raggiungere l’uovo intero al compimento del primo anno).
- Dodicesimo mese: lo svezzamento si completa con l’assunzione di latte vaccino che potrà essere sostituito al latte formulato. L’allattamento al seno, potrà invece proseguire.
Autosvezzamento, cos’è e come funziona
Allo schema classico di svezzamento, si affiancano nuove “scuole di pensiero”, la più importante delle quali è senza dubbio quella del cosiddetto “autosvezzamento”.
Autosvezzamento è il termine inesatto ma semplice e immediato, per indicare l’alimentazione complementare a richiesta.
Questo schema non si basa, come quello classico, sui mesi di età del bambino e su tempistiche prestabilite di introduzione degli alimenti, ma al contrario mira ad introdurre i cibi solidi nell’alimentazione usando come metro l’interesse che il bimbo dimostra verso la tavola e verso il cibo, nel momento in cui i genitori pranzano o cenano.
Questo interesse si manifesta attorno ai sei mesi di età, come previsto dallo schema classico, ma può essere presente in alcuni casi un po’ prima e in molti casi un po’ dopo questa soglia di età. Quando il bambino si dimostrerà pronto e mostrerà di voler assaggiare i cibi da noi consumati, sarà nostra premura offrirglieli, senza rigidi schemi alimentari.
Cucineremo per noi alimenti sani e bilanciati, evitando di eccedere nel salare e speziare e offriremo al nostro bambino quello che stiamo mangiando noi.
Secondo i sostenitori dell’autosvezzamento al bambino andrà offerto il cibo a piccoli pezzi, per stimolare la capacità di masticazione e quanto più il piccolo comprenderà che il cibo sazia, tanto più ne richiederà, abbandonando spontaneamente l’abitudine a cibarsi esclusivamente di latte.
Tutto avverrà in maniera graduale. Il bimbo siederà a tavola insieme con i genitori e mangerà, se lo vorrà, quello che i genitori mangiano, abituandosi con i suoi tempi e i suoi gusti al cibo solido.
Gli esperti garantiscono che con questo tipo di alimentazione non vengono aumentati i rischi di allergie ed intolleranze, ma che al contrario una precoce introduzione di un’ampia gamma di alimenti protegga dall’insorgere di questi disturbi.
L’autosvezzamento, inoltre, costituirebbe un importante momento di relazione all’interno della famiglia. Il bambino si sente da subito integrato nella quotidianità dei propri genitori e invogliato alla comunicazione e alla scoperta, come spiegato da questo divertente passaggio tratto dal libro di Gill Rapeley e Tracey Murkett, “Baby Led Weaning”
“Immagina di avere sei mesi: ti stai divertendo a copiare tutto quello che fa la tua famiglia e vuoi afferrare ciò che loro hanno in mano per scoprire che cos’è. Quando guardi i tuoi genitori che mangiano ti affascinano gli odori, le forme e i colori. Tu non lo sai che stanno mangiando perché hanno fame, ma vuoi semplicemente provare a fare quello che fanno loro, qualunque cosa essa sia; è così che impari. Tuttavia, invece di permetterti di unirti a loro, i tuoi genitori continuano a metterti in bocca una qualche poltiglia con un cucchiaino. La poltiglia ha sempre la stessa consistenza, ma il sapore sembra variare: a volte è buono, altre no. Se sei fortunato te la faranno vedere, ma raramente permetteranno che tu la tocchi. A volte sembrano avere fretta, altre ti fanno aspettare prima di darti il boccone successivo. Quando sputi ciò che ti hanno dato perché ti hanno preso di sorpresa (o magari per vedere che aspetto ha) lo raccolgono il più velocemente possibile e te lo rificcano in bocca. Tu non hai ancora imparato che questa poltiglia ti riempie il pancino, così se hai fame ti irriti perché tutto quello che vuoi è una bella poppata. Magari se non hai tanta fame e la poltiglia è buona stai al gioco, ma rimani comunque curioso di sapere gli altri cosa stanno facendo e vorresti che permettessero di farlo anche a te.”
Insomma, qualora questo metodo vi interessi, chiedete innanzitutto informazioni al vostro pediatra di base.
Vi suggeriamo di visitare il forum di www.autosvezzamento.it e di leggere alcuni libri in tema che ben descrivono l’argomento, fornendo interessanti spunti per il quotidiano come ad esempio:
Io mi svezzo da solo di Lucio Piermarini, Bonomi Editore
Austosvezzamento per tutti. Cos’è e perché è davvero per tutti di Andrea Re (www.autosvezzamento.it)
Baby Led Weaning di Gill Rapley e Tracey Murkett
Infine ringraziamo il sito www.autosvezzamento.it per aver fornito parte dei contenuti presenti in questa scheda e per la traduzione del brano del libro sopra riportato.
Svezzamento naturale
Sia che siate propense allo schema di svezzamento “classico”, sia che invece preferiate lo schema di “autosvezzamento”, vi invitiamo ad informarvi sullo stile di vita denominato “green“.
Quando parliamo di stile di vita green non ci riferiamo esclusivamente a uno schema alimentare ma a tutta una serie di virtuose abitudini volte a promuovere una sana alimentazione e il rispetto dell’ambiente e della natura.
Lo stile “green” applicato allo svezzamento implica l’introduzione nell’alimentazione dei nostri bambini di cibi il più naturali possibile, preferibilmente biologici. Nel cucinare per i nostri piccoli (ma anche per noi), siamo dunque invitati ad avere un occhio di riguardo nella scelta della filiera alimentare dalla quale i prodotti che acquistiamo provengono.
Dato che ciascuno di noi è fatto di ciò che mangia, è fondamentale adottare un’alimentazione sana e completa a partire dalla primissima infanzia. Il mercato, con un po’ di attenzione, offre oggi innumerevoli prodotti biologici, reperibili anche nei canali della grande distribuzione. Nelle maggiori catene di supermercati sono presenti verdure, frutta, carni, formaggi e condimenti di origine biologica.
Inoltre, nell’alimentazione specifica per neonati, ci sono ottimi prodotti biologici come creme ai cereali, biscotti e omogeneizzati sia di carne che di frutta, oltre a yogurt biologici di eccezionale qualità e ancor miglior sapore.
La filosofia green ci invita ad evitare gli alimenti sofisticati, merendine, formaggi e salumi confezionati, carni pronte e piene di grassi per offrire ai nostri figli e a noi stessi alimenti di origine garantita e di migliore qualità.
Offrire al nostro bambino una fetta di pane con marmellata biologica richiederà un minuto di preparazione in più che scartare una merendina, ma apporterà al suo fisico più energie e di migliore qualità.
Per chi fosse interessato ad approfondire queste tematiche, consigliamo alcune letture:
Svezzamento secondo natura di Michela Trevisan, Terra Nuova Edizioni
Bambini a tavola. La giusta alimentazione per crescere sani e forti di Gianfranco Trapani – (Salute e natura) editore Brossura
L’alimentazione naturale del bambino di Tiziana Valpiana – Edizioni Red!
Consigli da mamma a mamma sullo svezzamento
Vi diamo alcuni consigli, da mamma a mamma, che a prescindere dal vostro orientamento possono essere utili da tenere a mente:
1) Lo svezzamento deve essere iniziato quando il bimbo è sereno e gode di buona salute. Se il bambino sta soffrendo per i denti, è stato appena vaccinato o malato, lasciate che si riprenda serenamente da questa alterazione, e solo in seguito, proponetegli i nuovi alimenti.
2) Non bisogna MAI forzare il bambino a mangiare. Se il bambino rifiuta il cibo perché non lo gradisce o non ha appetito non bisogna insistere. Il cibo deve essere sempre offerto e mai imposto. Inoltre i bambini hanno una straordinaria capacità di autoregolarsi. Se rifiutano il cibo è senz’altro per un motivo, quindi rispettiamo la loro volontà.
3) Se il bambino non gradisce un cibo o una consistenza (pezzettini, piuttosto che cibo troppo liquido) non è un capriccio. A cicli regolari sarà possibile “riproporre” un alimento inizialmente sgradito. Spesso i gusti dei bambini si modificano e basta un po’ di pazienza per avere buoni risultati. Cercate dunque di assecondare le richieste del vostro piccolo invogliandolo a sperimentare nuovi sapori e nuove consistenze, ma lasciando che sia lui a scegliere cosa gli piace e cosa no.
4) Tutti i cibi proposti prima dell’anno dovranno essere cucinati senza aggiunta di sale, spezie o zucchero e conditi con poco olio extravergine di oliva a crudo.
5) La somministrazione di latte formulato dovrà essere ridotto gradualmente. Sarà possibile offrire al bambino del latte, qualora lo desideri al posto del pasto, in alternativa ad esso.
6) Armiamoci di santa pazienza. Il bambino sperimenta qualcosa di nuovo per lui che potrebbe entusiasmarlo, ma che potrebbe anche non gradire. Quindi lasciamo che si esprima, che sperimenti, che tocchi il cibo, che provi, se lo desidera a toccarlo. Facciamo un respiro profondo e non inalberiamoci se la nostra splendida cucina sarà bersagliata da lanci di pappe e di bibite. Fa parte del gioco…
Svezzamento, cosa fare sempre!
E infine una raccomandazione. Prima di iniziare lo svezzamento del vostro bambino rivolgetevi al pediatra di base. Se intendete intraprendere strade di svezzamento “alternative” documentatevi e discutetene con lui.
Il pediatra conosce vostro figlio, le sue condizioni di salute e i suoi bisogni fisiologici. La sua consulenza è e rimane, comunque, insostituibile e imprescindibile.
E voi quale tipo di svezzamento avete deciso di proporre a vostro figlio?
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14 Comments
Dopo lo svezzamento della mia prima bimba, evento assolutamente traumatico che ancora oggi si ripercuote sulla nostra routine domestica (la bimba ha due anni), con il mio secondogenito seguirò sicuramente l’autosvezzamento lasciando che sia il bimbo a decidere quali sono i tempi migliori per avvicinarsi all’alimentazione adulta.
la mia esperienza di svezzamento è stata molto positiva, sicuramente il mio bimbo ha amato sin da subito mangiare ma devo dire che sono stata ben consigliata dal pediatra. e quindi inserire in modo graduale frutta grattuggiata e poi pappa di verdura (ma non brodo vegetale, direttamente verdure miste prima passate, poi a pezzi sempre più grandi), poco dopo carne a pezzettini, pesce, pastina, formaggio… a un anno mio figlio mangiava esattamente le stesse cose che mangiavamo noi, e soprattutto mai liofilizzati (ma vi pare che si possa dare a un bambino carne essiccata in polvere?!? voi la mangereste?), nè omogeneizzati, nè formaggini o altri alimenti per bambini (pieni di zucchero/sale e addensanti) ma solo ROBA FRESCA. in fondo basta organizzarsi, preparare in anticipo e surgelare, e in generale mangiare tutti in modo più sano. a casa nostra abbiamo sempre mangiato tutti frutta e verdura e alternato carne pesce e formaggi, non gli abbiamo fatto assaggiare dolci e cose zuccherate – eccetto i biscotti – fino a 1 anno, ma ha sempre potuto provare a rosicchiare pizza o pane, il frullatore lo abbiamo usato davvero solo i primissimi giorni. il risultato è un bambino che mangia tutto e sta a tavola con noi.
riguardo al cibo biologico però ho il mio scetticismo. intanto non è scientificamente provato che il cibo biologico sia più nutriente di quello tradizionale. io penso sia solo una questione di marketing. bisogna mangiare sano, prodotti di stagione e soprattutto prodotti buoni. che siano biologici o meno non mi interessa.
[quote name=”Cosmic”]la mia esperienza di svezzamento è stata molto positiva, sicuramente il mio bimbo ha amato sin da subito mangiare ma devo dire che sono stata ben consigliata dal pediatra. e quindi inserire in modo graduale frutta grattuggiata e poi pappa di verdura (ma non brodo vegetale, direttamente verdure miste prima passate, poi a pezzi sempre più grandi), poco dopo carne a pezzettini, pesce, pastina, formaggio… a un anno mio figlio mangiava esattamente le stesse cose che mangiavamo noi, e soprattutto mai liofilizzati (ma vi pare che si possa dare a un bambino carne essiccata in polvere?!? voi la mangereste?), nè omogeneizzati, nè formaggini o altri alimenti per bambini (pieni di zucchero/sale e addensanti) ma solo ROBA FRESCA. in fondo basta organizzarsi, preparare in anticipo e surgelare, e in generale mangiare tutti in modo più sano. a casa nostra abbiamo sempre mangiato tutti frutta e verdura e alternato carne pesce e formaggi, non gli abbiamo fatto assaggiare dolci e cose zuccherate – eccetto i biscotti – fino a 1 anno, ma ha sempre potuto provare a rosicchiare pizza o pane, il frullatore lo abbiamo usato davvero solo i primissimi giorni. il risultato è un bambino che mangia tutto e sta a tavola con noi.
riguardo al cibo biologico però ho il mio scetticismo. intanto non è scientificamente provato che il cibo biologico sia più nutriente di quello tradizionale. io penso sia solo una questione di marketing. bisogna mangiare sano, prodotti di stagione e soprattutto prodotti buoni. che siano biologici o meno non mi interessa.[/quote]
Ciao Cosmic, ho letto con interesse il tuo commento perchè è proprio quello che vorrei fare io e non ho trovato molte persone che la pensano come te e quindi non posso chiedere consigli. La via di mezzo sembra che non la applichi nessuno e invece secondo me è la più corretta. La mia piccola Aurora ha iniziato il brodo con mais e tapioca solo da qualche giorno. Mi daresti qualche info in più del tuo metodo? Tu non hai mai fatto quindi il brodo?E le farine?
Grazie mille!
e se volete saperne di più date un occhiata al primo forum in Italia x http://www.autosvezzamento.it !
a riguardo penso che si debba fare questo tipo di ragionamento: perchè mai le nostre creature, che sono tutte empatia, non dovrebbero sapere loro quando inizaire a mangiare? Perchè mai imporre una tempistica ed una quantità rigida a TUTTI i bambini ugulamente (considerando che lo svezzamento rigido è diverso da stato a stato, a secondo della linea medica…come se tutti i neonati spagnoli avessero le stesse necessità completamente diverse da tutti i neonati scvedesi…) ragionado in questo modo è chiaro che l’autosvezzamento, o meglio il sentire e capire i tempi dei nostri figli è la cosa più semplce e naturale….
io non ho mai pesato una pasta o una verdura e faccio fare a lui. nessun problema di svezzamento, a 11 mesi ancora beve il latte di mamma e mangia 4 o 5 volte al giorno tutto ed è un vitello….a volte mangia tantissimo, a volte quasi niente, a volte salta la cena..ma lui sta bene, lo sento!!!
sono d’accordo con quanto scritto da Daniela. io non sò classificare il tipo di svezzamento che ha seguito la mia bimba ma non mi sono mai posta il problema. Ho iniziato a darle la pappa al settimo mese ma dopo i primi dieci giorni in cui mangiava tutto il piattino e si scolava le tette, è tornata a latte al 100% fino al decimo mese, quando ha iniziato a voler la forchetta e la pasta che io e mio marito avevamo nel piatto. La crescita è sempre stata regolare, ora ha quasi 17 mesi, la allatto ancora a richiesta ed apparecchio anche per lei ad ogni pasto: a volte mangia, altre mangiucchia, altre non ne vuole proprio sapere. Preferisco non forzarla mai, prima di tutto perché non è corretto in quanto vanno rispettati i gusti e in secondo luogo perché non voglio insegnare a mia figlia a mangiare per abitudine andando ad alterare la sua capacità di mangiare quando ha fame.
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Ciao! Io ho avuto tre bambine e ora sono alle soglie del terzo svezzamento e della terza tabella di marcia (abbiamo cambiato casa e pediatra abbastanza spesso). Ogni pediatra ha la sua formula magica ma, secondo me, le mamme devono anche seguire il loro istinto a prescindere dalla rigida tabella di marcia dei medici. Ho capito che gran parte della riuscita dello svezzamento è opera dei piccolini, inutile fare paragoni tra uno e l’altro perché così come il carattere anche il gusto per il cibo è innato. Lo svezzamento è un’avventura incredibile e aggiunge un tassello nel rapporto coi piccolini di casa. Io non vedo l’ora di cominciare 🙂
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