Calendario dell’Avvento di Mamme Acrobate, ecco la storia di Natale del 24 dicembre che potrai leggere insieme al tuo bambino!
I bambini di Nuvolino
C’era una volta una paese incantato chiamato Nuvolino. Si trovava in cielo tra stelle e pianeti, illuminato costantemente dai raggi del sole e dal chiarore della luna.
Nuovolino era popolatissimo; tanti tanti bambini alati rallegravano le giornate saltando con la corda e giocando a nascondino, le nonne dai capelli fioriti lavoravano a maglia sedute sulle sedie a dondolo fluttuanti nell’aria, i nonni seduti al bar a consumare “spumetta bollicinosa” (una spuma ricavata da una dolce erbetta preparata dagli esperti elfi baristi del paese), le mamme e i papà dalle ali di farfalla e dall’animo zuccherino pensavano a far divertire i loro piccoli organizzando giochi di squadra e lezioni di cucina pasticciata.
C’era un’unica cosa che rendeva Nuvolino un paese triste…era l’assenza dei colori!
Tutto era in bianco e nero. Non si potevano apprezzare i vivaci colori di cui ogni singolo componente della città ne era dotato!
Un tempo eccome se esistevano i colori! Tutto era magnificamente brillante e glitterato finchè con il passare del tempo la troppa abitudine a questa bellezza non permise più di apprezzare lo splendore dell’arcobaleno e quindi, senza che nessuno se ne rendesse conto, i colori cominciarono ad affievolirsi fino a diventare completamente assenti.
La popolazione non si rendeva conto del disastro combinato, si abituò rapidamente alla situazione e non cercò mai un modo per rimediare all’accaduto, niente più piante nei vasi perché ritenuto inutile, niente più manutenzione ai giardini per lo stesso motivo ma soprattutto niente più addobbi nelle case, nelle scuole né nei luoghi di ritrovo…addobbi grigi a nessuno interessavano!
Un bel giorno i bimbi dell’asilo decisero di inoltrarsi in un posto sconosciuto, abbandonato in un angolo remoto della scuola e che nessuno aveva mai considerato interessante.
Dietro quella porta non si sarebbero mai immaginati cosa avrebbero trovato…
Scatoloni pieni di palline, striscioni, angioletti, lucine, stelline e tanto ancora!
Non potevano credere ai loro occhi…quel materiale sarebbe diventato loro a tutti i costi, sembrava così divertente poterci giocare!
Decisero quindi di munirsi di olio di gomito e sgomberare la stanza e portare tutto nel loro rifugio segreto, il parco giochi!
Arrivati nel luogo cominciarono ad addobbare un grande abete, i giochi, il vialetto, attirando così l’attenzione dei passanti che vedendo il loro impegno si fermarono ad aiutare, poi ne arrivarono altri e altri ancora finchè il paese intero si ritrovò ad addobbare nuovamente in maniera gioiosa!
Ad un tratto la punta dell’albero cominciò a luccicare, la luce si espanse e come un fiume in piena l’onda luminosa si espanse travolgendo l’intero paese…i colori erano finalmente tornati!
Tutti entusiasti cominciarono ad abbracciarsi, a scambiarsi gli auguri, a ballare e a cantare.
I BAMBINI AVEVANO DONATO LA GIOIA, GUARITO IL PAESE E CREATO IL NATALE!
Storia scritta da mamma Paola L.
La bicicletta nuova
Quell’inverno di tanti anni fa fu il più freddo a memoria d’uomo. Da giorni e giorni nevicava e persino le scuole avevano anticipato la chiusura natalizia. Io trascorrevo le giornate giocando con Marco e Luca, che abitavano nel mio palazzo.
Qualche giorno prima del Natale i nostri discorsi erano logicamente legati ai regali che ci aspettavamo dal caro vecchio barbuto. Nessuno di noi tre ne metteva ancora in dubbio l’esistenza. Avevamo chiesto lo stesso dono: fiammanti biciclette nuove.
Finalmente arrivò la notte della Vigilia. In paese usava lasciare a Babbo Natale qualche genere alimentare di conforto, di fianco al caminetto. In fondo, per lui, era una notte faticosa!
Invece del solito latte con i biscotti avevo avuto una brillante idea. Sapevo che gli adulti bevevano buon vino rosso per riscaldarsi, così scesi in cantina e preparai un bel fiaschetto del vino di papà.
La mattina seguente , sotto l’albero, c’era una splendida bicicletta rossa. Il fiaschetto era completamente vuoto e dentro di me mi rallegrai per la bella pensata.
Improvvisamente squillò il campanello. Era Luca, il mio amico, nonché figlio del nostro portinaio. Con le lacrime agli occhi mi mostrò il suo regalo di Natale: un paio di scarpe nuove.
Naturalmente non realizzai che la sua famiglia aveva sacrificato la bicicletta per qualcosa di più utile. No, pensai che la colpa fosse mia: avevo fatto ubriacare Babbo Natale e per questo si era sbagliato!
Iniziai anch’io a piangere, sino a che arrivò mio papà di corsa. In lacrime gli raccontai cosa avessi combinato. Anche Luca singhiozzava.
Papà rimase un po’ in silenzio poi ci confortò dicendo che sicuramente il regalo sbagliato era finito ad un’altra famiglia della zona e che ci avrebbe pensato lui.
Quella sera, per magia, nell’atrio del palazzo apparve una bella bicicletta nera con un biglietto di scuse di Babbo Natale.
I genitori di Luca erano commossi, ma allora non potevo capire il perché.
Quel Natale fu il più bello della mia vita.
Storia scritta da mamma Cristina R.
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