La mia famiglia è un’impresa. È questo il titolo di un articolo su Vanity Fair che ha attirato la mia attenzione (uno dei tanti per la verità).
Come non condividere… Noi mammeacrobate lo sappiamo bene direi: gestire una famiglia è un’impresa! Solo che in questo articolo si parla proprio di s.p.a. non di “attività titanica cui spesso non segue il risultato sperato…”.
E quindi leggo che l’illuminato Bruce Feiler, columnist del NYT e padre di due gemelle ha scritto con la moglie questo libro I segreti delle famiglie felici in cui illustra dettagliatamente come applicare in famiglia le strategie usate dalle grandi aziende di successo per motivare i propri dipendenti.
Ed ecco come Vanity Fair (in edicola fino al 13 marzo… se volete siete in tempo!) ci aiuta a individuare i primo preziosissimi 7 step da cui partire:
1. Trovare lo slogan giusto: una specie di statuto, marchio di fabbrica, qualcuno lo chiamerebbe pay off!! Loro suggeriscono cose tipo “Amiamo imparare”, “Noi uniamo la gente non la dividiamo”. Io suggerirei “Ricordati che non sei sola” o “Uno su mille ce la fa…”.
2. Brand Identity o Raccontami una storia: ossia condividere con i figli successi e avversità, cosa che indubbiamente accresce il senso di appartenenza. Gli psicologi infantili sostengono che il più importante indicatore del benessere emotivo dei bambini è la conoscenza della storia familiare (bene al secondo in casa mia “avere accesso alla scatola delle caramelle).
3. Niente meeting all’ora di cena. Spesso le cene si riducono in una serie infinita di ordini “mangia, giù i gomiti dal tavolo, giù i piedi dal tavolo, giù dal tavolo…”. Ok le regole ma 10 minuti di sano dialogo e poi liberi tutti evitano forse una buona dose di stress (che sempre le statistiche dicono raggiunga il picco proprio tra le 18 e le 20). Io questo punto lo giro anche al mio capo…hai visto mai….
4. Salario: a ciascuno il suo. Invece della paghetta, salario: retribuzione a fronte di compiti svolti. Di questa cosa abbiamo già detto la nostra in questo post sulla paghetta. Ma voi siete liberi di dire la vostra.
5. Promozioni: ok dai, qui è facile. Decidere regole chiare su premi e punizioni pare aiuti a diventare indipendenti e responsabilizzarsi (magari chiedo comunque un commento a Maria Paola)
6. Team building: l’importante è partecipare. Ecco, questo forse è il punto che mi vede più d’accordo ma mentre (cito) i developer di Zynga, colosso dell’online gaming, insegnano che tutto può essere trasformato in una sfida a punti, io dico chiediamo che ognuno dia secondo le proprie possibilità e gratifichiamolo per questo.
7. Bilancio. Meglio discuterlo insieme. Si fonda sul metodo Agile (vi cito solo uno dei principi su cui si fonda “le persone e le interazioni sono più importanti dei processi e degli strumenti…”). In pratica un sistema di valutazione aziendale che coinvolge tutti i dipendenti: che cosa ha funzionato, che cosa no? Parrebbe che la logica nascosta in questa metodologia sia che spesso le idee migliori vengano dal basso. Ma pensa.
Per me sarebbe già stupendo che questi punti li applicassero le aziende ma, nel dubbio, io ci provo e se no chiamo in Signor Feiler o magari sua moglie!
5 Comments
Eccomi!
Beh, davvero bisognerebbe provare ad applicare queste strategie in famiglia… Sentirsi tutti parte di un team che ha in vista un unico obiettivo da realizzare (invece del profitto, il benessere di tutti) potrebbe aiutare a superare gli interessi di ciascuno e a cooperare con maggiore buona volontà!
Proprio per questo, io sono contraria alla paghetta a fronte di mansioni quali, per esempio, il rifarsi il letto o mettere in ordine i giochi, che dovrebbero essere una buona abitudine e basta.
Sì, invece, a “premi” per attività extra o voti particolarmente buoni (anche se studiare rientra tra i doveri).
Sì anche a “promozioni” considerate aumenti di responsabilità, se il bambino si dimostra particolarmente maturo e meritevole.
Responsabilizzare un figlio e dargli la possibilità di maturare e diventare indipendente significa anche lasciarlo sbagliare e fare le sue esperienze, anche per quanto riguarda la gestione dei soldi e delle responsabilità.
Insegniamo ai nostri figli a conquistarsi ciò che desiderano con impegno e costanza e, un giorno, ci ringrazieranno.
Molto d’accordo con Mariapaola! Il Signor Feiler a mio parere dimentica che una azienda e una famiglia non sono esattamente la stessa cosa. In famiglia non esistono subalterni, capiufficio, impiegati ma componenti di un nucleo che si amano, si aiutano (mentre in azienda spesso si sbranano), crescono insieme (in azienda se rimani “indietro” sei fuori!). E poi scusate ma i bambini devono rimanere bambini non piccoli lavoratori con stipendio e promozioni. Giusto quello che dice Mariapaola sui premi per attività extra o voti particolarmente buoni (avete presente i regali che si fanno ai bambini “perchè sono stati promossi!!!” – ma in caso di bocciatura cosa sarebbe successo?). Comunque in famiglia deve esistere un ruolo ben distinto tra genitori e figli (almeno finchè si tratta di bambini). Non possiamo assegnare ai bambini responsabilità che non devono essere loro. Super d’accordo sull’insegnamento ai nostri figli a conquistare ciò che desiderano, oggi non glielo permettiamo e questo è molto molto negativo.
Conosco solo ora questo blog e trovo tratti argomenti davvero interessanti.
Sono anch’io perfettamente d’accordo con Mariapaola. L’impegno più grande verso i nostri figli è cercare di dare loro gli strumenti per essere più responsabili. Quando sono piccoli in un modo e quando sono grandi in un altro.
Utilissima la condivisione in famiglia ed importantissima per la cresciata dei nostri figli.
Cristina
[quote name=”Critina”]Conosco solo ora questo blog e trovo tratti argomenti davvero interessanti.
Sono anch’io perfettamente d’accordo con Mariapaola. L’impegno più grande verso i nostri figli è cercare di dare loro gli strumenti per essere più responsabili. Quando sono piccoli in un modo e quando sono grandi in un altro.
Utilissima la condivisione in famiglia ed importantissima per la cresciata dei nostri figli.
Cristina[/quote]
Grazie mille Cristina!
Ciao Cristina, benvenuta allora 🙂 e complimenti per il tuo blog giovanissimo!