La carie è una malattia. Proprio così, non è semplicemente un fastidio, una seccatura, una cosa che ci fa spendere soldi dal dentista.
La carie è una malattia, e data la sua estrema diffusione nella popolazione, è importante imparare a conoscerne i sintomi, i segnali visibili, le cause, la prevenzione e le terapie.

Cominciamo col dire che cos’è una carie.
Tecnicamente non è altro che un buchino, un’interruzione della superficie del dente in cui lo strato di smalto è assottigliato o consumato.

Una carie si definisce SUPERFICIALE quando coinvolge solo lo strato superiore, quello dello smalto. Lo smalto non ha nervi, perciò in genere una carie superficiale non dà nessun sintomo. Alcuni pazienti molto sensibili potrebbero però cominciare ad avvertire più del solito gli sbalzi di temperatura (caffè, thè bollente, cocktail ghiacciati, soffio di aria fredda…). Tipicamente questo tipo di carie compare nei solchi dei molari o dei premolari degli adulti (quindi i denti posteriori).

Se la carie supera lo smalto e arriva alla dentina si chiama carie PROFONDA. Una carie in questo stadio, di solito, tranne che in un numero ristretto di persone che non sentono nulla, fa male oltre che al caldo/freddo anche con l’assunzione di cibi dolci. Può iniziare a far male anche durante la masticazione e, qualche volta, anche spontaneamente.
Questa è l’ultima occasione per intervenire dal dentista con una terapia relativamente veloce, indolore e risolutiva.
Questo tipo di carie è spesso interprossimale, cioè situata in mezzo tra un dente e l’altro nella zona di contatto (ecco perché è importante l’uso del filo interdentale).

Quando la carie raggiunge la polpa (carie PENETRANTE), la zona viva del dente, i sintomi iniziano a diventare importanti: il dente fa male al minimo sbalzo di temperatura (spesso soprattutto al caldo), alla masticazione e anche spontaneamente. Spesso sdraiandosi il dolore aumenta e non si riesce a dormire. Gli antidolorifici offrono sollievo solo per qualche ora. In questa fase è necessario intervenire con terapie meno veloci, più complicate e che privano il dente della sua vitalità. Se ancora non si interviene, la carie si propaga progressivamente fino alla completa distruzione della corona del dente. Qualche volta i batteri possono scendere nelle radici lungo il percorso del nervo e depositarsi all’apice del dente provocando un’infezione acuta o cronica (il dentista parlerà di “ascesso” o di “granuloma”).
Nei casi più trascurati la carie dalla corona può propagarsi anche alle radici che diventano meno consistenti e non vi sarà più nessuna terapia possibile se non l’estrazione delle radici e quindi la perdita del dente.

Vediamo adesso le cause.
La carie non ha una sola causa riconosciuta (come per esempio l’ha, invece, il morbillo!): la carie è una malattia multifattoriale. Questo significa che l’inizio di un processo carioso su uno o più denti non dipende solo da un microrganismo, ma da tanti fattori.
Chi provoca la carie? I responsabili sono dei batteri, in particolare uno streptococco chiamato Streptococcus mutans (ma anche altri batteri come lactobacilli e actinomiceti).
Concretamente, perché cominci una carie dovranno essere presenti necessariamente i batteri e le condizioni a loro favorevoli (i batteri vivono e si riproducono prevalentemente nella placca, che è ricca per loro di sostanze nutritive).

I batteri ci sono sempre, purtroppo. Non esistono bocche sterili, ognuno di noi ospita involontariamente un numero enormemente alto di microrganismi.
Anche la placca c’è sempre. Non appena finiamo di lavarci i denti, un istante dopo comincia in ogni bocca, su ogni dente, a ridepositarsi una pellicola che pian piano aumenterà di spessore finché diverrà visibile e ci darà fastidio e decideremo di lavarci di nuovo i denti (nel dettaglio, la placca si compone principalmente di derivati alimentari – in particolare zuccheri e proteine – e di colonie di batteri, quindi quando non abbiamo voglia di lavarci i denti stiamo coltivando i nostri batteri!).

Ma allora come mai ci sono persone che hanno molte carie e persone che fanno il controllo dal dentista e non hanno mai niente?
Il motivo è semplice: per ogni persona sono estremamente variabili sia il numero e la qualità dei batteri che la quantità e la qualità della placca.

Sia i batteri che la placca dipendono da molti fattori:
–    l’anatomia (denti storti e accavallati favoriscono l’accumulo di placca e batteri)
–    la quantità della saliva (la saliva in qualche modo ha un’azione meccanica di pulizia delle superfici)
–    la qualità della saliva (densità, presenza di calcio, di fluoro…)
–    la qualità dello smalto
–    le abitudini posturali (es. dormire con la bocca aperta, o parlare molto…)
–    le abitudini alimentari
–    le abitudini igieniche
–    la presenza di malattie e terapie mediche

Tutti questi fattori coesistono in una sorta di equilibrio. Quando ad un certo punto interviene un qualcosa che fa squilibrare questa armonia a favore dei batteri, ecco che cominciano i problemi. I batteri intaccano lo smalto che perde parte della sua “durezza” dovuta ai minerali di calcio e se il processo non si ferma si formerà un buchino che si riempirà di batteri e diventerà sempre più profondo.

Se è vero che possiamo fare poco per quanto riguarda fattori intrinseci come l’anatomia e la saliva, o su come dormiamo e su quanto parliamo, è altrettanto vero che tutto il resto dipende interamente da noi.

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3 Comments

  1. Gentile Dottoressa, vorrei sapere quando è bene portare per la prima volta i bimbi a fare un controllo, se non ci sono problemi particolari. Ho sentito dire che la carie nei denti da latte non dà dolore, per cui può esserci senza che i piccoli se ne accorgano. E’ davvero così? C’è qualche cosa che può fare da campanello d’allarme?
    Grazie in anticipo, Papilla.

    • Buongiorno Paola 🙂
      il primo controllo se il bimbo non mostra sintomi né segni (quindi sì, sto dicendo che è opportuno guardargli in bocca) si può fare intorno ai 2-3 anni. l’ideale è portarlo con sé durante il proprio controllo periodico, si può farlo sedere in braccio mentre si è seduto sulla poltrona e il dentista può facilmente controllare entrambi (per il bimbo saranno sufficienti pochi secondi con uno specchietto e la sonda, uno strumentino sottile che serve ad individuare eventuali carie iniziali).

      la carie nei denti da latte PUO’ non dare nessun dolore. così come nei denti permanenti. ci sono adulti che hanno dei denti malconci e non avvertono nessun dolore.
      purtroppo statisticamente le carie dei denti da latte sono velocissime nel progredire verso il nervo e spesso fanno male, sia durante la masticazione che spontaneamente, rendendo necessarie terapie (che nel bambino, capirai, possono essere abbastanza complicate).
      il mio consiglio è di portare il bimbo almeno una volta all’anno a fare un controllo e di curare immediatamente ogni carie che si presenta PRIMA che faccia male.
      campanelli d’allarme non ce ne sono, l’unico modo per accorgersi di una o più carie prima che provochino dolore è guardare regolarmente i dentini durante la pulizia e il controllo dallo specialista.

  2. Sale Dottoressa, legegvo del consiglio che ha dato ad una Mamma circa il controllo periodico. Mio Figlio ha quasi 5 Anni e qualche giorno fa mi sono accorta di un buchino tra due molari. Desideravo sapere come interverrà il dentista e se esiste la categoria del Dentista Pediatrico, come per l’Oculista o se va benissimo anche il Dentista dal quale ci rechiamo noi adulti. La ringrazio anticipatamente e saluto cordialmente.