Esattamente un anno fa, avevamo affrontato il tema dell’assegnazione del cognome ai figli insieme all’Avvocato Camilla Cozzi, socia fondatrice dello Studio Legale Associato Ciriello-Cozzi di Milano che si occupa di diritto della famiglia e delle persone.
Come ci aveva spiegato l’avvocato, in Italia il cognome viene assegnato al momento della dichiarazione di nascita per l’iscrizione del nuovo nato nel registro comunale dello stato civile.
La legge stabilisce che se il neonato è figlio di genitori sposati prenderà sempre il cognome del padre, mentre in caso di genitori non sposati, quando il riconoscimento è fatto da entrambi contemporaneamente, il figlio avrà il cognome del padre.
Inoltre, se il padre riconosce il bambino in un secondo tempo rispetto alla mamma, il cognome inizialmente sarà quello della sola madre; quando anche il padre avrà effettuato il riconoscimento, il cognome sarà assegnato dal Tribunale dei minori: in questo caso sarà possibile ottenere un cognome diverso da quello del padre, solo quello materno o entrambi i cognomi.
La legge del 2013 che equipara giuridicamente lo status dei figli nati fuori dal matrimonio o adottati a quelli nati da coppie sposate poi, introduce considerevoli cambiamenti relativi alla regolamentazione del riconoscimento dei figli. Con l’eliminazione della differenza tra figli legittimi e figli naturali, infatti è abolita anche la legittimazione per successivo matrimonio dei genitori.
Ma cosa accade nel caso in cui alla nascita i genitori vogliano dare al proprio figlio il solo nome della madre? Sinora questa scelta non era possibile, ma le cose presto dovrebbero cambiare.
Da Strasburgo infatti, arriva una notizia che vede l’Italia protagonista di una condanna proprio in tema di assegnazione del cognome ai figli, per una violazione del diritto alla non discriminazione tra i genitori.
Una coppia milanese ha vinto ieri il ricorso presentato nel 1999 alla Corte europea dei Diritti Umani in seguito alla rifiuto da parte dell’anagrafe, in sede di registrazione alla nascita, di dare alla loro figlia il solo cognome della madre, diritto garantito in molti paesi, non solo in Europa.
I giudici di Strasburgo hanno pronunciato una sentenza che sarà definitiva tra 3 mesi, sottolineando che l’Italia ha il dovere di adeguare il proprio ordinamento normativo, “adottando riforme legislative o altre misure che pongano rimedio alla discriminazione in atto”, non considerando inoltre insufficiente a tutela delle pari opportunità tra i genitori la possibilità introdotta nel 2000 di dare anche il nome materno insieme a quello paterno.
Assegnare il cognome materno al proprio figlio, è quindi un diritto che deve essere garantito anche nel nostro Paese, un grande cambiamento non solo per il nostro sistema legislativo, ma anche per quello culturale…
Voi cosa ne pensate?
photo credit: seandreilinger via photopin cc
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