In Italia il 25% dei genitori ammette di usare punizioni corporali, dallo schiaffio alla sculacciata, come metodi correttivi. E’ uno dei dati che emerge dalla ricerca di Save the Children recentemente resa pubblica e che potete leggere per intero qui.
In molti paesi le punizioni corporali nei confronti dei bambini in ambito familiare sono espressamente vietate e questo cambiamento è stato graduale ed è iniziato nel 1979 in Svezia. In Italia vengono puniti i maltrattamenti in ambito familiare ma non le punizioni corporali (punite solo in ambito scolastico), manca quindi la cosiddetta “legge anti-schiaffo” che molti tra pedagogisti, pediatri, associazioni per la tutela dei minori, psicologi, docenti universitari e non solo chiedono a gran voce anche per il nostro paese.
Vi consiglio di leggere, qui di seguito, il Manifesto per un’educazione senza violenza che è stato presentato da Save the Children il 31 marzo in occasione di una tavola rotonda tenutasi a Roma con i principali e maggiori esperti nazionali e internazionali in tema di difesa dei diritti dell’infanzia.
“Tutti i minori, siano essi bambini o adolescenti, in ogni momento ed in ogni contesto, sono titolari di diritti umani inalienabili. Picchiarli, e non importa quanto lievemente, è sempre un misconoscimento del diritto al rispetto della loro dignità umana ed integrità fisica e mentale. La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, all’articolo 19, afferma che i bambini vanno protetti da ogni forma di violenza fisica o mentale, perpetrata da chiunque, compresi i genitori o chi ne ha l’affidamento.
E’ inaccettabile che in Italia non sia ancora espressamente vietato punire fisicamente i bambini nel contesto familiare.
Così, non solo il nostro Paese non è in linea con le raccomandazioni a livello internazionale ed europeo, ma tale situazione costituisce una discriminazione a danno dei minori. Infatti i bambini e gli adolescenti sono l’unico gruppo di cittadini che non vedono riconosciuto legalmente il proprio diritto a non subire punizioni fisiche anche in ambito domestico; sotto questo aspetto sono trattati di fatto come cittadini di serie b.
Picchiare un bambino può causare danni sia fisici che psicologici e gli insegna l’uso della violenza come modo di risolvere i conflitti, diventando un significativo fattore di sviluppo di comportamenti violenti, sia nell’infanzia che nella vita adulta. Al contrario, bandire ogni forma di violenza e promuovere una disciplina positiva basata sull’amore e sull’autorevolezza, rinforza il ruolo del genitore e attenua le tensioni in ambito familiare.
La principale fonte d’insegnamento per il bambino è il comportamento degli adulti, che ha un’influenza fondamentale sull’uomo che sarà domani. Se un genitore sarà in grado di gestire un conflitto, analizzandolo con calma e fornendo indicazioni autorevoli, sarà anche in grado di insegnare ai propri figli la capacità di affrontare ogni situazione utilizzando la ragione piuttosto che la violenza, la parola piuttosto che le mani.
Crediamo sia venuto il momento per la società italiana di affermare senza alcuna esitazione che non c’è mai bisogno di ricorrere alla violenza nell’educare bambini e gli adolescenti, in tutti i contesti educativi, sia quelli in cui oggi è già espressamente vietato, come ad esempio la scuola, sia nella famiglia, dove invece è ancora ammessa.
Non è possibile definire una soglia al di sotto della quale la violenza può essere dichiarata tollerabile: la violenza è sempre e comunque inaccettabile. I bambini sono persone a pieno titolo e vanno rispettati come tali, evitando il ricorso alla violenza, che non è mai una forma di educazione ammissibile.
Chiediamo dunque alle istituzioni competenti di promuovere un’opportuna campagna di sensibilizzazione pubblica per aiutare i genitori a comprendere quanto sia importante l’educazione senza violenza, e sollecitiamo il Parlamento ad adottare una riforma normativa che vieti ogni forma di punizione violenta anche in famiglia, per promuovere migliori relazioni interne al gruppo familiare ed aiutare gli stessi genitori nel loro compito educativo, così delicato ed importante.”
Per aderire al manifesto clicca qui
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5 Comments
Ciao a tutti, ho letto il manifesto, ma non lo condivido molto.
Secondo me una legge contro la punizione fisica ci sta, ma:
1) deve vietare la punizione fisica, di qualsiasi tipo, verso i bambini aventi età inferiore ai 3 anni
2) verso i bambini dai 3 anni in su, invece, deve vietare tutte le punizioni fisiche TRANNE LE SCULACCIATE.
Sono un sostenitore delle sculacciate americane, applicate dai genitori ai bambini dai 3 anni in su, e credo che sarebbe bene “istruire” i genitori italiani ad applicarle correttamente.
Io, sinceramente, mi sento estraneo al moralismo e al buonismo, quindi non concordo con molte delle cose scritte nel manifesto.
Questo stesso articolo mi suona un po’ “prepotente” piuttosto che obbiettivo.
Peraltro temo che una legge di questo tipo suonerà come una sorta di violenza legittimata contro la privacy e la libertà della famiglia e dei genitori e pertanto, come accadde in Svezia, ci sarà un incremento delle vere violenze domestiche. Si dice che in Svezia e nei paesi che vararono una legge in merito si ebbe un calo delle violenze domestiche, ma è un’informazione fasulla finalizzata a convincere il lettore a sostenere l’iniziativa. Infatti, leggete questo articolo: newsmax.com/US/spanking-studies-children-spock/2010/01/07/id/345669
Parlando per esperienza personale – perché guardo i fatti piuttosto che le teorie – concordo con i risultati dello studio della Gunnoe, cioè che ai bambini le sculacciata possono fare bene.
Marjorie Gunnoe, docente di Psicologia al Calvin College del Michigan ha pubblicato i risultati di uno studio sul tema dell’educazione dei figli dal quale risulterebbe che i bambini sculacciati crescono meglio.
La Gunnoe ha intervistato 2.600 adulti e ha chiesto loro di indicare se durante l’infanzia hanno subito punizioni fisiche dai genitori.
Confrontando queste statistiche con un’analisi del loro comportamento sociale e dei loro risultati negli studi e nel lavoro, la conclusione è che i bambini sculacciati prima dei 6 anni di età producono le migliori performance in termini di realizzazione sociale e stabilità emotiva. Seguono i bambini sculacciati tra i 7 e gli 11 anni, più emotivi, ma altrettanto competitivi negli studi. I risultati peggiori vengono proprio dai bambini che non hanno mai ricevuto alcun tipo di punizione corporale.
(Fonte: salute.agi.it)
Un caro saluto a tutti,
Ron
purchè la cosa sia limitata ai genitori che decidano se e come utilizzare la sculacciata come “punizione”.
Mi è capitato proprio ieri che una maestra dell’asilo desse una sculacciata a mio figlio che, per sue stesse parole, è tendenzialmente un bambino modello e onestamente mi ha molto infastidita!
In tema invito sinceramente tutti a leggere due libri fondamentali per l’educazione dei figli, e che potete leggere gratis su http://giannigirotto.wordpress.com/indispensabili/libri/
Si tratta di “Genitori Efficaci” e “Il segreto dei bambini felici”, entrambi basati sul puro buon senso e che non fanno discorso complicati o astrusi, e che non richiedono nessun tipo di preparazione specifica, solo un po’ di buona volontà nel mettere in pratica anzitutto su noi genitori stessi quanto suggerito…
noi lo faremo di sicuro!
andiamo a vedere!