Da un recente sondaggio condotto da Netmums.com, emerge che le mamme mentono spesso riguardo a situazioni e comportamenti dei propri figli, per paura di essere criticate o giudicate “non all’altezza”.
Un’abitudine senza dubbio difficile da confessare è il co-sleeping (“dormire con” i figli nel letto matrimoniale), che i genitori nascondono principalmente per non sentirsi accusare di viziare i propri bambini.
Dopo anni di condanna, però, un recente studio dell’Università di New York ha riabilitato questa che per molti è un’esigenza naturale, dimostrando che non comporta alcun effetto psicologico o comportamentale sul bambino.
Il dibattito è, comunque, aperto e pare non si arrivi mai a una conclusione definitiva. Cerchiamo, dunque, di far un po’ di chiarezza, analizzando ciò che sostengono sostenitori e detrattori del co-sleeping.
VANTAGGI
• migliora la gestibilità dei risvegli notturni del bambino, la sua crescita e il suo sviluppo psicomotorio. Per chi allatta non è solo una scelta comoda, perchè infatti alcuni pediatri sostengono che influenzi positivamente l’allattamento al seno.
Racconta una mamma: “Il mio Matteo i primi mesi la notte dormiva pochissimo… Mi sentivo sempre stanca e nervosa e la mattina non avevo la forza di andare a lavorare! Mi ostinavo a farlo dormire da solo, perché convinta che, altrimenti, avrei compromesso la sua educazione e il rapporto con mio marito, ma una notte – stanca di sentirlo piangere – decisi di allattarlo nel lettone e ci addormentammo entrambi mentre ancora succhiava! Che svolta! Ora ha undici mesi, siamo passati al side-bed e siamo tutti sereni e soprattutto riposati!”.
• Facilita la creazione del bonding, ossia di quel rapporto speciale che lega genitori e figlio.
Racconta un papà: “Purtroppo, il lavoro mi costringe a trascorrere intere giornate lontano da casa. Dormire con la mia bimba, però, mi permette di farle sentire comunque la mia presenza e, quando a volte di notte apre gli occhietti, mi sorride e viene ad accoccolarsi accanto a me, beh… sono il papà più felice del mondo e mi sento meno in colpa! “.
Racconta una mamma single: “Per me non è facile occuparmi da sola della bambina e, spesso, mi sento davvero demoralizzata, ma solo di giorno, perché -quando di notte l’abbraccio e dormiamo vicine- allora penso che non saprei vivere senza di lei! Ammetto che forse, in questo caso, sono io ad aver bisogno di coccole e rassicurazioni da lei e non il contrario! “.
• Facilita il riaddormentamento dei bimbi più ansiosi che, aprendo gli occhi, si sentono rassicurati dal rendersi conto che i genitori sono lì accanto.
• Pare abbia effetti benefici sulla respirazione e sulla temperatura corporea del bambino e che non sia legato alla comparsa di disturbi del sonno.
• La psicologa Margot Sunderland (direttrice del Center for Child Mental Health di Londra) sostiene già da qualche anno che i bambini che dormono con i genitori hanno più possibilità di diventare adulti emotivamente equilibrati, mentre in quelli che dormono da soli già a poche settimane di vita, la separazione dai genitori provoca l’aumento del flusso degli ormoni dello stress.
SVANTAGGI
• Stressa i genitori che non dormono tranquilli per paura di far male al bambino.
• Stressa il bambino, che, quando poi arriverà il momento di dormire solo, vivrà il trauma dell’esclusione.
• Secondo numerosi studi aumenta il rischio di SIDS e d’involontario soffocamento o schiacciamento del bambino da parte dei genitori soprattutto nelle prime settimane di vita del bambino.
Racconta un papà: “Matilda dormiva nel lettone, fin da quando era appena nata. Mia moglie ed io la consideravamo una soluzione comoda per tutti e tre, ma ne avevamo sottovalutato i rischi! Una notte ci svegliò il pianto disperato della nostra bimba, aprimmo gli occhi e la trovammo stesa sul pavimento! Che spavento e che senso di colpa! Per fortuna non si fece male, ma da allora, comunque, dorme nella culla!”.
• Può danneggiare il rapporto di coppia.
Racconta una mamma: “All’inizio è stata dura non cedere alla tentazione di condividere il letto con la nostra piccolina, ma sono convinta che dormire da sola fin dai primi mesi l’abbia resa più autonoma e sicura di sé. Ognuno di noi è felice di aver un proprio spazio e, dopo una giornata di lavoro, io e mio marito la sera possiamo rilassarci insieme a letto anche solo chiacchierando o guardando un film abbracciati”.
• Secondo una ricerca del Children’s Hospital di Philadelphia (USA), il bambino da solo dorme di più e anche meglio.
• Abituare il bambino a dormire da solo, lo aiuta a separarsi dai genitori, a crescere meno viziato e ad acquisire il proprio posto all’interno della famiglia.
In ogni caso, il co-sleeping va assolutamente evitato se:
• si dorme su materassi ad acqua o su divani;
• si utilizzano durante il sonno cuscini, peluche o materiali di plastica;
• uno dei due genitori è obeso;
• si fuma nella stanza nella quale si dorme;
• uno dei genitori è molto stanco o ha assunto sostanze stupefacenti, alcolici o medicinali che possono indurre sonnolenza.
Va considerato, comunque, che esistono anche soluzioni intermedie, come:
• il side-bed (lettino che si posiziona accanto al letto matrimoniale);
• il co-sleeping in occasioni particolari (per esempio se il bambino sta male o è molto angosciato per qualcosa).
Racconta una mamma: “Per i primi due anni, la mia bambina ha dormito con me e mio marito. Poi – con dolce fermezza – l’abbiamo convinta a trasferirsi nella sua stanza e lei ha accettato senza grandi traumi, perché sa che – se dovesse star male o far un brutto sogno- c’è sempre un posto nel lettone sia per lei sia per il suo peluche!”
Fondamentale è decidere serenamente insieme al partner, tenendo presente che un’abitudine consolidata non ammette poi facili ripensamenti e cercando di capire effettivamente cosa è meglio per il nostro bambino, a prescindere da ciò che è più comodo per noi.
E voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre abitudini?
Fonti:
www.antisids.it
11 Comments
molto interessante, sorpattutto molto vero che spesso i genitori faticano ad ammettere che si dorme insieme! noi abbiamo nziato ad aprire il nostro letto ad anna verso i 7/8 mesi, quando le notti sono diventate più difficli. Per me è indispensabile perchè avendo una bimba che non dorme tenerla con noi – almeno una parte della notte – mi evita di stare in piedi ed essere uno straccio completo ed è un indiscutibile piacere averla accanto. Certo preferirei che dormisse e che fosse solo una scelta d’amore più che una necessità!
Sono contenta che anche in Italia si cominci a parlare e ad approfondire un argomento come il co-sleeping, che all’estero e’ gia’ da tempo affrontato in maniera scientifica ed esaustiva, sia perche’ e’ una realta’ che va portata all’attenzione delle mamme, che spesso lo praticano senza saperlo, sia per i rischi che comporta.
Allo scopo porto alla vostra attenzione il mio post della settimana scorsa sulle bedside cots, le culle da attaccare al lettone, un utile e pratico accessorio ancora poco diffuso in Italia:
http://mammachecasa.blogspot.com/2011/10/co-sleeping-bonding-e-bedside-cots-o.html
Grazie per l’approfondimento.
A proposito, mi permetto di portare la mia esperienza di mamma: secondo me il bambino non rischia il trauma dell’esclusione, se separato quando avra’ imparato a dormire bene, e se la madre rimane comunque attenta e disponibile alle sue richieste. Certo, dipende dal bimbo, ma in generale sono d’accordo che il suo sonno, quando separato da mamma e papa’, e’ migliore e piu’ riposante. Noi, quando siamo in tre nel lettone, ci svegliamo con la sensazione di non aver dormito nessuno!
io so solo che ho fatto una fatica pazzesca a deciderMI che dovevo mandare il mio bimbo nel suo letto perchè per me averlo attaccato di notte era una meraviglia!! Certo concordo il rapporto di coppia oltre che il sonno in quanto tale ne risentono parecchio e credo che questo sia l’unico vero neo!!!
Prima di partorire sostenevo che fosse buona cosa far abituare da
subito il bimbo nel suo lettino nella sua camera. La prima notte a casa abbiamo dormito subito in tre nel lettone. Adesso Marta ha 6 mesi e dormire con lei ci piace tantissimo, è dolce, è divertente prendere sonno con lei dopo aver giocato insieme tutti e tre. Inoltre Marta ogni 2 ore circa desidera attaccarsi al seno e per me e lei è molto comodo così. Piccolo particolare: abbiamo il letto più grande dello standar ed effettivamente aiuta! Io non so dire se è giusto o sbagliato,so solo che siamo sereni e felici tutti e tre e quindi per noi è la soluzione ideale. Angela.
anche per noi la stessa cosa!! Io a quelli che mi dicono “ma tu lo vizi” risponderei “E allora?? Prima di tutto vizio me stessa!”.
Mio figlio ha quasi 2 anni e non ha problemi a dormire anche a casa di mia sorella o di mia mamma…ma quando è a casa sua…si dorme nel lettone! E ben venga!
siamo 4 viziati, senza procedure e routine di addormentamento, proprio allo sbaraglio, qualcuno in effetti ogni tanto cade anche dal letto, dormiamo con i telini impermeabili sotto il lenzuolo perchè la pipì di notte non è ancora del tutto a posto, ci scambiamo pedate e gomitate nelle costole, le coperte non sono mai abbastanza larghe, nè lunghe, d’estate si organizzano safari notturni per cacciare le zanzare tutti in compagnia. E c’è pure qualcuno che ancora ciuccia, di notte o prima di addormentarsi, o al risveglio, insomma quando gli pare. Se non ciuccia, arrotola i capelli altrui (se tasta nel buio quello senza capelli, si gira e cerca un’altra testa).
Queste sono le nostre abitudini, non sono frutto di ragionamenti, ma di istinti e desideri. Ci viziamo? Sì.
Bellissimo questo post di MariaPaola che come sempre riesce a mostrare il rovescio della medaglia. Io credo che al di là di tutte le ricerche scientifiche e studi fatti, la cosa giusta sia diversa per ogni famiglia e che ogni famiglia debba trovare il proprio equilibrio. Mio figlio, fin da piccolissimo, non ha mai amato dormire in spazi ristretti. Stare nella cullina lo faceva piangere, nel lettone, tra me e suo padre pure, continuava ad agitarsi, svegliarsi, lamentarsi. Così a meno di un mese è passato nel lettino in camera sua e da allora, magicamente, ha iniziato a fare lunghi sonni tranquilli. Al mattino, se si sveglia di notte con un brutto sogno, se fatica ad addormentarsi, insomma se lo desidera, noi lo accogliamo volentieri nel lettone, ma capita rarissimamente. Invece adora fare il riposino pomeridiano, rigorosamente da solo e spaparanzato, nel lettone. Quando capita di dormire insieme tutti e 3 continuiamo a svegliarci, ad agitarci e a non trovar pace. Quindi è consolidata l’abitudine di dormire ciascuno nel proprio letto. Quando è malato vorrei portarlo con me per la comodità di vegliarlo, ma lui non vuole. Dopo poco che è nel lettone, al sopraggiungere del sonno dice “mamma vojo andae lettino”. Quindi mi tocca portarcelo e svegliarmi io per controllarlo. A noi è andata così, senza particolari scelte, ma non credo ci sia bisogno di “vantarsi” per la scelta fatta in un senso o nell’altro, così come di “vergognarsi o doversi giustificare”. Ogni famiglia decide per sè e l’importante è che ci sia equilibrio e si sia sereni, nel rispetto completo delle scelte altrui.
Premettendo che non sono un’ “invasata”, posso smontare ad uno ad uno tutti gli “svantaggi” poiché non veri, o non necessariamente veri! Non stressa il rapporto di coppia-abbiamo fatto tre figli in tre anni e mezzo, mica bisogna usare per forza il lettone per gli appuntamenti romantici 😉 Nessuno dei miei tre figli ha vissuto il trauma di andare a dormire in un altro letto/stanza, semplicemente un giorno, come hanno iniziato a camminare e si sono staccati dalla mia mano, hanno deciso che fosse una bella cosa esplorare E andare a dormire in un altro posto. Senza forzature di alcun genere, semplicemente avevano raggiunto il momento in cui erano pronti ad una nuova fase della loro vita. Niente lacrime, né brutti sogni. Non è stressante per tutti, infatti per chi lo pratica non è stressante, ma rassicurante. Per chi lo trova uno stress vuol dire che non è la scelta giusta per loro…..non è per tutti! La mia piccola ha 15 mesi e mai una notte di pianti, per noi è stata sicuramente una scelta che abbiamo adottato in principio con timore dei giudizi e vergogna (due parole che una neofamiglia non dovrebbe neanche pensare quando si tratta del crescere i propri figli) e poi sempre più convinti di fare la cosa giusta. Tre figli mi hanno portato un grande dono, quello della consapevolezza…le parole ed i pettegolezzi di chi non ha mai sperimentato null’altro che ciò che la società moderna CREDE che sia “normale” non mi fanno più un baffo! 😉
Per precisione:
– gli studi NON dicono che il co-sleeping aumenti il rischio di SIDS. Sono alcuni fattori precisi che l’aumentano, come il genitore fumatore, l’obesità del genitore, tenere l’ambiente troppo caldo, non allattare, ecc.. oltre ai fattori da voi indicati (tipo di materasso ecc) che aumentano il rischio di *incidenti* (non SIDS)
– stressa “alcuni” genitori, mica tutti, soprattutto se non conoscono i protocolli per la condivisione del letto sicura e temono quindi che il bed-sharing sia rischioso “di suo”
– i rapporti di coppia si danneggiano per mille motivi diversi, non certo per il luogo dove la coppia si incontra. Un pò di fantasia please 🙂 !!! Non a caso William Sears, autore del best seller “Genitori di giorno… e di notte”, a questa domanda risponde dicendo che lui ha ben 8 figli :)!
– se il bambino dorme meglio, dipende da cosa intendiamo per meglio… Le ricerche più recenti dicono che probabilmente sono proprio i risvegli più frequenti che proteggono il bambino dalla SIDS (morte in culla)
– il bambino si vizia? Dipende da cosa significa il termine vizio…
deve ancora nascere, ma il mio compagno ne ha già 2 e mi ha detto che mentre il primo si è piazzato nel lettone fino ai 6 anni la seconda è stata felicissima di dormire praticamente da subito nella culletta e poi passare immediatamente al suo letto da grande, credo che molto cambi da bambino a bambino, per cui ora noi pianifichiamo come vorremmo fare consapevoli che probabilmente poi deciderà il piccolo.
Comunque nei migliori intenti (che poi non so se riusciremo a rispettare) c’è quello di farlo dormire a lato del lettone e nel lettone solo il venerdì e il sabato che sono giurni di festa. Ci riusciremo? Non lo so, ma non ci importa troppo: lui ha due splendidi figli anche se son stati cresciuti in modi così diversi (per inciso quello più ansioso è il primo e non la seconda in barba all’articolo che vorrebbe il contrario)
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