Quando una coppia di amici si lascia trema anche casa tua. Soprattutto se la coppia sta assieme da 20 anni, ha due figli grandi e mai avresti pensato che si sarebbero lasciati… il primo pensiero che ti sfiora la mente è: ma allora può capitare a tutti? Che detto da una sposata con un uomo divorziato non so se faccia più ridere o piangere.
Infatti, nonostante la vicinanza col caso in oggetto, ancora vivo nel mito dell’indissolubilità della coppia. E mi stupisco nel guardare una bambina che mi dice con tono tranquillo:
“Sì, ce ne siamo accorte che si è lasciata, non aveva più la fede al dito…ed aveva una faccia stravolta.” Per lei, che la
separazione l’ha subita a due anni, forse è un modo di sentirsi meno sola. Non ci sono solo i suoi ad essere separati, molti altri genitori si sono detti addio, e tutto ciò è molto consolante. Credo.
E qui mi faccio mille e mille domande: ma i bambini che conoscono il significato della parola separazione vivranno meglio o peggio le relazioni di coppia di quelli che non la conoscono? Crescere con l’idea che ogni relazione può finire è meglio o peggio di un’illusione di eternità? Lasciarsi, soffrire, ricominciare e poi ripartire sono forse moti normali dell’essere cui dovremmo abituarci? La stabilità e la fedeltà sono reali o una finzione? C’è un limite oltre al quale la separazione diventa “immorale”?
Domandine da niente per un sereno fine anno 🙂
Auguri a tutti da mamma matrigna
photo credit: Marius!! via photopin cc
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