L’ultima settimana di settembre a Milano si è svolto #iltempodelledonne alla Triennale. Una tre giorni tutta dedicata a noi femmine, mamme, donne, lavoratrici, amanti e perché no MATRIGNE!

A parlare di #famiglieallargate sono state invitate l’attrice Elena Sofia Ricci (presente la mamma dei Cesaroni?), la regista Mariasole Tognazzi (una delle figlie del grande Ugo Tognazzi), la conduttrice tv Simona Ventura e la grandissima psicologa Silvia Vegetti Finzi.

Elena Sofia Ricci, abbiamo scoperto, ha visto i suoi genitori separarsi a 2 anni. La madre le ha impedito di frequentare il papà fino alla maggiore età, lei ha vissuto fino a trent’anni convinta di odiarlo, poi dopo un lungo periodo di terapia da uno psicologo ha deciso di incontrarlo. Nel frattempo si è sposata due volte, ha due figlie con due padri diversi, ma dice che se non avesse ricucito col suo papà ora starebbe molto male. E’ convinta che la famiglia allargata si può vivere, senza drammi, l’importante è affrontare le difficoltà con onestà, guardandosi dentro, magari con l’aiuto di un esperto (lei ha scelto un neuropsichiatra infantile).

Maria Sole Tognazzi ha raccontato che un giorno, al mare (lei aveva solo un anno e quindi vive di ricordi riportati) è arrivato in vacanza il fratello maggiore norvegese che non avevano mai conosciuto, figlio di Ugo Tognazzi e di una donna di Oslo. Il fratello con cui Mariasole condivide la mamma, Gianmarco, ha preso il ragazzino (senza sapere che era suo fratello, visto che nessuno aveva avuto il coraggio di dirglielo), lo ha portato in spiaggia e hanno giocato tutta il giorno assieme senza capirsi visto che uno parlava solo italiano e l’altro solo norvegese. Alla sera, ritornando mano nella mano verso casa, Gianmarco dice a suo padre: . Pare che al grande Ugo Tognazzi gli sia venuto un colpo.

Morale?

I fratelli, anche se hanno solo un genitore in comune, si riconoscono. Eppure Mariasole confessa che quando era bambina si era cambiata il cognome, si vergognava della sua famiglia, e avrebbe voluto vivere in una famiglia “normale”, anche perché negli anni 70 le famiglie “allargate” erano davvero una rarità.
Oggi che è grande, e tante cose le ha analizzate (anche lei “ammette” l’aiuto di uno psicoterapeuta e sottolinea quanto sia stato importante), può dire che la sua famiglia allargata era speciale, e che non la cambierebbe con nessun’altra.

La storia di Simona Ventura è un po’ diversa, ma rientra sempre nella categoria #famiglieallargate. Lei ha preso in affido una bambina di pochi mesi, e ha dovuto gestire l’inserimento di questa figlia nei rapporti familiari con i figli avuti dal suo primo matrimonio (anche la Ventura è separata). Il più piccolo dei suoi bambini, per esempio, non aveva preso affatto bene l’arrivo della nuova “sorella”. Tanto che un giorno le disse in faccia: . Bella botta, eh? Ma sono cose che possono capitare. Nelle famiglie allargate e non solo.

Uscita da questa ora di racconti e aneddoti, devo confessarlo, mi sono sentita leggera come una foglia al vento. Che bello ascoltare, per la prima volta a voce alta, il racconto di emozioni che noi tutte, matrigne e mamme matrigne, abbiamo provato mille volte. Che bello sentirsi riconosciute e riconoscersi in qualcuno. Io, mentre ero lì, avrei voluto che fossero presenti tante persone a me vicine che a volte mi sembrano non capire.
Qualcuno, può darsi, penserà: un’attrice, una regista, una conduttrice vivono su un altro pianeta. Hanno soldi, baby sitter, scuole, psicologi e terapie a disposizione e per loro è tutto più semplice. Può anche darsi. Eppure io credo che i dolori e le difficoltà siano gli stessi, ma la forza di chi ha notorietà e visibilità sia di potersi imporre socialmente e forse “normalizzare” queste tanto temute famiglie allargate.

Silvia Vegetti Finzi, per concludere, ha detto: “Le famiglie allargate siano folli, creative. Solo così potranno superare gli ostacoli. E altro punto fondamentale: bisogna saper chiedere aiuto”. Io le dò ragione.

 

Author

Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

Comments are closed.