cambio di stagione

“Mamma” mormora la bambina “Non ho più niente da mettermi”.

Il problema è reale.
Quello che nessuno dice, a proposito dei figli adolescenti, è che sono afflitti dagli stessi scatti di crescita dei neonati. Il giorno prima hai una ragazzina rognosa e umorale, il giorno dopo ti ritrovi una giovane donna che nemmeno ruba più i capi dal tuo guardaroba, ché le stanno piccoli.

Ecco, quello è il momento di fare il cambio di Stagione.
Da scrivere con la maiuscola: la stagione che se ne va non è quella meteorologica. Così, con l’ennesima t-shirt troppo stretta tra le mani, mi ritrovo a svuotare un guardaroba in cui si sono stratificate le fasi della nostra vita.

Via l’abitino di jeans a manica lunga e ricami, una pacchianata che mi era costata un intero pomeriggio in giro per negozi a Merano, il 31 dicembre di tanti anni fa. La bambina aveva deciso di festeggiare San Silvestro vestita secondo l’estetica tirolese e niente sembrava sufficientemente ricco, decorato, plissettato e a balze. Niente, tranne quell’abito che l’aveva fatta sentire una novella principessa Sissi.

Via l’enorme giacca a vento indossata durante tutte le gite scolastiche delle elementari, inclusa la settimana alla fattoria didattica. L’insegnante di matematica aveva guardato con orrore i completi perfettamente abbinati che la ragazzina aveva messo in valigia, prefigurando giornate di capricci e svenevolezze. La fanciulla stupì tutti offrendosi di pulire le stalle e mungere le mucche.

Via la maglietta a righe bianche e rosse acquistata in pieno inverno dopo un capriccio epocale.  Senza quella maglietta lei non avrebbe mai potuto somigliare a Gabriella di High School Musical! La volle mettere subito, nonostante il gelo di febbraio – e il giorno dopo aveva la febbre – ma questo non la dissuase dall’indossarla ogni giorno fino a che Gabriella cessò di essere il suo ideale estetico. E questo segnò anche la fine della sua infanzia.

Via le magliette coi sette nani, divisa degli anni delle medie, quando per essere ragazzine alla moda bisognava avere almeno una principessa Disney sulla pancia e sulla schiena.

Via anche la felpa desiderata per mesi e acquistata a metà prezzo l’anno successivo, quando ormai non andava più di moda. Peccato però, perché quel luccichio negli occhi di mia figlia mentre facevo la fila alle casse rimane tra i ricordi più inutili e commoventi della mia storia di mamma.

Via i body della ginnastica ritmica e addio ai sogni di gloria, quelli che si coltivano tenacemente sino a quando ci si rende conto che non si diventerà mai campionesse ma ci si fermerà nel limbo delle atlete di belle speranze. All’improvviso nessun allenamento vale più la pena, le uscite con le amiche prendono il posto dei pomeriggi in palestra e l’anno dopo non ci si iscrive nemmeno più ai corsi

Via anche gli shorts che solo l’anno prima stavano così bene, ché la ragazza ha cambiato taglia.

Eccomi  svuotare gli armadi impilando capi di guardaroba e ricordi, attenta a fare spazio alle fasi della vita che verranno: i prendisole per la prima vacanza con le amiche, i jeans per il trienno delle superiori. E mentre comprimo tutto quel passato, ho un solo pensiero: la bambina è cresciuta. Era ora!

Author

Ho tanti anni, tre figli e diverse vite. Sono stata studentessa modello e giovane scapestrata, viaggiatrice e pantofolaia convinta, single promiscua e moglie devota. Quello che ho imparato è che non esiste una sola adolescenza: ne esistono tante, e proprio adesso che credevo di aver raggiunto un nuovo equilibrio qualcuno ha mischiato nuovamente le carte rendendo difficile rispondere alla domanda: cosa fai nella vita?

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