In molti reparti di maternità italiani, ormai da almeno una decina di anni, sono state dismesse le nursery – dove i neonati passavano varie ore del giorno e della notte lontani dalle loro mamme, accuditi dal personale ospedaliero – ed è stata introdotta la pratica del rooming-in, che consiste nel tenere il neonato in camera con la mamma 24 ore su 24 fin dalle prime ore dopo il parto.
L’accoglienza da parte delle mamme di questa vera e propria rivoluzione ospedaliera è stata spesso tiepida, se non decisamente contraria:
“Povere mamme – in molti hanno detto – neanche il tempo di riprendersi dal parto che già devono occuparsi a tempo pieno del loro piccolo. Se poi hanno anche i punti del cesareo… E neanche la possibilità di dormire almeno le due notti in ospedale prima del faticoso ritorno a casa”.
In realtà, il contatto stretto e continuo fin dalla nascita tra madre e bambino, senza interruzioni, è fondamentale per molti aspetti.
Perché preferire il rooming in?
- favorisce l’allattamento al seno: dando la possibilità al bambino di attaccarsi ogni qualvolta ne senta il bisogno (anziché solo alcune ore al giorno) permette a lui di apprendere più rapidamente il giusto attacco e alla mamma di iniziare la produzione del latte in maniera più rapida ed efficace;
- permette a entrambi i genitori di impratichirsi nell’accudimento del loro piccolo in maniera più efficace, diminuendo l’effetto a volte un po’ traumatico del passaggio dall’ospedale (dove l’accudimento del bambino era condiviso con le infermiere della nursery) a casa, dove i genitori all’inizio possono percepire un senso di spaesamento e di solitudine: “e ora come si fa da soli?”.
- le prime ore ed i primi giorni dopo il parto, per i mammiferi, sono momenti delicatissimi in cui si crea il legame tra madre e figlio. Tutti abbiamo sentito dire, o abbiamo avuto diretta esperienza, che se allontaniamo per alcune ore i cuccioli da una madre e non glieli restituiamo in un tempo breve, la madre non li riconosce più e li abbandona. Alcune ricerche su questo tema hanno confermato che anche nell’essere umano i primi giorni dopo il parto sono un momento delicatissimo in cui si crea il legame tra madre e bambino; se avvengono separazioni fisiche si può interrompere l’instaurarsi del legame, chiamato bonding, con ricadute negative a volte anche a lungo termine sulla relazione madre-bambino, a cominciare dalla qualità della relazione di attaccamento.
L’introduzione del rooming-in, quindi, non ha a che fare con il bisogno di risparmiare personale nei reparti di maternità o di stancare ancor più le madri già provate dal parto, ma con la consapevolezza che tenere i bambini, separati dalle loro madri, nelle nursery svariate ore al giorno e durante la notte nei primi giorni dopo la nascita, può perturbare equilibri delicatissimi e disturbare l’instaurarsi di elementi fondamentali nell’accudimento di un neonato: l’allattamento ed il legame emotivo madre-bambino.
Voi avete avuto la possibilità di tenere in stanza con voi il vostro bimbo? Cosa ne pensate?
photo credit:
copertina 123rf
interna al testo Gabrielle via photopin (license)
Pubblicato Maggio 2015 / Aggiornato Marzo 2019
2 Comments
Ho avuto questa possibilità ed è stata l’unica nota positiva della mia esperienza. Il risparmio lo fanno comunque sulle strutture e sul personale. Non è civile.
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