La salute dei figli è la cosa più importante per ogni genitore. Quando i nostri bambini non stanno bene, non stiamo bene neanche noi, è inutile negarlo. Anche le mamme e i papà più “controllati”, più capaci di gestire l’ansia e le situazioni problematiche, vanno in tilt quando c’è qualcosa che non va nei più piccoli.

Pianti, urla, lamenti di cui nella maggior parte dei casi non conosciamo la ragione, sono una fonte d’angoscia a cui a volte facciamo fatica a far fronte da soli.

Sono molte, infatti, le mamme che ci scrivono per chiedere consigli o condividere esperienze sulla salute dei propri bambini, spesso su un disturbo particolarmente diffuso in età pediatrica, fonte di ansie e preoccupazioni: il reflusso gastroesofageo (RGE).

Che cos’è il reflusso gastroesofageo?

Si tratta di un fenomeno in cui si verifica una risalita di materiale acido dallo stomaco. 

Molto spesso, si tratta di un evento frequente fino ai 10 mesi, che poi scompare, al massimo, verso i 2-3 anni.

Esistono vari tipi di reflusso:

  • fisiologico: quando non influisce sulla crescita
  • sintomatico: quando il bambino presenta i sintomi, quindi masticamento, rigurgito, ma nonostante questo, aumenta di peso e non ha problemi di salute.
  • patologico: quando oltre ai rigurgiti si verificano sintomi come broncospasmo, perdita di peso, infiammazione dell’esofago.

Come riconoscerlo?

I sintomi principali che possono farci pensare al reflusso sono vomito e rigurgiti anche a distanza dalla poppata, ma il reflusso può anche non manifestarsi con rigurgiti di latte.

A questi possono poi  aggiungersi pianto ed irrequietezza, specie nelle ore notturne, masticamento come se il bambino avesse qualcosa in bocca da digerire, il tirare indietro la testa durante la poppata, tosse o asma, singhiozzo, salivazione eccessiva, pianto durante o dopo la poppata.

In relazione a questo disturbo sono diversi i pareri su quello che bisogna fare o non fare, spesso così contrastanti da mandarci in confusione. Uno tra gli esempi più lampanti è l’allattamento. C’è chi consiglia, in presenza di reflusso, di interrompere l’allattamento al seno e passare al latte artificiale, chi invece sostiene l’inefficacia di questo passaggio. A chi dare retta?

Partendo dal presupposto che nessun bambino è uguale a un altro e ogni caso va trattato in maniera specifica, ci sono dei piccoli accorgimenti che possiamo mettere in atto per alleviare i fastidi di questo disturbo, consigli che vengono dalla nostra esperienza, da quella delle mamme che ogni giorno ci scrivono e dalla nostra Ostetrica Sara Notarantonio.

Cosa fare se un neonato allattato al seno soffre di reflusso?

  • continuare l’allattamento al seno, che sappiamo avere effetti benefici sia sulla mamma che sul piccolo;
  • durante l’allattamento assicurarsi sempre che il bimbo che sia ben attaccato al seno. Meglio scegliere di allattare in posizione seduta, il più verticale possibile, quasi a cavalcioni. Parola d’ordine: sentirsi a proprio agio!
  • anche se è difficile quando siamo preoccupate della salute dei nostri figli, è fondamentale cercare di rilassarsi e stare calme, poiché i bambini percepiscono i nostri stati d’animo.
  • è  importante aumentare la frequenza dei pasti, per evitare che la troppa fame porti il bambino a mangiare con foga e aumenti il rischio di rigurgitare quanto ingerito.
  • poco è meglio: ridotte quantità di latte possono aiutare ed evitare il rigurgito.

Cosa non fare?

  • se pensate che vostro figlio soffra di reflusso non affidatevi ad auto-diagnosi, ma rivolgetevi a uno specialista, un pediatra o un gastroenterologo pediatrico. Se è vero che nessuno conosce il proprio figlio meglio di un genitore, lo è anche il fatto che non bisogna sottovalutare nessun aspetto e affidarsi a chi ha le competenze per una valutazione approfondita;
  • dopo la poppata non mettere il bambino nell’ovetto o sdraiato, ma scegliere la fascia o un marsupio;
  • durante il cambio del pannolino,  stare attenti a non schiacciare lo stomaco del bambino;
  • durante l’allattamento è meglio che la mamma non consumi agrumi, cibi piccanti, teina e caffeina.

Piccoli gesti che, associati a tanta pazienza, possono aiutare molto i nostri bambini, e di conseguenza noi.

Voi ne conoscete altri?

 

photo credit: c r z via photopin cc

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