racconti di papà in vacanzaE così arrivano le vacanze e mentre nelle tue aspettative si crea una immagine di falò in spiaggia e cocktail al bar della piscina, nella realtà si tratta banalmente di temperature impossibili ed invasione di zanzare. Che poi a voler ben vedere il termine VACANZE indica non uno ma due periodi ben distinti della tua vita di papà. VACANZA nel senso al mare (o montagna) con moglie e bimbi o VACANZA nel senso in città a lavorare con famiglia sui monti dai nonni.

Andiamo con ordine.

La prima vacanza propriamente detta è più che altro una prova di sopravvivenza. Vacanza vuol dire che non ci sono nonni, maestre, tate…non c’è un capoufficio che ti tiene al sicuro in ufficio fino alle sette né riunioni di lavoro… no i bimbi son tutti tuoi. Certo ci sono vari livelli di vacanza… quelle facilitate hanno compreso il miniclub, ma le ‘vacanze per papà’ esperti ne sono sprovviste.

Le ‘vacanze per papà esperti’ fanno a meno di tutte quelle certezze che ti aiutano ad arrivare sano di mente a fine mese, dalla televisione ai giochi con cui intrattenere i bimbi.

“Tanto andiamo al mare, si divertiranno un mondo con la sabbia e a sguazzare in acqua” dice tua moglie per rasserenarti. Che in effetti è vero, al mare si portano i giochi del mare. “Si portano i giochi del mare” non è proprio la frase corretta: TU porti i giochi del mare. Nel senso che la mattina alle nove, mentre i bimbi fanno ancora colazione tu ti carichi addosso nell’ordine: Ombrelloni (2 uno per i bimbi e uno per tua moglie), asciugamani 5 (uno per ogni bambino da stendere, uno per ogni bambino per asciugarli ..ovviamente diversi perché i primi si insabbiano, uno per tua moglie…. tu ti asciughi al sole), Borsa da spiaggia contenente crema 30 (per i bambini dalle 10 alle 11) crema 50 (per i bambini dalle 11 alle 12), magliette ignifughe (per i bambini dopo le 12), olio abbronzante per la mogliettina, bottigliette d’acqua con siberini, crackers per la pausa delle 11 per loro, uva per la pausa di tua moglie, bandana (se giocano fuori dall’acqua), costumi di ricambio, e infine i giochi.

Paletta, secchiello, rastrello (chi diavolo lo ha inventato.. avete mai visto un bimbo col rastrello…e allora cosa lo porto a fare…piuttosto due palette), setaccio (idem come per il rastrello), barchetta, formine (usate una volta forse), pallone, aquilone, braccioli (già gonfi che non si sa mai che poi scopriamo in spiaggia che son bucati), canotto, COCCODRILLO (avete presente quell’affare verde di plastica enorme che già odiate a portarlo in spiaggia al mattino… ma pensate al ritorno che bello quando la plastica rovente resa abrasiva dalla sabbia si sfrega contro la vostra schiena).

Appena hai tutto in spalla ti rendi conto che pagare il bungalow 200 euro in più perché più vicino alla spiaggia è stata la scelta migliore della tua vita.

Arrivi in spiaggia, dopo aver convinto la signora anziana incontrata sul tragitto che non vendi nulla, sotto lo sguardo impietosito del bagnino, scarichi tutto, pianti l’accampamento, riempi di crema tutti i bambini (anche quelli non tuoi tanto ormai sei lanciato) con la delicatezza del mostro di Firenze (tua moglie stava per chiederti di spalmarle l’olio, ma scorgendo l’attimo di follia nei tuoi occhi lascia perdere) e ti siedi cercando di asciugarti il sudore con le mani impiastricciate di crema.

È a quel punto che i bambini ti guardano con la faccia tipica del “mi annoio, volevo vedere i pokemon” e tua moglie ti guarda con la faccia da “beh se dobbiamo andare in vacanza e poi tu non vuoi giocare coi tuoi figli…”

Ti alzi, togli la canotta e proponi di fare un castello di sabbia. Guardate bene il bagnasciuga e vedrete che è pieno di papà che da soli scavano buche coi bimbi che li guardano.

Sono gli stessi papà che li riconosci la sera rossi a chiazze…perché vi ricorderete, dopo aver messo la crema 50 ai bimbi si sono asciugati il sudore…e ora sono abbronzati modello Pimpa.

Ovviamente non hai usato il COCCODRILLO, oltre al rastrello e il setaccio e pure la paletta è pulita (l’ha tenuta in mano tuo figlio mentre tu scavavi con le mani), ma il giorno dopo riporti tutto in spiaggia perché non si sa mai.

Diciamo che la vacanza al mare te l’aspettavi diversa (un po’ come quando eri ragazzo e ti vedevi in riva al mare con cuba libre in mano, il vento nei capelli e una modella al fianco e invece bevevi coca cola con la sabbia negli occhi e a fianco avevi il tuo amico con cui eri partito da Milano).

Ma è solo questione di ritmo, l’impatto può essere traumatico, ma è l’impatto, pian piano i bambini trovano nuovi ritmi…lasci il rastrello a casa…se sei furbo buchi il coccodrillo, la crema la metti prima di arrivare in spiaggia, gli asciugami si insabbiano comunque tutti quindi tanto vale portarne meno, con un po’ di malizia hai venduto i bandana dei figli alla signora anziana spacciandoli per foulard e tua moglie ti chiede di spalmarle l’olio mentre i bimbi sono in acqua (e meno male che glielo spalmi a fine vacanze.. se lo facevi subito vincevi un viaggio al centro grandi ustioni del pronto soccorso).  Insomma tutto piano piano rientra sui binari della vacanza vera…tranne il discorso dei castelli di sabbia perché ormai è partita la sfida col papà dell’ombrellone a fianco.

Insomma è solo una questione di tempi…o hai tanti soldi e in vacanza ci stai un mese…o vedi di adattarti in fretta.

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1 Comment

  1. Zia Franny

    Lo ammetto.. ho guardato la firma, capito che era tornato Mr Dad… e sono corsa a leggere. E Mr Dad non delude mai! 😉