Ieri ero al parco con la mia bimba. Improvvisamente, una coetanea duenne l’ha scaraventata per terra… Forse, voleva qualcosa che aveva mia figlia, forse voleva solo giocare o attirare la sua attenzione, dato che la stava ignorando, presa com’era a contare i colombi che bevevano dalle pozzanghere…
Lì per lì avrei voluto sgridare la piccola pugile e difendere la mia creatura in lacrime, ma poi ho fatto un bel respiro e mi sono detta: “Sono bambini”. Sì perché, se ci fermiamo un attimo a pensare, l’età e la maturità, probabilmente, giustificano il gesto e quella non era necessariamente una bambina “aggressiva”.
Una condotta, per essere definita “aggressiva”, infatti, deve essere intenzionale, ma i bambini – soprattutto i più piccoli – sono fisici e bruschi, non per far male ma solo perché, non riuscendo ancora a comunicare efficacemente a parole, comunicano col corpo.
I più piccoli gettano anche per terra i giocattoli e tentano di romperli: questa è aggressività? Anche questa probabilmente non lo è perché è più voglia di scoprire come sono fatti gli oggetti, capire gli effetti delle proprie azioni su un mondo tutto da esplorare, popolato da cose e persone con cui non riescono ancora ad interagire in modo corretto.
L’aggressività è una delle possibili reazioni ad un sentimento di rabbia, che può considerarsi un istinto ad “attaccare”, ma anche a “difendersi”, per sopravvivere e proteggere i propri bisogni, le proprie cose, i propri affetti.
La reazione aggressiva del bambino, che ci tira calci durante il cambio del pannolino o schiaffi perché non vuol andare a dormire è una risposta a quella che lui per primo reputa un’aggressione nostra nei suoi confronti, un’aggressione verso cui si sente impotente e che proviene da chi ama.
Noi lo svestiamo, lo laviamo, lo tiriamo di qua e di là oppure pretendiamo che interrompa il suo gioco sul più bello per ragioni che lui reputa futili e … che reazione pretendiamo? Questa energia “distruttiva” spaventa per primo il bambino stesso, che, quando è molto piccolo, addirittura, potrebbe ulteriormente spaventarsi anche vedendo il proprio corpo agitarsi e dimenarsi senza controllo.
Quante volte mia figlia si arrabbia perché, per esempio, pretende di infilare in una minuscola borsetta tutta la frutta che ha nella sua cucinetta? La sua frustrazione è tale da diventare distruttiva e farle venir voglia di rompere e gettare via borsa e frutta!
La rabbia, infatti, può sfociare in atti di vera e propria aggressione (fisica o verbale) nei confronti:
• delle cose: come nell’esempio appena raccontato di mia figlia
• degli altri: spesso, i bambini picchiano adulti o coetanei o dicono cose spiacevoli (quante volte i nostri figli ci chiamano “bruttte” almeno con tre “t” per rincarare la dose di “cattiveria” o ci cacciano via in malo modo?)
• di se stessi: alcuni bambini piccoli hanno crisi che li portano a darsi con la testa per terra o contro il muro, a trattenere il respiro o comunque a farsi male da soli.
Anche problemi col sonno o con cibo possono essere dovuti ad una rabbia repressa che – se non compresa – inevitabilmente viene fuori nel modo sbagliato, a causa di una più o meno inconscia richiesta di aiuto e attenzione.
Spesso, noi genitori tendiamo a proteggere i nostri bambini dalla rabbia, evitando situazioni che possano provocarla o cedendo a capricci e pretese anche assurde. Teniamo presente, però, che – in situazioni non patologiche – la rabbia è assolutamente “normale”, perciò dobbiamo solo aiutare i bambini ad averne la padronanza.
Che fare, allora?
1. Aiutiamoli a comprendere ed esprimere quelle sensazioni che non conoscono, ma sentono ribollire dentro. Possiamo anche aiutarli a rappresentare situazioni che provocano loro rabbia attraverso un disegno o un gioco con le bambole.
2. Davanti a crisi di rabbia, non arrabbiamoci noi ancora di più, non urliamo più di loro dicendo di smetterla –cosa impossibile se sono in piena crisi – ma lasciamoli sbollire, intervenendo con un deciso “No!” se esagerano (e per “deciso” intendo che sia la nostra voce che la nostra espressione devono essere ferme) o contenendoli fisicamente se rischiano di farsi male, perché sappiano che – se perdono il controllo – ci siamo noi a proteggerli. Ricordiamoci che siamo noi che dobbiamo insegnare ai bambini i confini entro cui è lecito e sicuro muoversi, perciò –quando si saranno calmati- potremo poi spiegare loro –con poche e chiare parole- perché alcuni comportamenti sono sbagliati o dannosi.
3. Aiutiamoli ad imparare come canalizzare e gestire nel giusto modo la rabbia. Non sminuiamo questo loro sentimento, ma facciamo capire loro che ne comprendiamo le ragioni. La rabbia non va repressa né ignorata, ma solo espressa nel modo giusto e gestita senza lasciarsene sopraffare.
4. Evitiamo categoricamente frasi tipo: “Se fai così non ti voglio più bene”, perché il bambino non deve sentirsi in colpa o cattivo, se – magari anche giustamente!- è arrabbiato. È il suo modo di esprimere la rabbia – quindi un comportamento- che noi dobbiamo invitarlo a modificare, non un sentimento, che è naturale e spontaneo.
5. Diamo il buon esempio. Evitiamo di perdere la pazienza anche per un nonnulla, di litigare con il nostro compagno davanti ai bambini, di sfogare la nostra rabbia con schiaffi, sculacciate o parolacce. Lo so che non sempre è facile, ma sforziamoci di adottare sempre un modo calmo (non remissivo, ma fermo) di comunicare (anche se è l’ennesima volta che dobbiamo chiedere loro di venire a tavola!), mostrando come la rabbia – talvolta inevitabile – non debba necessariamente sfociare in aggressività.
6. Videogiochi e programmi televisivi violenti sono da evitare, perché danno cattivi esempi, innervosiscono e provocano aggressivo accanimento.
Consigliato ai genitori:
Davis Daniel D., “La rabbia nei bambini”, Armando Editore 2007
Consigliati ai bambini (da leggere insieme):
Gliori Debi, “Ti voglio bene anche se…”, Mondadori, 2000
Robberecht Thierry, “Piccolo drago”, Zoolibri, 2003
Sgardoli Guido, “Fabio spaccatutto”, Ed. Giunti Junior, 2007
photo credit: iStock.com/maximkabb
15 Comments
Grazie Mariapaola per aver condiviso la tua esperienza e le tue riflessioni, anche mio figlio usa 3 T quando si arrabbia!
Tra i libri per bambini consiglio anche Che rabbia di Mireille D’Allancé e A. Morpurgo edizione Babalibri
Luca, mio figlio ha 10 anni e da circa 3 anni manifesta comportamenti aggressivi nei confronti di tutta la fa miglia . La sua rabbia è rivolta a nche a oggetti che spesso lancia o rompe. Abbiamo sempre cercato di contenerlo fisicamente e cercato di capire le motivazioni della sua rabbia. Io e mio marito ci siamo rivolti ad uno psicologo. Stiamo mettendo in atto strategie specifiche ma ancora nessun risultato. Io sono arrivata al punto di avere paura della sua aggressività fisica e vivo in una continua ansia aspettando una sua prossima crisi. Mi fa male vederlo così e quando sono sola piango, mi sento impotente.
Ciao Gina, immagino la sofferenza e la preoccupazione ma sicuramente lo specialista vi saprà condurre verso la meta, non penso sia un percorso semplice e immediato, immagino si debba avere pazienza… Nel frattempo ti abbraccio, per quel poco che può servire!
M
Non sò da dove cominciare ma credo di avere bisogno di aiuto, ma non sò a chi rivolgermi. Ho una bimba di due anni è da un anno che mostra atteggiamenti aggressivi verso me e i bambini piccoli o grandi che siano…senza che loro facciano nulla lei li prende e gli stritola la guancia oppure li stringe al collo e cerca di morderli… che dire non ho parole…ieri ad esempio all’uscita dall’asilo a cercato di colpire un bimbo e poi si è messa a fare i capricci perchè voleva essere presa in braccio da una mamma e quando l’hà presa mi ha fatto cenno di andare via…sono morta
ciao Federica, mi viene spontaneo chiederti se questi atteggiamenti aggressivi sono iniziati a seguito di qualche avvenimento scatenante (separazione in famiglia, nascita fratellino, cambio asilo, etc)
Ne hai parlato con il pediatra per caso?
Ciao, no sinceramente non saprei tra gli esempi che mi hai citato non è successo nulla di tutto questo…ho ragione a preoccuparmi? Con il pediatra non ne ho parlato appena possibile lo farò anche se non mi aspetto molto…ha sempre tanta fretta. grazie comunque
Salve a tutte,riguardo all’argomento il mio bimbo di tre anni,mi sembra vada molto a pelle,nel senso che se vede qualche bimbo/a che non gli va bene lo prende du mira dando spinte,botte e quant’altro. È successo anche pochi gg fa con una bimba che nn aveva mai visto, e pensare che al nido é dolcissimo anche con i più piccoli.Come comportarsi in questi casi?
[quote name=”silvia”]Salve a tutte,riguardo all’argomento il mio bimbo di tre anni,mi sembra vada molto a pelle,nel senso che se vede qualche bimbo/a che non gli va bene lo prende du mira dando spinte,botte e quant’altro. È successo anche pochi gg fa con una bimba che nn aveva mai visto, e pensare che al nido é dolcissimo anche con i più piccoli.Come comportarsi in questi casi?[/quote]
Ciao Silvia, hai provato a capire se ci sono fatti scatenanti o davvero è solo “a pelle”? Comunque sono davvero nella maggioranza di casi delle fasi che i bimbi di questa età attraversano, io cercherei di puntare molto sul “buon esempio”, impara tantissimo per emulazione, facciamogli vedere che ci sono altre forme di comportamento con le quali potrebbero ottenere maggiori risultati 🙂
Lo trovo molto realistico e di aiuto. Quanto è importante non cancellare la rabbia dalla lista delle emozioni!!! è quanto di più naturale possa esistere nell’essere umano. Accettandola come sentimento legittimo quando sentiamo che i nostri diritti sono lesi (per il bambino non ottenere un gioco che secondo lui gli spetta è un’ingiustizia bella e buona), possiamo imparare anche a trovare un modo per non AGIRLA, che invece è ciò che procura danno. I bambini hanno il diritto di sentirsi arrabbiati e vanno aiutati a non agire ciò che sentono. Grazie Mariapaola per gli stimoli offerti.
grazie a te per questa importante riflessione!
mi è capitato a volte di sentire gli adulti definire le reazioni aggressive dei bambini come “maleducazione”, cosa che mi sembra fuori luogo in questi casi, se si tratta di bambini piccoli.
Quando da molto piccolo vedevo mio figlio particolarmente arrabbiato o nervoso gli proponevo di giocare con l’acqua (una semplice bacinella con recipienti per travasare), cosa che ha sempre avuto un effetto calmante e benefico in questi casi.
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