La settimana scorsa sono arrivate molte storie ricche di profonda forza e cariche di emozioni.
Ho versato, leggendole, alcune lacrime immaginandomi queste donne, neo madri, che cercavano ogni briciola di forza in se stesse per affrontare prove difficili e ne ho parlato QUI.
La vita a volte è davvero tosta!
Questa settimana, leggendo la storia che Pamela ha lasciato su www.mellincuoredimamma.it, mi è venuta invece da fare una riflessione un po’ generale sul post partum.
Proprio ieri ero a pranzo da un’amica che ha partorito la sua bimba 3 mesi fa, poche settimane dopo la nascita di Micol.
Abbiamo chiacchierato di tantissime cose come solo le mamme sanno fare (e le donne in generale, ma va beh!).
Uno degli argomenti ricorrenti tra neomamme è senz’altro il racconto del parto.
Quale mamma non ADORA sopra ogni cosa raccontare all’infinito il suo parto???
Raccontare la nascita del proprio figlio, riviverla con le parole e risentire certe emozioni è qualcosa che non ci stancherà mai.
Ogni occasione è buona e la migliore è raccontarsi proprio tra neomamme!
E così, tra un piatto di insalata e un cestino di ciliegie (sì, siamo entrambe a dieta, ok?), abbiamo parlato di contrazioni, di mariti super bravi ma anche un po’ bistrattati, di medici che hanno rischiato un calcio sulle gengive per una frase “poco intelligente” detta durante il travaglio, di ostetriche dolci e forti al tempo stesso, di fasi espulsive e manovra di Kristeller, di primi vagiti e di lacrime, tante e calde lacrime…
“No, no, io non partorirò più! Questo è certo! Tu sei matta ad averne fatta un’altra di figlia! No, non mi fregano più”: così ha decretato ieri la mia amica (le do tempo un paio di anni al massimo per iniziare a ricredersi).
E io: “Io partorirei di nuovo DOMANI ma il post partum, ecco quello me lo eviterei volentieri”.
Eh già, il post partum, quei fatidici e lunghissimi 40 giorni assolutamente allucinanti, ormonalmente sballati, psicologicamente offuscati, emotivamente provanti.
La mia esperienza l’ho già raccontata QUI e QUI e quindi non vorrei dilungarmi oltre.
Ma ripensando a quei momenti e alle parole di Pamela e di tante altre mamme ho capito una cosa: spesso il primo sorriso (che arriva tendenzialmente tra il primo e il secondo mese) segna la SVOLTA, il momento in cui si inizia a rivedere LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL.
Quel bimbo che ci guarda e ci sorride ci fa capire che il peggio è passato, che da quel momento in poi tutto filerà per il meglio, ritroveremo il nostro equilibrio, la nostra stabilità e saremo felici.
Ecco perchè forse attendiamo quella prima smorfietta con così tanta impazienza.
Ecco perchè con quel primo sorriso ci illuminiamo e sorridiamo a nostra volta.
Il post partum è finito!! Alleluia!
Continuate a lasciare i vostri racconti su www.mellincuoredimamma.it, alcune storie verranno commentate proprio qui, insieme a voi.
Vi invito a leggere le belle testimonianze di queste mamme andando su questo LINK e a lasciare il vostro racconto.
Per ogni storia raccontata Mellin devolverà il contributo di 1€ alla Fondazione Onlus Magica Cleme che offre a tutti i bambini in cura e alle loro famiglie un momento di svago al di fuori delle mura ospedaliere.
Inoltre potete seguire Mellin e le sue iniziative nella nuova pagina di Facebook
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