Come potete immaginare accompagno spesso i miei nipoti al parco giochi e mi trovo a fare una riflessione.
Premetto che frequento anche il parco giochi del paese dove andiamo a passare le vacanze in montagna e ho verificato una certa differenza tra il comportamento dei bambini di Milano e quello dei bambini trentini di Carisolo.
Mio nipote più grande (5 anni) ama il gioco del calcio e appena si trova un pallone tra i piedi non sa resistere a tirare. Il problema si pone quando il pallone non è suo e magari è già in uso a qualche gruppetto di altri bambini. Lui generalmente si mette a bordo campo con aria implorante e spera che lo chiamino a giocare.
Se questa strategia non funziona si arma di coraggio e inizia a chiedere “POSSO GIOCARE ANCH’IO?”.
Vi assicuro che nella quasi generalità dei casi le risposte possono essere (in ordine casuale):
– no perchè stiamo facendo una partita
– no perchè sei troppo piccolo
– no perchè non sei capace
– no perchè siamo già in tanti
Insomma la risposta è : NO!
Cosa ho verificato invece sul campo di calcio del parco di Carisolo?
I bambini “rigorosamente del luogo” arrivano alla spicciolata e si trovano proprio al campo. Iniziano le varie “conte”, organizzano le squadrette e iniziano a giocare.
Se per caso arriva un bambino e si piazza a bordo campo, sempre nella quasi generalità dei casi, gli chiedono : VUOI GIOCARE? E vi assicuro che questo si verifica anche nel caso di ragazzini di una decina di anni quindi ben più grandi di mio nipote.
E qui mi fermo con il raccontare per farvi una preghiera: insegnate ai vostri bambini ad essere generosi con quelli più piccoli, con quelli meno bravi, con quelli meno forti di loro.
A volte basta soltanto un “dai fai due tiri in porta!!!”
Naturalmente ho parlato del gioco del calcio ma vale per qualsiasi altro tipo di gioco.
Non sai salire sulla piramide? Invece di dirgli “come sei scarso, non sei capace!” proviamo a dirgli “dai prova a fare come me!”.
Sono piccole cose, lo so e non voglio naturalmente generalizzare però proprio dalle piccole cose nascono quelle ben più grandi e importanti.
2 Comments
Ho fatto una riflessione simile domenica pomeriggio al parco. La naturale “prepotenza” dei bambini è spesso molto poco controllata dai genitori, se non assecondata, in alcuni casi quasi suggerita. Bisognerebbe ricordarci tutti che la tolleranza e l’empatia non sempre sono un’attitudine e che spesso andrebbero coltivate entrambe con più cura.
Hai ragione quando dici che spesso la “prepotenza” dei bambini è poco controllata dai genitori. Anzi dalla mia esperienza mi pare di capire che proprio quando i bambini si muovono da soli riescono a raggiungere i risultati migliori per quanto riguarda tolleranza e empatia.