La domenica sera, nei weekend a cinque, è “serata pizza“. Con una confezione di pasta dell’Esselunga, facciamo pizze tonde per tutti i gusti (o un unico pizzone rettangolare se la stanchezza è oltre la soglia). La sorellona ama il gorgonzola, il piccolo i wurstel, la piccola per ora non sceglie e vista la sua dermatite cronica si prende la margherita (che con tutto quel pomodoro è l’ideale per chi soffre di quel fastidio…). Noi grandi variamo: a volte cipolle, oppure acciughe e olive. Qualche volta prosciutto e funghetti. Dipende anche da quello che c’è in frigorifero e in base alle preferenze si crea.
Di solito finisce in un batter d’occhio. L’unico che si lamenta, ma fa parte del suo modo di essere, è il piccolo: “mamma, scotta”. “Mamma, la voglio mangiare con le mani” (e naturalmente tu gliel’hai appena tagliata a pezzettini). “Mamma, la voglio a pezzettini” (ed è ancora la fetta intera). Le due “ragazze”, invece, divorano in silenzio. La sorellona spesso chiede il bis. La piccola ne è golosissima, tanto che una delle poche parole che sa dire per intero è proprio PIZZA (oltre a TORTA). Per il resto il suo linguaggio si ferma ancora a mamma, papà, caqua (acqua), miao e bau.
Ma non siamo qui su MammaMatrigna per parlare di cucina… È che la pizza è il segnale dell’addio. Indica che il weekend è finito, e aiuta a rendere meno triste il distacco. Fino a che vivevamo tutti vicini il weekend con la sorellona valeva tre notti e la mattina del lunedì si approfittava dell’ultima colazione assieme. Da quando ci siamo allontanati di una trentina di chilometri, il weekend a 5 termina verso le 21, quando sorellona e papà partono.
Ultimamente i saluti sono un po’ burrascosi: il piccolo, che ormai ha 4 anni, oscilla tra la rabbia e il dispiacere. “Ma come, va già via, non resta una settimana?” domanda. “Lo sai, domani bisogna andare a scuola, e la sorellona deve tornare dalla sua mamma…”. Poi, almeno l’ultima volta, quando lei voleva salutarlo, lui l’ha cacciata via “non ti saluto, vattene”. A quell’ora i bambini sono stanchi e suscettibili, eppure in quei momenti succede qualcosa che non è semplice vivere. Il piccolo a differenza di noi adulti che abbiamo indurito la pelle, manifesta tutto il suo dispiacere.
Ecco un altro capitolo della lunga storia delle famiglie allargate: distacchi, addii, saluti frettolosi e abbracci al volo fanno parte della routine. È un continuo andare e venire, vedersi e riconoscersi, allontanarsi e ritrovarsi, ripartire e ricostruire. Faticoso, eh sì. Ma la pizza aiuta, e pure il passare degli anni.
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3 Comments
complimenti, leggo sempre con piacere il tuo punto di vista (ironico e ‘leggero’), sulla vita delle famiglie allargate.
mi sa che la vostra è proprio al top 😉
Al top?! 😆 non saprei…io sognavo la famiglia mulino bianco:due bambini un cane e un maritino perfetto. Poi,con il mio ex,tutto si é rotto con dolore profondo.ed è arrivato lui..uomo separato con bambina di 4 anni..e oggi siamo qui.la vita è dolore ma anche sorpresa.incrocio le dita tutti i giorni
Grande Michela! Per il post e per questo ultimo commento. Sai dire con estrema franchezza, sincerità e dolcezza quello che quasi ogni ‘mamma matrigna’ prova.. Grazie e al prossimo post