“LE PRIME E LE SECONDE! LE PRIME E LE SECONDE…”

Sento il Bidello effettuare la prima convocazione dalla porta d’ingresso.

Entriamo di corsa nella scuola primaria. Di corsa facciamo le scale e, una volta arrivati in cima, passo lo zaino alla Belva Sr. Mi affaccio al corridoio per vedere se la strada è libera e, in lontananza, vedo lei, Marina SUVA che parla con la Maestra.

“…no, ma sa, mio figlio verrebbe anche da solo in classe, ma sono io che ci tengo, sa… sono un po’ ansiosa…a tal proposito le avevo portato…”

E comincia a tirare fuori della borsetta del materiale che consegna alla maestra, nello specifico:

  • 1 termometro
  • 1 igrometro a capelli per misurare l’umidità, e PER CARITA’, i capelli sono i suoi, perché ormai è tutto Made in China e non ci si può fidare!!!!
  • 1 diagramma psicrometrico – altrimenti detto del benessere – temperatura/umidità in comodo formato A3
  • 1 maglia di lana
  • 1 maglia in cotone
  • 1 split con funzioni pompa di calore e deumidificatore

Sento le ultime parole trasmesse alla Maestra:

“…così, in base ai valori di temperatura e umidità, può decidere se mettergli la maglia di lana o di cotone o se sia il caso di intervenire con lo split, perché, sa, lui è di salute cagionevole…”

“Certo, certo. Guardi, metto tutto qui dentro, nel grande armadio a due ante su quella parete, con quel dipinto così realistico del paesaggio esterno” e, come il grande Totò, con grande condiscendenza, butta tutto di sotto dalla finestra.

“Ma è sicura, Maestra?”

“Ma certo! E’ lì che archivio tutto il materiale che mi consegnate!” dice con un ampio e tranquillizzante sorriso.

“Va bene, va bene, ora devo proprio andare, ché devo andare a consegnare anche il grande!”

Saluta la maestra, e si incammina nel corridoio, mentre il figlio grande, grattandosi la barba, le dice:

“Ma mamma, almeno oggi, posso andare in cantiere da solo?”

“Ho detto di no! La devi smettere di chiederlo! Lo sai che ci tengo!!!”

Io mi giro verso la Belva Sr e lo saluto, quando lui mi guarda strano e mi dice “Papà…”

Ecco lo sapevo. Dovevamo portare qualcosa. Che mi sono scordato? Mi sento subito una fitta in mezzo al petto.

Che mi sono scordato? Acqua? Merendina? No, ci sono, sono nello zaino. Forse qualcosa che dovevano portare alla maestra?

Chiudo gli occhi e mi concentro e visualizzo Lei che mi dice:

“Mi raccomando, non ti scordare sajdkasldjaldjsk”

Sajdkasldjaldjsk! Sajdkasldjaldjsk! Maledetti ricordi annebbiati!

Perché non mi ricordo? Perché non mi ricordo mai? Forse l’ho scritto da qualche parte? Ma non mi ricordo nemmeno di averlo scritto! Ha detto pure “Mi raccomando”, per cui il grado di attenzione richiesto era sicuramente almeno IX della Scala Mercalli, il che significa con conseguenze distruttive, ossia “rovina totale di alcuni organi interni e gravi lesioni in molti altri; vittime umane una (io)”.

Concentrati!

Qualcosa per la Maestra? Un’arancia per l’ora di scienze? Un vocabolario per l’ora di italiano? Un crocifisso per l’ora di religione?

Ma questi in prima elementare già fanno gli esami con i crediti? Ma quante materie hanno che sanno a malapena scrivere? Cosa?

Storia? Geografia? No, ora si chiama spazio-tempo…Forse una McLorean? Un campione di tessuto epiteliale? Un armadillo in cattività? La risoluzione del teorema di Bolzano-Weierstrass? COSA? COSAAAAAA??????

“Papaààà?”

Mi butto in ginocchio e vorrei cospargermi il capo di cenere, ma non trovandolo, mi sbriciolo un gessetto sulla testa e mi straccio le vesti.

“Papà!”

“Dimmi figlio mio! – dico coi capelli bianchi e il torso ignudo come il Re Ezechia – Indicami la mia colpa e spero tu possa un giorno perdonarmi!!!”

“No, ti volevo solo salutare! A dopo!”

E se ne va trotterellando per il corridoio come se nulla fosse.

Mi ricompongo mentre la Belva Sr sarà ormai entrata in classe, mentre noi ci avviciniamo alle scale, quando sento un rombo che ci fa soprassedere. Come gli indiani, subito poggio il mio orecchio a terra, per capire quello che sta succedendo.

Il suono martellante non mi lascia dubbi.

Prendo per mano la Belva Jr e le dico “PRESTOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!”

Scendiamo incolumi la prima rampa di scale, quando davanti a noi, una rampa più sotto, assistiamo ad uno spettacolo agghiaccianteUna mandria di 100, forse 200 capi di bambini-bufalo accorrono nella nostra direzione, per entrare a scuola, muggendo storie di figurine, principesse e compleanni.

I bidelli, come cani pastori, sono ai lati della mandria, trascinati dal flusso, abbaiando “PIANO, PIANO PER LE SCALE” e, con qualche colpo di frusta, cercano di convogliare i capi impazziti, ma dal terrore che vedo nei loro occhi, sono ormai consapevoli di essere perduti.

Mi arrampico con la Belva Jr su un estintore e aspettiamo che la situazione si tranquillizzi.

I bidelli sono ormai sopraffatti, calpestati dalle innumerevoli Adidas, Naturino e Scarpe Antinfortunistica ai piedi della Mandria. E la mandria sembra non aver mai fine.

Già mi vedo, io, Mufasa, lì a terra esanime mentre le due mie Belve vengono cresciute da un facocero e un altro non ben identificato animaletto parlante similscimmia. Devo inventarmi una alternativa.

Vedo una porticina sul nostro lato.

Se non ricordo male, dovrebbe essere la porta di accesso alle scale che conducono direttamente alla scuola dell’infanzia! BINGO!

Con un senso di speranza, prendo per mano la Belva Jr e le dico “Andiamo”!

Il tempo di aprire la porta, che mi sento gridare dietro.

“EHI VOI! DOVE STATE ANDANDO???”

Mi giro, ed è lei.

La Direttrice. Henrietta Graf Von Schneider.

“CATTURATELI!!!!” “E UCCIDETELI!!! NESSUNO PUO’ PRENDERE I COMODISSIMI PERCORSI INTERNI DESTINATI SOLO A NOI E A NESSUN ALTRO!!! TRUCIDATELI E PORTATEMI INDIETRO LO SCALPO DEL GENITORE CHE SFOGGERO’ SUL MIO COLBACCO AUTUNNO-INVERNO DELL’ANNO PROSSIMO!!!!”

Una squadra di collaboratori scolastici, in uniforme nera con la fascia al braccio con la scritta “BB – Bidelli Bastardissimi” si gettano al nostro inseguimento.

Ci lanciamo giù per le scale, con loro dietro di noi.

Una porta.

La apriamo e ci troviamo nel lungo corridoio della Materna. Avanziamo con andatura tranquilla in modo da non dare troppo nell’occhio. Mi giro e vedo spuntare dalla porta il primo di loro, che subito mi riconosce, e vedo che sta per lanciare l’allarme.

La situazione è drammatica. Devo escogitare qualcosa immediatamente.

Con la coda dell’occhio vedo un bagno e mi illumino. Guardo verso di loro e dico ad alta voce:

“Scusi Bidello, c’è della pipì sul pavimento in bagno, ci può pensare lei?”

Eclissati. In un decimo di secondo… scompaiono tutti.

E’ fatta!

photo credit: Riding school bus to cloud 9 via photopin (license)

 

 

 

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