La notizia arriva da New York. Il sindaco Bloomberg ha deciso di portare avanti una campagna a sostegno dell’allattamento al seno e da settembre sono previste alcune novità.
Come prima cosa alla dimissione dall’ospedale dopo il parto le neo mamme non riceveranno più confezioni di latte in polvere da portare a casa. Questa oggi è una pratica diffusa in America ma già molti ospedali della City, 27 su 40, hanno acconsentito a non regalare più latte formulato alle neomamme.
La mamma, se farà richiesta di latte artificiale, riceverà dallo staff dell’ospedale documentazione e spiegazioni dettagliate sui benedici del latte materno.

Altra novità: per ottenere in ospedale il latte in polvere sarà necessario esibire una ricetta medica, proprio come per i farmaci.
Ovviamente queste pratiche sono finalizzate a rendere più complicato il reperimento del latte artificiale favorendo quindi, come conseguenza, l’allattamento materno (o almeno questo è l’obiettivo di Bloomberg).

Sembra però che la maggior parte delle madri newyorkesi abbia reagito reclamando il proprio diritto di scelta.

 

Questa è la notizia e questo è quello che ne pensiamo noi.

 

Manuela


Sei mesi fa ho partorito e alla dimissione dall’ospedale (a Milano) mi hanno consegnato 2 fogli. In uno erano elencate le proprietà e i benefici dell’allattamento al seno e le risposte alle domande più frequenti. Nell’altro vi erano alcune indicazioni su come preparare un biberon di latte formulato, quantità e modalità di preparazione.
Nessuna segnalazione di marca di latte in polvere come nessun campione omaggio di formula (in Italia è vietato dal Ministero della Salute).

Quello che, da neomamma, mi viene da obiettare leggendo delle novità introdotte da Bloomberg è che una campagna per l’allattamento a mio parere deve come prima cosa puntare ad aumentare il sostegno post parto alla neomamma, sicuramente durante il ricovero in ospedale (in America dimettono dopo poche ore dal parto…) ma soprattutto DOPO, quando la mamma torna a casa e si ritrova da sola con il bebè.

Quindi, va bene tutto, eccellente che venga preso a cuore dal sindaco di NY l’allattamento al seno e quindi la salute dei neonati, ma non è scoraggiando l’acquisto del latte in polvere e rendendo i primi giorni post partum più complicati che si convincerà una neomamma ad allattare. Le neomamma vanno sostenute con amore e pazienza e anche capite e ascoltate qualora non riescano (per mille e più motivi) ad allattare al seno.

Questo è il mio modesto parere, di mamma che ha allattato poco o nulla.

 

Laura


Io ho allattato entrambi i miei figli. Il secondo lo allatto ancora a 16 mesi.

Ci sono due cose che mi sento di dire su questo argomento. La prima è che c’è poco rispetto per l’allattamento in generale, naturale o artificiale che sia.

Ho visto un paio di puntate di una nota trasmissione televisiva che racconta il momento della nascita. Negli Usa. Mai visto una madre allattare. Una madre va sostenuta, aiutata, informata; non bisogna, per l’ennesima volta, prendere delle decisioni al suo posto.

E’ vero che spesso è da azioni “di rottura” che può nascere il cambiamento, quindi ben venga questa presa di posizione in un paese in cui, temo, di naturale è rimasto un po’ poco.

La seconda è che bisogna formare molto di più il personale ospedaliero. Non basta imporre delle regole. Io devo di sicuro ringraziare i due ospedali in cui ho partorito i miei figli. Hanno avuto molta molta attenzione per l’avvio all’allattamento dicendomi esattamente come stavano le cose, fornendomi la possibilità di essere seguita anche dopo.

Il primario di pediatria, vedendomi da subito allattare con una certa facilità il mio secondo figlio, mi disse se le va dia un’occhiata alle altre (riferendosi alle mamme in stanza con me), spesso le mamme si fanno problemi a chiedere aiuto e preferiscono trovarlo in altre mamme… questo secondo me significa, per prima cosa, crederci!

 

Fonte: Huffington Post New York

Un grazie all’amica Vanessa Campolo che ci ha segnalato la notizia.

 


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