Quando si pensa ai neonati, le immagini più ricorrenti sono delicatezza, fragilità,  protezione. Una protezione e una risposta ai bisogni che viene da dentro e che vale per tutti i bambini, ma ancora di più per chi nasce in condizioni che accentuano questa fragilità e che li rendono più vulnerabili, come i neonati prematuri.

Oggi con noi abbiamo Pietro, marito di Giusy e papà di Chiara, una bimba nata prematura. Attraverso la sua voce, il suo racconto vogliamo parlare di cosa significhi vivere l’esperienza di una nascita pretermine, quali i sentimenti e le risorse che questo evento inaspettato mette in gioco, quali i bisogni di chi la vive, grandi e piccoli…

Neonati prematuri: la Storia di Pietro, Giusy e…Chiara!

Siamo una coppia a cui 7 anni fa è arrivata la comunicazione, come un fulmine a ciel sereno, che nostra figlia sarebbe nata prematura.

Mia moglie si era recata in ospedale per farsi rilasciare certificazione di poter lavorare anche l’8° mese. Stava benissimo e non accusava alcunché. Invece all’ecografia emerge che Chiara (ancora non aveva il nome definitivo, lo abbiamo scelto in quei momenti concitati) dall’ultima ecografia del mese prima non era cresciuta.

Diagnosi: mancato adattamento dell’arteria uterina. Chiara rischiava di “morire di fame” perché dall’arteria che la nutriva non passava il nutrimento “sufficiente”. Così invece del certificato a mia moglie  i medici hanno caldamente consigliato il ricovero.  Da quel giorno mia moglie è stata monitorata costantemente con doppia ecografia giornaliera. Chiara rischiava di nascere da un momento all’altro se i valori si fossero alterati e avesse iniziato a soffrire. Così con quel patema d’animo è passato il primo giorno, poi il secondo, il terzo… fino al dodicesimo giorno, raggiungendo il compimento di 28 settimane e 6 giorni.

Quei 12 giorni in cui Chiara è dentro la pancia della mamma sono stati oro colato per la salute di nostra figlia. Chiara ha dovuto immediatamente adattarsi e attaccarsi alla vita col suo corpicino indifeso, ma la salita e l’impegno, che pure sono stati enormi da parte sua, credo che sarebbero state ben altre se fosse nata a 27 settimane e 2 giorni.

Nata 800 grammi. Con il calo fisiologico Chiara è arrivata a pesare 620 gr. Poi da quel fondo piano piano la risalita, ogni giorno una dimostrazione e una conquista in più fino arrivare ad oggi a festeggiare il 7° compleanno di una figlia che ci dà gioie e soddisfazioni.

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©PietroG

Neonati prematuri: difficoltà e preoccupazioni

All’inizio c’è la preoccupazione per la vita stessa, che non ce la faccia. Che sia solo una meteora su questa terra squarciando di dolore chi tanto l’aveva atteso un dono tanto grande.

Poi c’è la preoccupazione per la salute, della disabilità nascosta dietro ogni angolo. Ogni ecografia cerebrale era un sussulto al cuore. Il pericolo di emorragia era sempre costante e ogni responso negativo scacciava via quell’ansia che tuttavia montava fino al prossimo esame. Poi la preoccupazione che possa essere cieca, oppure sorda o anche se sarà mai in grado di parlare o di camminare. Preoccupazione di tutte quelle cose che magari non sfiorano nemmeno i genitori di un bimbo nato a termine, mentre rappresentano il substrato di notte insonni per chi passa attraverso l’esperienza della prematurità. Tutto ciò che è normale per altri genitori con bimbi a termine diventa eccezionale per chi vive la prematurità.

Nascere prematuri: i bisogni di bambini e famiglia

I bimbi hanno bisogno della presenza costante dei genitori, non solo della mamma, ma di tutti e due. Non sappiamo se esistono evidenze scientifiche in merito a questa affermazione ma la presenza dei genitori, la costanza nell’accudimento e del prendersi cura giova sicuramente al neonato e quando la mamma e il papà non ci sono, sono le zie, gli angeli in camice verde, le infermiere della patologia neonatale che fanno le loro veci. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere, nella nostra esperienza, persone fantastiche. Persone che  ispiravano sicurezza e tranquillità, consapevoli di essere custodi del tesoro più prezioso per un papà e una mamma. E per questo non finiremo mai di ringraziarle abbastanza. Forse un supporto psicologico, e comunque un “racconto” che anticipa il percorso che sarà affrontato potrebbe fornire una risorsa importante per i genitori “spiazzati” dalla nascita prematura.

Consigli? No, auguri…

Nessun consiglio per una coppia che si trova a vivere un’esperienza del genere, solo…

…l’augurio e la speranza che un giorno possano essere testimoni di una storia dura, sofferta ma sostanzialmente positiva come la nostra.

Vivere l’esperienza momento per momento, conquista dopo conquista. Partecipare ad ogni sofferenza e gioire pienamente per ogni piccolo passo in avanti. E poi condividere entrambe le cose con altre coppie che stanno vivendo la stessa difficoltà. Forse. Sulla base della nostra esperienza, potremmo consigliare di non pensare a lungo termine, solo al giorno del ritorno a casa, ma affrontare giorno per giorno, con coraggio e col sorriso rivolto alla propria creatura, uniti anche per superare i momenti colmi di incertezze.

Neonati prematuri: cosa fa la differenza?

Abbiamo avuto la fortuna di avere accanto persone che non ci hanno mai fatto sentire da soli, dai familiari agli amici, dalle altre coppie con cui condividevamo la stessa esperienza, alle infermiere del reparto di patologia neonatale. Percepire tanto affetto ci ha dato la forza di affrontare serenamente l’esperienza. Ma pensando alle coppie che invece hanno la percezione di affrontare da sole questo percorso, crediamo che un supporto di tipo psicologico debba essere necessariamente previsto. Uno psicologo che, in reparto,  supporti il percorso unico di ogni esperienza del genere.

Grazie a Pietro per aver condiviso con noi la sua storia… ci ha davvero emozionato!

Photo credit: FeeLoona – pixabay

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