Fasciare i bebè è un’usanza molto antica: lo swaddling, come viene chiamato in inglese, consiste nell’avvolgere il proprio piccolo con una mussola per farlo sentire protetto e ricordargli le sensazioni che provava nella pancia della mamma.

In vari ospedali oggi ai genitori viene consigliato di fasciare il neonato e, nonostante le opinioni su questa pratica siano contrastanti, secondo l’AAP, l’American Academy of Pediatrics, quando viene eseguita correttamente, può favorire il sonno e la tranquillità nei bambini.

Fasciare il proprio bebè: le linee guida

Assicuratevi di fare questa operazione in maniera del tutto sicura:

  • disponete un telo morbido (in commercio se ne trovano di appositi) a forma di diamante piegando l’angolo superiore fino a metà del telo;
  • posizionate poi il bimbo al centro lasciando che qualche centimetro di mussola esca dalle sue spalle. Il braccino dovrà essere accostato al suo fianco, senza essere rigido;
  • rimboccate poi la parte laterale del telo dietro alla schiena del bebè. A questo punto, prendendo la punta inferiore del diamante piegatela sul suo petto, lasciando possibilità di movimento alle gambe;
  • completate poi chiudendo il bozzolino ripetendo l’operazione del braccio morbido lungo il corpo.

Su YouTube trovate tanti video tutorial per provare a farlo!

Fasciare i neonati: i benefici

Serenità, contenimento e calore: il parto per i bebè è un evento tanto traumatico quanto per le mamme! Non è da sottovalutare dunque il pieno di coccole e di amore che deve ricevere il bambino appena nato.

Vi è capitato di notare degli scatti delle loro braccia verso l’alto, scoordinati (ma molto teneri), senza delle vere motivazioni? Derivano proprio dalla sensazione di vuoto. Lo spazio che hanno nella pancia negli ultimi mesi infatti è sempre più ridotto e, se da un lato si sentono stretti, dall’altro ricercano quella stessa sensazione anche dopo la nascita. La fasciatura dunque li aiuta a trovare pace e sicurezza.

Se poi il vostro bimbo è vittima di odiose coliche, il contenimento può aiutarlo a tranquillizzarsi e a cedere al sonno, alleviando pianti disperati tipici dei dolori di pancia. Diversi studi scientifici hanno evidenziato l’efficacia dello swaddling anche per i nati prematuri e per familiarizzare con l’acqua: potrete infatti provare ad immergerlo fasciato, slegandolo poco alla volta così che abbia un contatto graduale con l’acqua.

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Fasciare sì, ma senza esagerare!

Fate sempre dormire il bimbo sulla schiena nei primi mesi per evitare rischi di soffocamento, ancora di più se è fasciato. Mai dunque posizionarlo sul fianco o a pancia in giù. Non solo, la fasciatura impedisce i movimenti e può, a lungo andare, avere risvolti negativi sulle anche. Nicholas Clarke, professore del Southampton University Hospital, ha detto: “La fasciatura tiene le gambe dritte, cosa che può alterare lo sviluppo dell’articolazione dell’anca. Per consentire un sano sviluppo delle anche, le gambe devono essere in grado di potersi piegare e curvare, non devono quindi essere avvolte in modo stretto, in estensione e tirate insieme”.

Fino a quando fasciare il bebè

È consigliabile non superare il terzo mese di vita, quando il piccolo inizia a rendersi conto dello spazio e soffre meno la paura del vuoto. Attorno ai 60 giorni i bambini iniziano a portarsi le mani alla bocca ed è giusto lasciare loro la possibilità di sperimentare e sviluppare la coordinazione dei movimenti. La fasciatura può essere sostituita con un sacco nanna, soprattutto se si è nei mesi freddi.

 

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Innamorata della vita, dei viaggi, della buona cucina. Smanettona, amo i social e la condivisione, più offline che online: le lunghe tavolate, le domeniche in famiglia, la risate esagerate. Freelance per vocazione, lavoro sul web dal 2009, nel 2013 divento co-founder di PaperProject.it. Nel 2016 realizzo il mio più grande sogno: diventare la mamma di Giacomo.

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