Osservo il presepe che abbiamo allestito in casa. È lo stesso che facciamo da più di 60 anni. Ero una bambina quando lo faceva mio padre, poi lo abbiamo fatto per le mie figlie e ora è rimasto il “nostro” presepe, mio e di mio marito.
Quali sono i sentimenti che mi ispira il mio presepe? Sono essenzialmente tre:
POVERTÀ – quanto erano poveri Maria e Giuseppe che non poterono far nascere il loro bambino tra agi e lussi, ma in una stalla e quanto erano poveri i pastori che vivevano sotto le stelle avendo cura dei loro greggi.
SEMPLICITÀ – semplicità di cuore, semplicità di azioni: non si sono posti tante domande i pastori quando la stella indicò loro la strada e si sono mossi verso il luogo della nascita di Gesù.
UMILTÀ – gli umili sanno mettersi in discussione e sanno accettare i consigli e gli inviti a mettersi in cammino.
Come sarà questo Natale 2013 fuori e dentro le nostre case? Sarà povero, semplice, umile? Non ci viene chiesto di rinunciare a regali e pranzi, ma forse un po’ di ridimensionare gli eccessi. Se vogliamo, riscopriamo una parola importantissima: sobrietà e soprattutto trasmettiamola ai nostri bambini.
Le nostre tavole siano imbandite come è giusto quando si vive una grande festa, perché la nascita di Cristo è una grande festa ma senza eccessi e sprechi. Scambiamoci regali, sono segno di amore e amicizia ma senza esagerazioni, basta un piccolo segno: per rafforzare i sentimenti non servono grandi cose.
E se invece in casa vostra non ci sarà un presepe ma un albero, spiegate ai vostri bambini che questi bellissimi alberi, riccamente addobbati di palle e luci colorate, esprimono il nostro entusiasmo per questa festa che segna una svolta nella vita di ognuno di noi, credenti e non.
Buon sobrio Natale a tutte, care amiche!
p.s. Ecco il mio presepe…
photo credit: alinababafriend via photopin cc
1 Comment
Ancora mi ricordo quando da bambine aprivamo, uno ad uno, i fogli di giornale con i quali venivano avvolti i personaggi del presepe. Ognuno di noi pescava dal sacchetto quello che gli piaceva di più, o quello che, in cuor suo, pensava essere il personaggio che cercava, che voleva trovare.. E quando questo succedeva sentivi un grido di gioia “guardate, ho trovato Gesù bambino”. E non importava che fossi io, mia sorella, la mamma o il papà… l’entusiasmo era uguale per tutti! Meraviglia!