Ciao a tutte, sono un papà. Un papà come ce ne sono tanti, un papa’ che scrive su un sito di mamme… un papà che ama il rischio, un po’ come se Diego Abatantuono scrivesse sul sito di Forza Inter… un papà che si sta gia’ mettendo nei guai parlando di calcio su un sito di mamme… e sono solo alla terza riga.
Ricominciamo.
Ciao a tutte. Dicevo… sono un papa’. Uno che affronta con una mamma la fantastica avventura di essere genitore, uno che tiene il bambino per mano per farlo giocare a “vola vola” (con la mamma dall’altra parte). E perche’ scrivo su un sito di mamme? Forse per raccontare cosa si vede dall’altro lato del bimbo mentre si gioca a “vola vola”. Gia’ perche’ tutto viene vissuto assieme e allo stesso tempo vissuto in maniera diversa.
“Armstrong ha lasciato le sue impronte sulla luna, ma a casa sua doveva mettere le pattine”.
Questa citazione di un noto fumettista italiano rende in modo simpatico la dinamica che ad esempio vivo ogni giorno con mia moglie pur vedendola da un’angolazione differente da come la vede lei, una mamma. Una mamma come ce ne sono tante. Una mamma il cui marito si è messo nei guai scrivendo queste righe.
Questa moglie e mamma (come magari altre mamme, mogli e compagne) vedendomi di sera rincasare mi riserva spesso uno sguardo di malcelata disapprovazione pensando tra se’ e se’: “Ecco, anche oggi è arrivato tardi! Evidentemente si trova meglio in ufficio che a casa. Che poi … cosa dovrà mai fare? Imbranato com’è!”
Sì perché io come magari altri papà che durante le otto ore lavorative hanno la sensazione di raggiungere la luna, mandare avanti aziende, costruire case, prendere decisioni che fanno viaggiare l’economia del paese (beh oddio… su questo forse ci sarebbe qualcosa da migliorare), una volta raggiunte le mura domestiche diventiamo dei disadattati.
Avete mai provato a chiedere a vostro marito: “Lavi tu i denti a Giovannino che ha mangiato la marmellata?”. Panico. Dove è il dentifricio? Dove è lo spazzolino? Provo a chiederlo a Giovannino lui di sicuro lo saprà. Ecco ecco ci sono! Fingo di lavarglieli… apro l’acqua e intanto qualche cosa mi invento! E così mia moglie mi trova nel bagno bello, quello di rappresentanza che di solito non frequento, mentre con Acquafresh spalmato sul dito cerco di infilarlo in bocca in qualche modo alla povera creatura.
E allora …“Ok mio marito sarà anche pronto per la guerra là fuori… ma tra le mura domestiche è un’altra storia” La stessa scena può essere guardata dal mio punto di vista.
Torno a casa provato da otto ore di lavoro nelle quali, volente o nolente, ho dovuto in qualche modo concentrarmi (beh… almeno per gran parte del tempo) e nelle quali ho speso energie psicofisiche in un mondo di adulti. Rientrare a casa è un po’ come passare dall’esterno all’interno di un sottomarino, anzi peggio: anche lì si lasciano fuori gli squali per rientrare alla base ma almeno lo si fa gradualmente, sostando per un certo periodo in una stanza dove ci si riabitua pian piano alla presenza di aria respirabile.
In casa no. Ripiombo subito nel vortice Giovannino. Un tornado. Volume altissimo, mille parole, domande, azioni. Non posso esser pronto. E’ vero che le mamme spesso ci riescono ma se è per questo loro sono anche riuscite a portare un bimbo per nove mesi nella pancia… io fatico a digerire il polpettone (no amore, quello di domenica di tua mamma era ottimo, parlavo di un eventuale polpettone di mia mamma….nel caso andassimo là a mangiare… ma non ci andiamo, si fa per dire! Ma cosa mi è venuto in mente di parlare di pranzi in famiglia…).
Dicevo, le soglie di pazienza e tolleranza al dolore sono tarate diversamente. Altrimenti come si spiegherebbero quei sudori freddi, quel senso incombente di morte imminente che provo al superamento dei 37.2 gradi di temperatura? E allora come sopravvivere? Mettendo le pattine. C’è bisogno di supporto psicologico, di qualcuno che mi dica dove si trova il dentifricio. Anche Giovannino va benissimo ed anzi è proprio lì che nasce la complicità tra padri e figli… entrambi abbiamo bisogno della mamma. Una mia amica era solita dire: “O sei mamma… o della mamma hai bisogno”. Occhio che se non trovo il supporto della “mamma” di casa finisce con il rivolgermi alla mia (non per il polpettone sia chiaro) … la terribile suocera!
Scherzi a parte, ogni coppia deve completarsi per educare i figli. Anche io e mia moglie. C’è chi sa programmare il videoregistratore e chi sa dove si trova il dentrificio (oltre a Giovannino che sa fare entrambe le cose). Magari fuori dalle mura domestiche riuscirò a lasciare impronte sulla luna, a costruire case, a scavare nelle miniere (che per i bimbi fa piu’ figo che fare l’impiegato…), ma a casa lasciatemi mettere le pattine… è rassicurante!
8 Comments
Bellissima analisi, di un’ironia e lucidità splendide.
Bravo!
Sono assolutamente d’accordo sulla necessità della coppia di “completarsi” per educare i figli. Attenzione però: il videoregistratore si programma una volta ogni tanto, il dentifricio va usato tutti i santi giorni. Qui sta la differenza!!!
sei sempre il solito grande… e quando incontri Gianni chiedigli dove si trovano i bavaglini di suo figlio 😆
Lo so, arrivo in ritardo.. ma che ridere!!! E che verità! Grande Mr. Dad!
@Nonna Maria: non fare della facile polemica! 😉
Anche io sono un babbo che fa un paio di lavori e torna a casa da figlio (tra poco due..) e moglie (che lavora pure).
Onestamente devo dire che siamo abbastanza intercambiabili per quello che c’è da fare sia in casa con con nostro figlio e credo che sia giusto così…
Ho amici (e non credo sia il caso del nostro amico che ci scrive) che non hanno mai cambiato il proprio figlio!!! o che siamo pazzi!!!
Mah. No, ma è un problema mio, mi avete appena dimostrato che non POSSO aver sposato un uomo, se questa è la definizione di papà. Per fortuna il mondo è bello perché è vario, e io sicuramente non sono il modello di moglie e madre che tanta altra gente non vorrebbe avere in famiglia. Vado a fare un monumento al sant’uomo con cui ho fatto e tiro su due figli e nel frattempo cerco di capire a che razza appartenga. Grazie per avermi instillato un o’ di sano dubbio esistenziale.
😀 Fortunella! No scherzo, devo dire che anche io non mi lamento, soprattutto nella gestione dei figli… forse nella gestione della casa si potrebbe fare di più (io stessa!)
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