Parco giochi affollato in un bel pomeriggio di sole.
Si sa, ogni bimbo porta i suoi giochi ma poi preferisce quelli degli altri… insomma ogni bimbo porta i suoi giochi… per gli altri! E si sa anche che ogni “adulto accompagnatore” prima di andare a casa fa un giro nei dintorni per riuscire a recuperare i giochi che fino a quel momento sono stati a disposizione della comunità.
Tommy si avvicina ad un monopattino e una nonna (ahimè) avverte la nipotina che qualcuno non autorizzato sta pensando di prendere il suo gioco. Arriva la bimba per difendere il suo possesso e ovviamente Tommy non demorde. Il papà di Tommy, naturalmente, si affretta a raggiungere i due bimbi pensando di poter spiegare e mediare un pochino… ma la nonna della piccola è più veloce! Interviene dirigendosi verso Tommy (ignorando quindi la nipotina…) e facendo il gesto di dare una sberla a mio nipote, reo di aver pensato di fare un giro su quel monopattino.
Fine della storia (quest’ultimo gesto non lo commento nemmeno…)
Morale: nonne, lasciate che i vostri nipoti imparino la condivisione delle proprie cose! Pensavo fosse scontanto… ma non lo è!
Già è difficile accettare per questi piccoli che i loro giochi finiscano nelle mani di altri ma se noi nemmeno li aiutiamo…
A noi nonni non spetta la difesa dei loro oggetti ma quella dei loro sentimenti.
Cerchiamo di trasmettere esperienze, non cose.

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5 Comments

  1. proprio per questo motivo
    le mie figlie si avvicinano a qualcosa che appartiene ad altri, alzo lo sguardo e vedo quello incarognito del genitore o nonno di turno e mi tocca riprendere le mie figlie dicendo loro che gli oggetti altrui non vanno toccati, per poi contraddirmi appena qualche bambino si avvicina ai giochi delle mie piccole (e fiumi di parole per spiegare che vanno condivisi, che l’importante è avere rispetto e restituire l’oggetto nelle stesse condizioni in cui è stato preso)
    ci credo che poi sono in confusione i nostri pargoli!
    una delle soluzioni che vorrei adottare è quella di parlare, di dire quello che penso al genitore/nonno con garbo e rispetto… perchè è inutile continuare a lamentarsi, se non si fa nulla per cambiare! magari quella persona che ha agito così, ha brutte esperienze o semplicemente non ha pensato bene alle conseguenze del proprio gesto e se non glie lo facessimo notare noi, non gli passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello! purtroppo non sempre ho il coraggio o la pazienza di mettermi a discutere….

    • dr.ssa Irene Koulouris

      … si potrebbe insegnare che prima di prendere le cose degli altri che non si conoscono bisogna chiedere (come del resto facciamo noi adulti). Così non si cade in contraddizione quando giustamente si invita a condividere le proprie cose e nel contempo si rispetta la possessività di alcuni genitori/nonni un po’ chiusi e dei bambini che attraversano la fase del “è mio” e sono poco disposti a cedere le proprie cose.
      Chiedere “posso prenderlo?” o “ti vadi fare scambio?” e rispettare la risposta dell’altro. E premiare sempre con complimenti e stima il proprio bimbo quando accetta di condividere

      • lauracrobata

        ma nel gruppetto marco spesso i giochi vengono “abbandonati” (come nel caso del monopattino)… in tal caso si dice “quando capiamo di chi è lo chiediamo…” ma evidentemente non tutti la pensano così!!

  2. Zia Franny

    C’è una cosa che ho imparato da qualche tempo a questa parte ed è che i bambini e gli adulti non ragionano allo stesso modo. Voi direte: “ma vah, hai scoperto l’acqua calda!”.
    Ma la cosa che ho imparato è quello deriva da questo concetto di base.

    I bambini litigano, si menano, urlano e strepitano. A volte si fanno anche male purtroppo. Ma poi dimenticano. Tornano a sorridere e ad essere amici tra loro come niente fosse successo.

    Gli adulti no.
    Gli adulti non dimenticano facilmente. A volte non dimenticano affatto. Gli adulti ricordano benissimo, soprattutto (purtroppo) quando le cose da ricordare sono negative. E non lo facciamo solo quando abbiamo dei figli. Lo facciamo sempre.

    Impariamo a lasciar litigare i nostri bambini per loro conto. Tanto, loro… sanno dimenticare… e perdonare! E già che ci siamo… impariamo anche a capire e perdonare.. a volte, troppo spesso, ci dimentichiamo come si fa!

    Ok, ho fatto un discorso che non va bene per tutti… chi ha bimbi di 2/3 anni che si menano per un monopattino ha ancora tutti i diritti di mettersi in mezzo.. ma ricordatevi di questo discorso quando di anni ne avranno 7/8… Vi assicuro che le scene saranno le stesse, i bambini discuteranno, urleranno e a volte anzeranno le mani. E anche allora ci saranno delle mamme pronte ad alzarsi dalla banchina, quella là, proprio al bordo del campo da calcio. Ricordatevi di stare calme, di stare a guardare, senza muovervi.
    La domenica dopo i bambini giocheranno ancora insieme, col sorriso. Si cercheranno pure! Voi e quell’altra mamma, invce, non vi salutereste nemmeno più!

    • NonnaMaria

      Cara zia Franny, ma sei proprio una “saggia”. Hai ragione nel dire che abbiamo molto da imparare dai bambini che, dopo discussioni, liti e pianti, dimenticano e tornano “grandi amici”. Gli adulti hanno dimenticato invece come si fa a condividere, scusare, perdonare. E purtroppo nei riguardi dei piccoli “predicano” tanto bene (“non devi essere geloso dei tuoi giochi”) ma poi l’esempio è controproducente. Naturalmente generalizzo un po’ troppo perchè al nostro parco sono sempre di più le mamme/nonne che concedono volentieri i giochi a tutti e alla fine della giornata recuperano. Circa i comportamenti ai bordi dei campi di calcio ormai ne leggiamo addirittura sui giornali: gli adulti andrebbero allontanati proprio come quei tifosi da curva che nulla hanno a che vedere con lo sport.