“Tre settimane dopo essere stato abbandonato alla Mangiagalli, ha trovato una famiglia che lo adotterà. Mario non è più solo. Il neonato, lasciato nella moderna ‘ruota degli esposti’ della clinica milanese, ora ha una mamma e un papà”.
Così inizia l’articolo di Repubblica che comunica l’adozione del piccolo Mario, il bambino balzato alle cronache a poche ore di vita in quanto la sua mamma (a cui ancora una volta va il mio pensiero) l’ha depositato nella “‘ruota degli esposti’” della Mangiagalli, noto ospedale milanese.
Bene. Sono molto contenta per lui e per questa nuova famiglia che si completa. Ma dato che sono una polemicona non posso fare a meno di dire la mia.
Questa storia mi ha profondamente colpita fin da subito (come di certo a molte di voi). Quasi tutti i miei pensieri sono andati alla madre di Mario che, a mio modestissimo avviso, ha compiuto uno gesto generoso, facendo nascere questo bambino due volte e privando invece se stessa della possibilità di essere madre e per chissà quali motivi. E credo non a cuor leggero visto che ha cercato l’unico modo che garantisse al bambino cure adeguate e quell’amore e quel calore che lei purtroppo lei non ha potuto dargli. Pensare a cosa fare, farlo, girare le spalle e camminare, allontanandosi dal luogo in cui per l’ultima volta avrà visto la sua creatura. Per me è inimmaginabile. Il biberon di latte materno lasciato a Mario credo sia un segnale inequivocabile che qui la Natura non ha sbagliato. Forse ad aver sbagliato è ancora una volta l’uomo.
E allora ecco che quella parola non poteva passare inosservata ai miei occhi: ABBANDONATO. C’è un motivo se questo orrendo termine che troneggia nella prima mezza riga mi fa così incazzare?!
E che mi fa pensare che, se tante, troppe donne ancora commettono gesti insensati una piccola responsabilità l’abbiamo anche noi che forse non comprendiamo il loro dolore e nemmeno ci sforziamo di farlo? E che quindi, magari, cerchino di cancellare l’origine della loro sofferenza nei modi più assurdi forse proprio per negarla a loro stesse e a chi potrebbe giudicarle?
Magari mi sbaglio però io il dubbio ce l’ho.
Troppo è il gossip che genera anche questo tipo di notizie. Quanti articoli, post etc avete letto su Mario? Quanti sulla sua mamma (ammesso che ce ne fosse bisogno)?
Io voglio parlare a lei. Io vorrei davvero averla davanti e dirle, per quello che può valere, che deve essere fiera di se stessa.
Siamo sempre pronti a puntare il dito, augurare le peggio cose, aizzarci come madri contro donne che commettono gesti insani e tremendi. Quante volte l’ho fatto anche io.
Non ce l’ho con Repubblica, lungi da me, anzi non ce l’ho solo con Repubblica…ce l’ho proprio con tutti coloro che ancora non ritengono che il rapporto genitori/figli e la sua tutela siano la base di una società (penso ancora con orrore alla notizia con foto annessa della donna cinese – che non linkerò mai per nessun motivo – costretta ad abortire al settimo mese) …
Un merito però a Repubblica lo voglio dare e cioè di ricordare che (anche se ancora una volta in realtà torna quell’orrendo termine) lasciare i bambini nella “ruota” non costituisce reato poichè sono garantite le norme di sicurezza per il piccolo.
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