Storia di CeciliaLa nascita del proprio bambino regala ad ogni donna una gioia infinita ma porta con sé anche qualche fatica, soprattutto se non si hanno aiuti e si deve già pensare al rientro al lavoro. Oggi vi raccontiamo la storia di una mamma che ha saputo trasformare le difficoltà in progettualità, impegnandosi proprio nell’ambito del sostegno alla famiglia.
E’ Cecilia, mamma e imprenditrice.

 

Sono Cecilia, una romana trapiantata a Milano per via del lavoro. Mi sono trasferita quando avevo 30 anni e devo dire che lasciare la propria citta’ quando si e’ gia’ cosi’ grandi non e’ per niente facile.

 

 

Sono venuta a Milano perche’ avevo ricevuto una proposta molto interessante da parte di una multinazionale e, dal punto di vista lavorativo, questa scelta mi ha ripagato, mentre ho subito abbastanza il fatto di essere lontana dalla mia famiglia e dai miei amici di sempre che sono invece rimasti tutti a Roma.

 

Per fortuna qui ho incontrato Alessandro: 5 anni fa ci siamo sposati (a Roma ovviamente) e poco piu’ di 2 anni fa e’ nato Federico.

 

Ho aspettato volontariamente un po’ di tempo prima di decidermi a fare un figlio in quanto il mio lavoro e’ abbastanza impegnativo e anche il fatto di sapere che mia mamma non avrebbe potuto starmi vicino mi spaventava parecchio.

Nei miei sogni c’era infatti l’idea di tornare definitivamente a Roma prima di avere un bambino, cosa che pero’ non e’ stata purtoppo possibile.

Inoltre sono una persona piuttosto dinamica e i viaggi sono la mia passione: con mio marito ero abituata a partire ogni weekend e a mangiare fuori almeno 3 volte a settimana e l’idea di abbandonare questo stile di vita mi ha frenato per molto tempo.

 

Quando e’ nato Federico sono stata proiettata in una dimensione completamente diversa da quella della mia vita precedente: trascorrere molto tempo a casa da sola e stare dietro alle esigenze di una cretaura che non sei tu…

Io che passavo piu’ di 12 ore al giorno in ufficio tra un meeting e l’altro, sempre circondata da colleghi-amici e che ogni minuto libero lo dedicavo a me stessa, a viaggiare, a fare qualsiasi cosa pur di non stare ferma, mi sono ritrovata a casa da sola, senza niente da fare o a dover fare qualcosa che non era quello che mi piaceva o a cui ero abituata.

 

Mi ricordo dei pomeriggi lunghissimi ad aspettare che tornasse mio marito dal lavoro, cercando di intrattenere per ore Federico che gia’ aveva 3-4 mesi e stava molto sveglio di giorno.

Mio figlio e’ sicuramente la cosa piu’ bella che mi sia capitata e ovviamente rifarei tutto, ma…per quanto si puo’ intrattenere un bambino di 3 mesi??

Non so, forse ero io che proiettavo la mia noia su di lui e magari lui in realta’ non aveva neanche bisogno di tutti gli stimoli che mi sforzavo di dargli.

 

A un certo punto pero’ mi sono resa conto che non mi stavo godendo abbastanza quel momento e che per farlo avrei dovuto pensare un po’ piu’ a me stessa e a fare quello che mi piaceva: ho cominciato a fare lunghissime passeggiate con lui, ore e ore in giro, che placavano la mia voglia di muovermi, di fare, di uscire, di vedere gente.

Ho cominciato anche a frequentare le mie amiche del corso pre-parto e a organizzare pranzetti insieme.

 

E poi ho deciso di prendere una Tata.

Una persona che venisse anche solo 2 o 3 ore ogni giorno e che mi “sollevasse” un pochino dalle incombenze quotidiane.

Che mi permettesse di uscire anche una sola ora a fare un po’ di compere o la ceretta, che cambiasse lei il 100esimo pannolino della giornata, che intrattenesse il bambino quando io avevo esaurito il mio repertorio di smorfie e boccacce oppure che mi preparasse qualcosa per cena se con lui stavo io.

 

Questa decisione e’ stata una delle piu’ felici della mia vita.

Certo, trovare la tata non e’ stato per niente facile. Doveva essere una persona fidata, seria, sincera, preparata, dolce…avro’ fatto una ventina di colloqui ma c’era sempre qualcosa che non andava.

Alla fine per fortuna ho trovato quella giusta per me ma per un po’ ho temuto tanto che mi sarei dovuta “accontentare”.

Ma come accontentarsi quando si tratta del tuo bambino?

 

In questo periodo ho cominciato a domandarmi cosa fare della mia vita e ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di mio, cosi’ da poter mettere le energie mentali che prima impiegavo esclusivamente sul lavoro in qualcosa che mi desse soddisfazione e che allo stesso tempo potesse essere utile a qualcuno.

Era pero’ solo un pensiero, un’esigenza che ogni tanto si riproponeva e non aveva ancora una forma.

 

La forma l’ha presa quando ho incontrato Elisa, una vecchia amica che non vedevo da tempo e che era di ritorno da un lungo periodo trascorso in Francia.

Quando le ho raccontato della tata che si prendeva cura di Federico e della fatica che avevo fatto per trovarla, Elisa mi ha raccontato che in Francia ci sono tantissime agenzie che si occupano della selezione di tate e babysitter, che li’ tutti si rivolgono a queste agenzie, che e’ una prassi normale, che c’e’ fiducia.

Mi ha detto anche che le sarebbe piaciuto aprirne una Italia….in quel momento ho avuto come un’illuminazione e abbiamo deciso di buttarci insieme in questa avventura.

 

Storia di CeciliaCosi’ e’ nata FAMILY LIFE.

Non e’ stato semplice. In Italia ci sono diverse agenzie di questo tipo ma la gente non si fida perche’ spesso l’esperienza di chi c’e’ passato dice che non danno alcun valore aggiunto rispetto al passaparola o ad altri canali.

 

La nostra sfida invece e’ stata proprio  quella di far fare un salto di qualita’ al concetto di Agenzia di Tate.

 

Abbiamo messo in piedi un processo di selezione accuratissimo, con domande specifiche relative alla preparazione della candidata: da noi non viene infatti neppure presa in considerazione se non possiede almeno due referenze positive che andiamo a verificare puntualmente.

 

Il nostro segreto e’ che facciamo le selezioni come se dovessimo assumere una tata per i nostri figli, con la consapevolezza della responsabilita’ che comporta.

 

Con Elisa inoltre abbiamo deciso che Family Life doveva essere una Agenzia per il lavoro accreditata presso il Ministero.

Che cosa significa? Significa che questo lavoro lo possiamo fare, che abbiamo tutte le carte il regola e che il ministero ha riconosciuto la nostra professionalità.

 

In Italia la maggior parte delle agenzie di tate non sono Agenzie per il lavoro e questo vuol dire che non c’e’ controllo, che chiunque puo’ mettersi, illegalmente, a selezionare tate senza responsabilita’. Noi invece la reponsabilita’ ce la sentiamo addosso e pensiamo che sia giusto ci sia riconosciuta.

 

L’inizio e’ stato bello, galvanizzante come tutti gli start up.

La ricerca del nome difficilissima: Family life si chiama cosi’ perche’ per noi era importante trasmettere che il nostro servizo e’ un servizio alla famiglia.

Vogliamo che l’aiuto di una tata sia un beneficio per la serenita’ e l’armonia dell’intera famiglia nella vita di tutti i giorni.

Una tata non e’ una tappabuchi che serve solo al bambino!

 

Il nostro intento e’ fornire un servizio che sia il migliore possibile. Vogliamo sollevare la famiglia dall’ansia della ricerca, dalla perdita di tempo di fare colloqui su colloqui, di dover verificare tutte le referenze. Tutte queste cose le facciamo noi.

 

E’ vero che esiste l’alternativa del passaparola, che è gratis, ma è anche vero che non tutte le mamme hanno tanto tempo da dedicare alla ricerca ed e’ inoltre un metodo che non da’ nessuna garanzia di trovare persone serie e fidate…con tutti i rischi che assumere la persona sbagliata può comportare per la famiglia.

 

Noi cerchiamo con impegno, serieta’ e passione la tata ideale per i nostri clienti e presentiamo le candidate soltanto quando siamo sicure che siano quelle giuste.

 

Ovviamente poi tante cose si decidono “a pelle” e questa pelle e’ quella delle mamme e dei papa’ che decideranno con quale tata sono piu’ in sintonia. A tutto il resto pensiamo noi, anche alle questioni amministrative se ci viene richiesto.

 

Purtroppo in Italia le mamme non sono aiutate e spesso sono penalizzate sul lavoro.

Pensare di poter fare qualcosa per aiutarle, di gestire un servizio a supporto della famiglia mi fa stare bene anche perche’ so personalmente quanto sia importante.

 

La mia aspirazione per il futuro e’ quella di poter dedicare piu’ tempo a mio figlio e magari di averne un altro.

 

Mi piacerebbe fare crescere Family Life, che per me e’ molto piu’ di un lavoro.

Vorrei che Family Life diventasse un punto di riferimento per le famiglie e mi piacerebbe ampliare i servizi offerti, magari aprendo anche una filiale a Roma cosi’ da avere la scusa per passare piu’ tempo con i miei genitori e i miei amici!

Author

Laura Campagnoli, mamma di Tommaso e Francesco, una passione irrefrenabile per tutto ciò che ruota intorno alla casa ma incapace di gestirla (la casa), un marito superattivo eco-addicted e un lavoro più che full time. Pigra fisicamente ma non di mente. Acrobata come tante mamme in (precario) equilibrio tra lavoro, casa, bimbi, marito, amiche, genitori e nonni, hobby e sport (poco)… e non necessariamente in quest’ordine!

1 Comment

  1. Ciao Cecilia, sono Giusy, una pugliese trapiantata a Roma con marito romano!!!
    Ho 34 anni e tre figli, (Mattia Marco Manuel) di 3, 5, e 1 anno!!
    Condivido moltissimo della tua esperienza, e non ultimo la difficoltà di trovare una tata fidata, che si approcci ai bambini con fantasia, sensibilità e rispetto nei confronti della famiglia che l’accoglie!!
    Ho pensato più volte alla possibilità di creare un’agenzia che si occupi di selezionare seriamente tate e quando ho letto di voi, ho visto il sole all’orizzonte!!! Mi piacerebbe comprendere meglio la vostra idea e chissà…magari insieme, realizzare il sogno di tante mamme romane!!! A presto! Giusy