Sul Corriere di pochi giorni fa è stato presentato un saggio di Elisabeth Badinter – dal titolo Mamme cattivissime? – la quale asserisce che “da quando la maternità è diventata una scelta, le cose si sono complicate per le donne: io scelgo quindi devo essere all’altezza”.

 

Sarebbe sempre la donna a farne le spese, sotto le cannonate colpevolizzanti del nuovo naturalismo : niente biberon, allattamento al seno, niente pannolini sintetici, parto naturale ecc. Però c’è una novità, sempre secondo la Badinter, sono le donne stesse a volere questo!

 

Addirittura si corre il rischio di fare del bambino un piccolo despota: se tutto deve andare secondo natura, non possiamo che assecondare ogni sua esigenze, il bambino gode di tutti i diritti non avendo chiesto lui di nascere.

 

La condanna sennò è quella di non essere una brava mamma!
Naturalmente la scrittrice scopre una bella nicchia di mamme (purtroppo parla soprattutto di donne istruite e abbienti) che si permettono di disobbedire alla legge dell’idealizzazione e fanno di testa loro secondo coscienza.

 

E’ veramente paradossale che quelle che sembravano conquiste in libertà si sono rivoltate contro coloro che le avevano ottenute. Non solo devi essere una madre perfetta, ma devi godere, divertirti, essere sana, sembrare più giovane.
Elisabeth Badinter rivendica il diritto ad essere stata una madre mediocre! Dice testualmente : Ho fatto quello che ho potuto!!

 

E’ ovvio che ho letto tutta questo come una “provocazione” e riconosco che non ho (ancora) letto il suo libro ma, comunque, devo dire la verità. Il primo pensiero che mi è venuto è stato: Brava, hai fatto bene!

Voi cosa ne pensate? Che idea vi siete fatte dell’essere mamme-mogli-lavoratrici-casalinghe…acrobate!!?

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6 Comments

  1. Come dico sempre, dato che questo libro segue un filone niente affatto nuovo, per me è pacifico che la perfezione non esista e non credo che questo debba essere motivo di difesa della posizione opposta.
    Si fa quello che si può, è OVVIO.
    Ma questo autorinforzo collettivo dello sbaglio (o, a tratti, dell’egoismo) non lo trovo, francamente, utile.

  2. Care mamme, credo che lo leggerò, dal momento che mi hanno accusata di essere una madre cattivissima poichè ho allattato le mie figlie solo 3 e 2 mesi. Sono curiosa, anche se i libri di sola polemica non sono la mia lettura preferita. 🙂

  3. Ho letto molti commenti “arrabbiati” su questo libro. Ma La Badinter secondo me mette soprattutto in luce la grande sproporzione tra quanto viene chiesto alle madri dalla società e dall’ambiente familiare (essere madri instancabili, lavoratrici affidabili, cittadine attive, mogli sempre presenti e così via) e quanto poco aiuto viene dato alle donne nella vita pratica per realizzarlo.

    La Bandinter ce l’ha con la retorica della maternità che intende la madre come un essere che si annulla nel figlio.

    Io trovo che il libro sia dalla parte delle donne più di quanto non sembri.

  4. Ho letto critiche feroci su questo libro che tirano in ballo addirittura le teorie del legame di Freud, e il trauma orrendo che le figlie degli anni Settanta hanno riportato dalle loro madri degeneri e trascuranti. Infatti com’è noto Freud non brillava per femminismo, e sosteneva che la mente delle donne non è naturalmente portata al senso della giustizia. Cose così. Io, che sono figlia degli anni ’70, questo famigerato “peso” del femminismo non l’ho sentito affatto: mia madre, mia zia, le loro amiche erano sicuramente infinitamente più allegre e più equilibrate delle mamme “naturali” che oggi vedo in giro, che mi sembrano obiettivamente nevrotiche e infelici a un livello insostenibile.Comunque, capisco benissimo che un uomo sia ben contento che le donne si chiudano volontariamente in casa a offrire tette e cambiare pannolini. Il problema è quando lo scelgono le donne, perché, appunto, in nome di una “scienza” spesso ideologizzata e reazionaria e delle pressioni sociali, sono portate a gettare la spugna del mondo e a ripetere come mantra che “non c’è esperienza più bella”. Poi scopri dopo un anno di maternità che sono tutte sotto psicofarmaci. Ma che importa? I pannolini a loro e il mondo ai maschi. evviva.

  5. LaurAcrobata

    ma per quanto riguarda le poche pagine lette mi trova molto d’accordo.
    Spero di riuscire anche finirlo presto!