Ok lo dico subito. Ho visto Le 5 Leggende. Non so se mi abbia folgorato di più Jack Frost (forse un po’ giovane), Babbo Natale tatuato con spiccato accento russo (troppo vecchio) o il Calmoniglio (troppo…coniglio…). Il piccoletto e la fatina dei denti sono passano forse un po’ in secondo piano rispetto a questi tre colossi che combattono strenuamente contro una specie di bello e dannato Pitch detto anche uomo nero che capitolerà grazie alla tenacia delle leggende ma anche alla lucidità dei bambini. In sintesi il messaggio finale per Pitch sarà “credo che tu esista ma non mi fai paura”. Un bel modo di far prendere coscienza ai bambini delle loro paure, no?

 

 

Ma facciamo un passo indietro.

 

“La questione centrale per l’Uomo Nero è quanto i bambini amino e credano realmente nelle Leggende. Essi sono coinvolti emotivamente, e i genitori li incoraggiano a credere nella loro esistenza. Mentre per l’Uomo Nero è esattamente il contrario. I genitori dicono sempre, ‘Oh, non c’è niente nel buio’. ‘Era solo un brutto sogno’. ‘Non esiste una cosa come l’Uomo Nero’. Tutta la storia prende piede perché Pitch, l’Uomo Nero, è malato e stanco per queste dinamiche, offeso nel suo orgoglio di uomo pauroso. Il suo unico obiettivo diventa quindi quello di essere creduto ma per realizzarlo, dovrà cancellare ogni speranza che i bambini ripongono nelle Leggende”.

 

Quindi ecco una serie di motivi per cui forse conviene credere a  Babbo Natale…

•    Per fare in modo che Pitch non vinca
•    perché i bambini hanno tutto il diritto e il bisogno di sognare e di essere bambini
•    perché è una favola magica che rimane per sempre nel cuore
•    perché di solito sono per primi i bambini a volerci credere

 

E allora  sempre più convinta (grazie anche al film)dell’opportunità/utilità di credere in Babbo Natale, coniglio pasquale, fatina dei denti…nasce spontanea, in me genitore, la domanda… E quando il nostro bambino inizia ad avere dei dubbi? Come comportarsi?
E anche in questo uno dei personaggio de Le 5 leggende ci viene in aiuto. Prima l’ho un po’ bistrattato ma in realtà è assolutamente fondamentale: parlo del simpatico Sandman, detto Sandy, il portatore di sogni buoni, “colui che libera la nostra immaginazione, e durante la notte lascia scatenare ogni possibile fantasia”, che parla poco (forse per niente) perché non ha bisogno di usare le parole ma racchiude un’enorme energia: il potere dei sogni. Il potere del sogno che sia ad occhi chiusi o, perché no, aperti va tutelato ad ogni costo… non si sogna solo da bambini, si può e si deve sognare anche da adulti.

 

Cito… completamente fuori tema se non per la parola “sogno”… Il sogno è il nutrimento dell’anima, come il cibo è quello del corpo. (Paulo Coelho, Il Cammino di Santiago, 1987)

 

A allora abbiamo chiesto ancora una volta un aiuto a Mariapaola, la nostra mamma educatrice di grandi e piccini… Ecco cosa ci dice.


Prima o poi nostro figlio verrà da noi e ci chiederà serio serio: “Mamma, ma Babbo Natale esiste davvero…?”. Crescendo, è normale che ci si cominci a far domande, soprattutto quando si inizia ad andare alla scuola primaria (o prima se si hanno dispettosi fratellini e cuginetti più grandi). Ci sono genitori che, temendo la reazione del proprio bambino dinanzi alla realtà, preferiscono raccontargli da subito la verità, ma io la ritengo una paura eccessiva e per lo più infondata (ndr noi ancora ci stiamo chiedendo quale sia poi questa verità). Penso, infatti, che si smetta di credere a Babbo Natale quando ci si sente pronti a farlo e, in un certo senso, anche pronti a crescere. Se un bambino vuole ancora crederci, non saranno certo i racconti dei compagni che riusciranno a convincerlo del contrario. Anche se magari ha dei dubbi, poi, potrebbe voler comunque far finta di niente per continuare questo gioco ancora per un po’. Comunque sia, sarà lui che detterà i tempi e i modi della “scoperta”. Chiediamogli cosa pensa, a prescindere da ciò che ha sentito dire e non pensiamo con preoccupazione a cosa dirgli, perché sarà lui stesso a suggerirci cosa vuole sentirsi dire, basterà saperlo ascoltare. Ad ogni modo, anche quando ci toccherà affrontare più seriamente l’argomento, non puntiamo l’attenzione sul fatto che esista o meno Babbo Natale, non presentiamo il nostro racconto come una bugia di cui dobbiamo pentirci (perché le bugie non si dicono, no?). Rassicuriamo, piuttosto, i nostri bambini, dicendo che c’è davvero qualcosa di speciale in questa festa, nel suo significato e anche nello scambio dei doni e che il fatto che Babbo Natale non esista fisicamente non è poi così rilevante.

 

Insomma forse il punto non è se credere o meno a Babbo Natale ma decidere a cosa credere… E se non vi abbiamo ancora convinte…andate a vedere Le 5 Leggende e ditemi se il dubbio non vi sfiora!

Per approfondire:
Bettelheim Bruno, “Un genitore quasi perfetto”, Feltrinelli, 2002

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2 Comments

  1. L’abbiamo visto anche noi domenica il film, e come te sono rimasta affascinata da Jack Frost e da Babbo Natale, anche io non ho mai detto al mio bimbo che l’uomo nero non esiste, ma che non deve aver paura, che non è in casa nostra e comunque noi e la sua fantasia lo proteggiamo da tutte le paure. Per Babbo Natale anche io non gli dirò che non esiste e che gli abbiamo detto una bugia, ma che la magia di questa festa sta nel nostro cuore e Babbo Natale anche se non è reale p tutto ciò che comporta l’atmosfera che porta in se il giorno di natale.
    Elena

  2. Elisabetta

    Bello il post e bellissimo il film! A me è piaciuto molto Calmoniglio e anche alla mia bambina.
    Sono uscita dal cinema con una certezza è proprio vero che il sogno è la cosa più bella che ci sia rimasta e che la capacità di sognare va tutelata.