Il legame che esiste fra fratelli e sorelle non si può spiegare, ma solo vivere. È un misto di amore e ostilità, complicità e rivalità, accordo e disaccordo, armonia e tensione, egoismo e altruismo, affiatamento e conflitto, gelosia e indifferenza…

Tra fratelli è impossibile non litigare e, addirittura, è stato osservato che i gemelli litigano già nell’utero materno!  Ci si contende attenzioni, giochi e – anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno – affetto e coccole. Attraverso i litigi, si impara a conquistarsi un proprio posto in casa, a far valere le proprie ragioni e i propri diritti, si acquista sicurezza, fiducia in sé e nelle proprie capacità e, senza accorgersene, si fanno le prove generali per affrontare il mondo.

Litigi tra fratelli: cosa possiamo fare noi genitori?

Ecco una scena tipica: i genitori pensano di potersi finalmente godere qualche minuto di relax e si rallegrano sentendo i figli giocare tranquillamente in un’altra stanza. Poi, improvvisamente, i toni del gioco si fanno più accesi, il gioco si trasforma in bisticcio, si iniziano anche a sentire rumori di oggetti volanti non identificati, poi urla e pianti e poi… “Mammaaa! Papààà!”. Ecco: la quiete è finita…

Noi mamme siamo bravissime a farci assalire dai sensi di colpa, perciò ci chiediamo: “Dove ho sbagliato? Perché i miei figli non vanno d’accordo? Ma non dovrebbero volersi bene?”. Non preoccupiamoci, perché probabilmente non abbiamo sbagliato niente. Anche se i litigi fossero dei modi per attirare la nostra attenzione, la nostra approvazione o la nostra protezione, è normale che ciò avvenga e, anche se si dicono “Ti odio!” o “Non ti sopporto!”, non lo pensano davvero! I bambini passano con sconcertante naturalezza dal tirarsi i capelli agli abbracci, dal prendersi in giro al divertirsi insieme, dal dirsene di tutti i colori allo schierandosi complici contro di noi…

Secondo uno studio dell’Università dell’Illinois (riportato sulla rivista Child Development Perspectives), fino ai 10 anni di età, i bambini arrivano a litigare anche 8 volte l’ora, ma confortiamoci pensando che poi la frequenza diminuisce… almeno secondo la ricerca!

Il legame fraterno non è scontato, ma nasce e si rafforza crescendo insieme e condividendo esperienze ed emozioni. Anche se non è facile, i genitori dovrebbero concordare un’unica linea di condotta, volta non certo a condizionare il rapporto tra i figli, ma a far sì che si basi su rispetto e confronto.

Cosa fare per non favorire rivalità?

Sarà scontato ma, prima di tutto, evitiamo preferenze e paragoni. Stiamo anche attenti a come ci rivolgiamo ai bambini: un semplice avverbio messo lì in una frase senza pensarci, un tono diverso o persino uno sguardo negato o accigliato possono ferirli.
Ogni figlio è speciale e nostro compito è dare a ciascuno la stessa possibilità di fare emergere ciò che è, di scoprire e seguire le proprie passioni. Iscrivere tutti i figli a nuoto o tutti al corso di pittura per noi è più comodo, ma per loro è giusto?

Tra fratelli c’è l’abitudine di condividere vestiti, giochi e spazi, ma ogni figlio ha anche diritto a spazi e cose solo sue.
Inoltre, dovremmo evitare di affidare al fratello maggiore eccessive responsabilità. È comodo, comprensibile e persino giusto coinvolgere i più grandi nell’accudimento dei più piccoli, ma attenzione a non delegare troppo, perché i figli sono pur sempre tutti figli e potrebbero accumulare risentimenti nei confronti dei genitori, ma anche dei fratellini, da cui potrebbero sentirsi in qualche modo derubati di spensieratezza, attenzioni e tempo libero.

Come gestire i litigi tra fratelli e sorelle?

Evitando di gestirli! Interveniamo il meno possibile e, comunque, evitiamo di essere giudici, limitandoci ad essere mediatori. Certo, è snervante sentire i bambini litigare ma, a meno che non arrivino alle mani o agli insulti, lasciamo che se la sbrighino da soli. Inutile chiedere chi abbia iniziato o di chi sia la colpa e non ha molto senso punire il maggiore solo perché – essendo più grande – dovrebbe essere più maturo. Attenzione anche a considerare vittima solo chi piange, perché potrebbe essere una tattica!

Se proprio non trovano una soluzione, invitiamoli a un costruttivo confronto, facendoci raccontare le diverse versioni dell’accaduto e aiutiamoli  – soprattutto i più piccoli – a verbalizzare ciò che provano.
Facciamo capire loro che è normale avere opinioni diverse e discutere, ma che la discussione deve avvenire sempre entro certi limiti e che la violenza – fisica e verbale – non è ammissibile, perciò bisogna imparare ad esprimere in modo corretto le proprie ragioni. Ovviamente, noi adulti dobbiamo dare il buon esempio quando litighiamo, perché il nostro esempio vale più di mille parole! Se la controversia è degenerata, meglio separare i contendenti per un po’ e poi invitarli a chiarirsi, dopo che si saranno calmati.

Importante: troviamo il tempo di stare assieme!

Un ultimo suggerimento: è importantissimo da un punto di vista emozionale ed educativo trascorrere del tempo tutti insieme – per giocare, guardare un dvd, cucinare o anche solo fare una passeggiata – ma è anche fondamentale non trascurare il rapporto esclusivo con ciascun figlio. Un costante e sereno dialogo a tu per tu potrebbe svelare motivazioni più profonde nascoste dietro litigi apparentemente banali. Ogni bambino deve sentirsi sempre libero di potersi sfogare, confidare e tirar fuori i propri sentimenti e anche eventuali risentimenti nei confronti dei propri fratelli, risentimenti per cui, magari, si sente anche in colpa e che, perciò, lo fanno stare ancora più male.

 

Da leggere anche con i figli:

Calabretta Maria, “Le fiabe per… affrontare litigi e conflitti. Un aiuto per grandi e piccini”, FrancoAngeli, 2011

 

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Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

3 Comments

  1. Molto utile!visita se ti va il mio blog mummy.aromotherapy.blogspot.com

  2. Pingback: Gelosia tra fratelli: 5 errori da evitare

  3. Io ho una sorella he e molto antipatica non so come sopportare lei!