Decido di fare uscire la Belva Jr un po’ prima dalla scuola materna rispetto all’orario regolare,  sicuro che non avremmo avuto nessun problema.

Forse però dovrei smetterla di essere così ottimista

Entro con la Belva Sr nell’edificio e mi indirizzo verso il banchetto dei bidelli.

“Buongiorno” – “Se lo dice lei”
“Sono venuto a prendere mio figlio” – “Mio figlio chi? Io non la conosco”
“Ma come no? Stamattina l’ho portato io!” – “Impossibile! Io non scordo mai un volto. E a lei, non la conosco.”
“Va bene. Io però devo prendere mio figlio” – “Ok. C’è l’ha l’Autorizzazione?”
“Quale Autorizzazione?” – “L’Autorizzazione della Direttrice”
“Sì ce l’ho” – “Ma approvata in sede di Conferenza dei Servizi?”
“Ehm…sì” – “No perché la sua faccia non mi dice niente!”
“Ma come no! Ma lo vede questo qui?” le faccio indicando la Belva Sr “Si è fatto 3 anni! Cioè, ha frequentato 3 anni qui, alla materna! Si ricorda? E l’ho accompagnato quasi sempre io!”

La vedo che scruta la Belva Sr e finalmente vedo la sua faccia illuminarsi nel ricordo.

“Ma certo, come no!!!” e sorride alla Belva Sr. Poi però si gira verso di me e mi fa “Comunque a lei non la conosco”

Per fortuna si convince e mi fa cenno di avvicinarmi.

“Ok, venga, metta un firma qui. Ok. Poi il Nome e Cognome del bambino. Ok. Nome e Cognome suo. Ok. Ora della madre del bambino. Ora di sua madre. Ora della madre della madre del bambino. Ora il segno zodiacale. L’ascendente. Oroscopo cinese. Gruppo sanguigno. Poggi qui il dito per il rilevamento dell’impronta. Benissimo…ora appoggi qui l’occhio per la scansione della retina. Benissimo. Mi lasci qui le chiavi della macchina come cauzione. A posto, puo’ andare. Ha visto? Facile Facile!”

Mi avvicino alla porta della classe del Jr e, prima di aprire, busso 3 volte. Cerco di non aprire troppo la porta, per evitare eventuali fughe di bambini, giusto lo spazio per farmi vedere dalla maestra.
Vedo un’orda di bambini muoversi come un banco di tonni all’interno della stanza, saranno 25-30. Come la maestra incrocia il mio sguardo, le faccio un cenno. Il suo sguardo è carico d’ansia e preoccupazione. Si avvicina a passo svelto, tesa come una corda, fino ad arrivare alla porta, tutta allarmata (la maestra, non la porta).

“Buongiorno”
“Buongiorno”

Il suo sguardo si carica ancora di più di ansia.

“Mi dica”
“Sono venuto a prendere mio figlio”

Come pronuncio queste parole, vedo il suo volto distendersi completamente, e la sua bocca aprirsi ad un ampio sorriso.

“Oddio, grazie al Cielo! Pensavo fosse venuto qui a lasciarmene un altro!”
“Ma no, ma no, anzi, gliene tolgo uno!”
“Sicuro?” e si fa una risatina “Guardi oggi ci sono le offerte! Se vuole gliene do due al prezzo di uno!!!” e si fa un altra risata, ma vede che non sto ridendo, per cui si riprende: “Scherzo, scherzo”
Sisì, ma a me non mi sembra tanto…
“Comunque lei chi è? Il padre o la madre?”

Faccio un bel respiro. Le rispondo che sono il Papà della Belva Jr

“Ah, mi scusi, è che non la conosco. Sa, non possiamo mica dare i bambini a chiunque”
“Ma come non mi conosce, li porto io tutte le mattine”
“Sì vabbè, Ce l’ha l’Autorizzazione?”

Ossignore Santo… Inspiro profondamente.

“Sì signora, me la sono tatuata sul petto in scala 2:1 così sono sempre sicuro di averla con me. La vuole vedere?”
“No no, si figuri, mi fido! Sa, sono una mamma anch’io! Se non ci fosse la fiducia tra noi genitori non avrei mai dato quel bambino a quel signore che è appena uscito, con la pistola e il passamontagna e la maglietta con scritto Sono il Mostro di Milwaukee! Ora glielo chiamo”

Prendo in consegna la Belva Jr, la maestra mi dà la ricevuta e usciamo nel corridoio. Il problema di quanto escono dalla classe, è la sovraeccitazione postscolastica. Praticamente io non lo vesto. Gli lancio i componenti.

“Ok ora andiamo!” – “No”
Te pareva. “Come no?” – “Voglio il libro”
“Quale libro?” – “Il mio libro”.
“Va bene, vai a prenderlo” – “No. Lo devi prendere TU”
“Ma come io, vai tu!” – “No. Mi vergogno…”
“Ma come ti vergogni?!?!? E’ la tua classe, li hai appena salutati tutti, sono i tuoi amici, la tua maestra e ti vergogni???”

Lui mi guarda dritto negli occhi, e in quegli occhi leggo la consapevolezza e la determinazione.
In quegli occhi, più o meno, leggo questo:

“Papà. Non rendiamola più difficile di quello che è. Chiudiamola rapidamente. Ti ci vuole un attimo. Altrimenti io qui e ora pianto una grana che ho intenzione di portarmi dietro fino a stasera alla messa a letto. E non è detto che non decida di accompagnarlo con una vomitata, che sai benissimo che sono in grado di improvvisarti qui su due piedi”

Malefico. Sai bene che se non ci fossero tutti questi testimoni, non la passeresti liscia…
E non so se è la mia fantasia, o la suggestione, ma mi sembra che stia sorridendo.

“Ok, devo riprendere il libro di stamattina?” – “No”
“E quale?” – “Quello di ieri ieri ieri”

Perfetto.
Nel suo linguaggio
Ieri = Ieri
Ieri ieri = l’altro ieri
Ieri ieri ieri = intervallo di tempo che va dalla sua nascita a tre giorni fa.

Grazie per aver ristretto ad un periodo così breve la ricerca.
Rientro in classe. La Maestra, come mi vede, sbianca e mi riviene incontro con fare polemico.

“Eh no, ormai l’ha preso, non ce lo può restituire!!!”
“Ma no, non ha capito… devo riprendere un suo libro che ha portato qualche tempo fa”
“Ah, ok” mi dice enormemente sollevata e poi, con un ampio gesto della mano, mi indica un lato della stanza e mi fa “I libri li teniamo lì”

papacrobata_ricerca_libro2

Stavolta sbianco io.
La Biblioteca d’Alessandria. Praticamente quasi un’intera parete di libri, con i grandi classici della letteratura moderna, da “Peppa Pig e gli amici del trogolo” a “Retrospettiva di Twinky Winky: dalla Borsa all’Outing”. Saranno 1000!

Mi giro verso la Belva Jr per chiedere aiuto, e vedo la Belva Sr appoggiato allo stipite della porta che spacconeggia con quelli della materna:

“Sì, poi ti cambia tutto: puoi usare le penne, hai un astuccio tutto tuo, vai anche a fare pipì da solo”

Mi rivolgo alla Belva Jr e gli dico:
“Potresti darmi un aiuto? Ti ricordi che libro è?” – “Sì”
“Quale” – “Con tante pagine e dei disegni sopra”

Perfetto. Grazie. Possiamo escludere l’elenco telefonico. Ora passiamo ai rimanenti 999 libri. Vediamo se la Maestra mi puo’ dare una mano

“Lei per caso si ricorda a che libro si riferisce?” – “Certo, come no… chi è il bambino?”

Ottimo. Da Smemoranda e dall’Oracolo di Delfi non otterrò niente. Per cui posso fare l’unica cosa che un padre responsabile deve fare in queste situazioni. La Corruzione di Minore.

“Senti amore bello di papà, ma se te ne compro uno nuovo di libro?” – “NO!”

Tenendo conto che, in tutto questo, io ho addosso la giacca, lo zaino della Belva Sr, lo zainetto della Belva Jr, questo “NO” ha lo stesso effetto di un fiammifero lanciato su una pozza di benzina. Raggiungo i 500°C in un nanosecondo. Il sudore passa direttamente allo stato di vapore. Praticamente sto sublimando.
Ma non posso esplodere, troppi innocenti sono vicino.

Mentre il livello di radioattività nella stanza cresce a causa mia, decido di rilanciare:

“Tesoro, te ne compro 2 di libri” – “NO!”

Ed è a questo punto, proprio a questo punto, dopo una trattativa estenuante, con la quale riesco anche a far tornare Ibrahimovic e Ancelotti al Milan e a rendere la Catalogna indipendente,  che per poter riprendere la via di casa, devo tirare fuori dalla tasca l’unico, vero, valido veicolo di scambio per ottenere qualcosa: lo stamaledettissimo ma benedettissimo OVETTO DI CIOCCOLATO!!!!

Leggi anche: Il Doposcuola: non aprite quella porta!

photo credit: http://www.flickr.com/photos/21928115@N08/8795630913 via photopin (license) & pixabay

Author

Comments are closed.