Stamattina, nel mio girovagare quotidiano per il web, mi sono imbattuta in un ebook dal titolo “Un giorno apri un cassetto…”. Lo ha scritto un’ostetrica, Raffaella Tommasi, ed è un epistolario per nascituri. Durante la sua attività nei corsi preparto, Raffaella ha cominciato a stimolare future mamme e papà a scrivere pensieri, paure, dubbi, emozioni legate all’attesa che stavano vivendo e a quel bimbo che dopo qualche mese avrebbero stretto tra le braccia.
«A un certo punto ho cominciato a mettere tutte le mamme in cerchio con carta e penna, invitandole a scrivere una lettera al loro bambino, accompagnandole con delle stimolazioni», spiega l’ostetrica in un’intervista su L’Arena.it, «e lì è cominciata un’avventura entusiasmante perché la scrittura di gruppo trascina anche chi non ha dimestichezza con la penna.
Poi le mamme hanno voluto la presenza dei mariti e per me si è trattato di una scoperta: mi sono innamorata del mondo maschile, dei sentimenti e della profondità che hanno questi giovani palestrati, tatuati e pieni di firme. Giovani solo apparentemente vuoti, che in realtà trasmettono sentimenti e parlano di Dio. Insomma, anche quelli che oggi chiamiamo bamboccioni nel loro intimo coltivano pensieri alti ed emozioni. Molte donne mi hanno detto che grazie alla scrittura hanno scoperto un uomo diverso al loro fianco».
Raffaella ha così raccolto 43 lettere di mamme e 20 di papà e ne ha fatto un ebook che è in vendita su Amazon.
Questa idea mi ha commossa. Mentre sorseggiavo la mia tisana depurativa (sì, faccio colazione con la tisana) ho iniziato a pensare a cosa vorrei scrivere alle mie figlie. Non è facile, si accavallano mille pensieri, tante emozioni, vengono in mente solo frasi banalissime (scriverei loro che sono la mia Vita…) che poi alla fine però banali non sono, o meglio, non lo sono più da quando sono diventata mamma.
E così oggi voglio provare a scrivere due letterine, una per A. e una per M., anche solo poche righe ciascuna per fissare su carta cosa la loro nascita ha significato per me. Un esercizio di introspezione per me e di grande Amore per loro che un giorno leggeranno i miei pensieri di una ventosa giornata milanese.
Provateci anche voi.
3 Comments
Io ancora non riesco…sono passati due anni da quando è nato prematuramente mio figlio e non sono ancora riuscita a mettere ordine nella baraonda interiore che mi si è scatenata.
Chissà magari ora che arriva l’inverno è più facile mettersi lì con carta, penna, plaid e tirannia (si anche qui) e mettere tutto nero su bianco…
ciao linda, la nascita prematuro di un figlio immagino non sia semplice da metabilizzare, magari però fissare idee e pensieri su carta potrebbe aiutare. se vuoi puoi raccontarci la tua storia..
Si infatti non lo è… anche se alla fine è anadto tutto bene e ho un bimbo splendido!!! Appena ho un attimo ve la racconto volentieri! 🙂