La solitudine funziona. Sono al giro di boa. Dieci giorni di lavoro archiviati, in questa Milano che tutto pare tranne essere in vacanza. Dieci giorni al d-day, all’abbraccio liberatorio che tutto scioglie, al ricongiungimento con i due cuccioli al mare con un plotone di parenti, baby sitter e cugini.

C’è stato di tutto: un dito rotto del marito, un’infezione intestinale di 7 giorni del quattrenne, una piaghetta sanguinante tra anulare e medio della mano della duenne, che non succhia il pollice bensì quelle due ditina assieme. C’è stato il sole e pure la pioggia, ci sono stati momenti di solitudine triste e boccate d’ossigeno rigeneranti.

Non è vero, come ha scritto una lettrice su Facebook dopo aver letto Solitudine a Sorpresa qui su MammeAcrobate, che la nostra vita finisce se non ci sono figli e marito. La nostra vita riparte. E’ esattamente il contrario. E come ha detto oggi una mamma amica, che non ha la fortuna di poter smistare i suoi tre figli tra parenti nemmeno per una vacanza al mare di una settimana, “un anno è fatto di 365 giorni, se potessimo fare le mamme 300 giorni e gli altri 65 dedicarci solo a noi sarebbe un buon compromesso”. Andrebbe considerato un segreto da adulti: i bambini fanno più fatica ad accettare di staccarsi da mamma e papà. E certo, per loro, la ricerca del sè, la ricostruzione dell’identità, la ricerca di propri spazi di vita non sono priorità…

Ma fare una famiglia e avere dei figli non significa vivere all’insegna del sacrificio. Annullarsi nei figli è forse più pericoloso che annullarsi per amore. E qui già mi immagino una platea di persone che grida allo scandalo, usando quella parola che chi non sa prendersi cura di se ama tanto rinfacciare a chi invece lo sa fare: EGOISTA. “Sei un’egoista. Nessuno ti ha chiesto di mettere al mondo dei figli, se volevi dedicarti a te potevi non procreare”.

Eppure, mi viene da dire, da millenni gli uomini in quanto maschi si riproducono ma non si sacrificano. E se c’è un aspetto dell’emancipazione femminile, che è cosa ben recente visto che parliamo al massimo degli ultimi 50 anni, che ci conviene strenuamente difendere è proprio questo. Essere libere di fare le madri senza dimenticarci che siamo anche donne.

Chi ci vuole madri sacrificate (magari con un lavoro a tempo pieno e genitori da accudire dunque senza un minuto per pensare e riflettere) ci vuole schiave. Esattamente come prima dell’emancipazione. Col risultato che è pure peggio. Almeno le nostre ave stavano in casa, non si dovevano preoccupare di niente se non dei figli e della casa.

 

photo credit: kreestal via photopin cc

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Giornalista-blogger e mamma-matrigna. Questa sono io. Con il blog mammamatrigna cerco di raccontare gli scuotimenti e le difficoltà di questo doppio ruolo. Lo faccio perché fa bene a me e spero porti sollievo anche a chi mi legge. La famiglia allargata è complessa ma non impossibile. Ci vuole coraggio, amore e pazienza. E un pizzico di ironia. Un pizzico, eh!!

2 Comments

  1. Véronique

    già. infatti tra essere madre ed essere lavoratrice, ogni tanto ci si guarda allo specchio e si pensa “ma davvero io avrei anche un marito” (nel mio caso, i pochi giorni in cui è a casa”) e dovrei forse avere una vita di coppia. Magari sarei più rilassata…hehe

  2. Care mamme della categoria ” noi possiamo vivere 10 giorni senza figli…” io i miei li ho appena riportatia a casa dal mare dopo 10 gironi passati con i nonni. Sono belli, abbronzati, felici e la piccola è pure ingrassata…io e il mio compagno abbiamo avuto una meravigliosa vita di coppia per 10 giorni e siamo anche riusciti a vedere amici che di solito è difficile frequentare…Devo frustarmi? camminare con le ginocchia sui ceci?se pensate di si allora non avete capito niente della vita, alla prox…Un ip ip urrà per Michela la mamma matrigna