Quando mi chiedono “ma tu come ti definiresti?”, ho subito la risposta pronta: mi piace pensarmi come un piccolo manuale di sopravvivenza per mamme e papà che come me credono che l’educazione dei nostri figli passi anche “dalla cucina”.
Ho da sempre questa passione, i miei ricordi risalgono a quando ero una bambina di 9 anni. Posso documentare tutto con un quaderno dei compiti datato 1973/74, al suo interno un tema sul “gnocco fritto” che riporta un bel 9 – a fine pagina!
Certo, quelli erano i tempi in cui i bambini, se volevano, potevano trascorrere moltissimo tempo nelle cucine, delle nonne o delle mamme, non c’erano pc e nemmeno i cartoni animati a go go, dunque si parlava, ci si confidava davanti ad una bella tazza di the con tanto miele – la nonna esagerava sempre, forse avrebbe voluto rendere con quel gesto dolce anche tutta la nostra vita – si impastava la pizza, si sgranavano i fagioli, si litigava e magari subito dopo si faceva la pace davanti a un bel piatto di tortellini fumanti. Ecco perché, ora che sono diventata grande con questi vissuti, mi piace considerare la cucina un luogo di trasmissione di esperienza (da madre/padre in figlio, per intenderci). Quindi sapere, quindi cultura, quindi modo per stare insieme imparando e mettendoci a disposizione.
Mi è sempre piaciuto avere a che fare con i bambini, sono stata una scout, anzi prima coccinella, poi guida e infine scolta che a sua volta intratteneva prima le cocci e poi le guide, insomma sempre e felicemente in compagnia e quando ho smesso con i gruppi “esterni” ho pensato bene di crearne uno mio con le mie quattro figlie!
Uno dei modi più semplici e spontanei per stare con loro (e diciamolo pure, nel mio caso, anche comodi) è stato quello di tenerle accanto a me in cucina. Di condividere con loro, per gradi, la mia passione, di cercare qualcosa che ci accumunasse e ci facesse stare bene insieme. Così ho provato fin da quando erano piccole a stare in cucina “per gioco”. La prima tappa? Esercitare e allenare i 4 sensi. Quale palestra migliore ci poteva essere per fare questo?
La cucina è un posto per scoprire, toccare, annusare e anche ascoltare, poi ci si diverte, si raggiungono traguardi, insomma si cresce. Poiché riconosco in me un’indole creativa, allegra e fantasiosa mi piace pensare che in cucina il bambino possa intraprendere un bel gioco che gli permetterà di diventare il protagonista di un’esperienza attiva il cui ricordo lo accompagnerà tutta la vita. Qui può vedere come sono fatti i cibi che vengono preparati e che poi dovrà mangiare, conoscere di cosa sono fatti, distinguere gli ingredienti, come sono prima, come diventano dopo, può decidere se preferisce mangiare una verdura cruda piuttosto che cotta, o in che modo preferisce cucinarla (fritta, lessata o al forno). Preparare il pasto diventa per lui un’attività molto gratificante, che gli permetterà di acquistare maggior sicurezza in sé stesso.
Se proviamo ad avvicinare i nostri figli al cibo attraverso il divertimento e la curiosità, potremmo attirare il loro interesse e una volta più grandi riuscire a sensibilizzarli verso una conoscenza e un apprezzamento maggiore nei confronti di quello che mangiano. Una volta acquisite queste esperienze di gusto e di sensi sono convinta che le sapranno conservare per sempre nella loro memoria.
Molte delle mie conoscenze su come proporre il cibo ai bambini sono state ricavate “sul campo”, un’esperienza comune a tante madri. Dover ricominciare a fare la mamma di due bambine a dieci anni di distanza dalle prime due figlie mi ha permesso di mettere in pratica quelle nozioni acquisite dall’esperienza e altre di conferma o di arricchimento leggendo anche saggi sull’argomento. Jesper Juul, terapeuta famigliare danese, è stata uno delle mie maggiori guide e fonti di ispirazione. Ho imparato, per esempio, che i nostri figli hanno una capacità gustativa molto sensibile che fortunatamente si sviluppa e cambia man mano con la crescita, dunque non dobbiamo preoccuparci per i repentini cambi di preferenze alimentari e non dobbiamo scoraggiarci al rifiuto inaspettato di un piatto che fino al giorno prima veniva consumato regolarmente. Nell’offrire quel cibo possiamo prendere una pausa ma assolutamente non dobbiamo metterlo da parte per sempre bensì proporlo di nuovo dopo un po’ e dare l’esempio mangiandolo noi per primi, prima o poi loro sapranno tornare sui loro passi e… magari si perderanno su altre strade!
E del senso estetico dei bambini, ne vogliamo parlare? Perché nel mio blog spesso cerco di proporre cibi dall’aspetto accattivante, divertente e allegro? I nostri bambini, soprattutto se ancora piccoli, hanno poche conoscenze a disposizione per poter giudicare quello che viene loro proposto, non distinguono ancora tutti gli ingredienti, non ne conoscono ancora tutti i sapori per stabilire se quel cibo sarà di loro gusto, se la presenza ad esempio di quella strana polverina gialla, piuttosto che di quella verdura dalla forma sconosciuta, sarà di loro gusto oppure no, quindi si chiedono prima di tutto come potrebbe essere quel piatto giudicandolo dall’aspetto. Uhmm, è bello, quindi posso provare ad assaggiarlo, forse sarà anche buono! Così il primo passo è fatto. Un consiglio quindi che mi sento di dare spassionatamente alle mamme è quello di offrire sempre – quando è possibile – cibo al bambino ben presentato e senza “distruggerlo”con la forchetta e coltello prima di portarlo in tavola mischiandone i sapori e i colori così belli da distinguere e gustare e, possibilmente e compatibilmente con l’età, mangiare sempre la stessa vostra preparazione.
Insomma, questi sono solo pochi consigli, anche perché se comincio a parlare non finisco più! E’ un argomento che come avete capito mi sta molto a cuore, sono fermamente convinta che i nostri figli sapranno applicare nella vita i preziosi “segreti” che apprenderanno con noi in cucina e cresceranno forti e sani perché saranno amati anche in quelle occasioni.
La realizzazione dei piatti è importante ma ancora di più è dedicare del tempo di qualità ai figli in qualunque modo e se la cucina aiuta… che ben venga!
di Natalia Cattelani
autrice del blog www.tempodicottura.it e del libro Ricette x gioco
2 Comments
che meraviglia quello che scrivi e anche io ho trovato ottimo il testo di Jesper Juul “Il bambino è competente”Consiglio vivamente la lettura, mi catapulto subito nel tuo blog perchè sono molto molto curiosa. Complimenti e condivido in pieno quello che scrivi!!! ciao ciao
grazie ! ma sei una mia omonima, ecco perchè ti piaccio 🙂
a parte gli scherzi trovo che jesper abbia un senso pratico notevole e i suoi consigli seguano decisamente questa strada, si vede che è un padre attento e collaborativo che non espone solo teorie ma esempi e situazioni che possiamo riconoscere in ogni famiglia. ciao ti aspetto nel mio blog!