Paola Natalicchio (che molte di voi conoscono tramite il suo blog) è nata davanti al mare di Puglia e lì avrebbe voluto portare suo figlio l’estate scorsa a conoscere nonni e amici pugliesi.
Ma la vita ha voluto diversamente e al piccolo, ad appena due mesi, è stato diagnosticato un raro tumore.
Da oggi, i pensieri che Paola ha condiviso con i suoi amici nel blog sono racchiusi in un piccolo grande libro dal titolo “Il regno di OP” (edizioni la meridiana) dove “OP” sta per Oncologia Pediatrica.
In questo libro c’è proprio tutto il mondo di una mamma e un papà che si trovano ad affrontare una malattia grave del proprio bambino.
Smarrimento, paura, rabbia, inadeguatezza, stanchezza, ansia ma mai resa.
“Questa è una guerra”, dice Paola, “e quindi dobbiamo combatterla.”
E la vita si riempie di coraggio, condivisione, amicizia, solidarietà, speranza … mai atti eroici ma atti di piccoli eroi quotidiani.
Impariamo a conoscere ed amare tanti bambini e ragazzi che perdono la loro fanciullezza e la loro adolescenza per chiudersi in camere isolate del regno di OP dove però conoscono medici e infermieri che non esitano un attimo a donare loro momenti di serenità.
Medici e infermieri che non esitano a condividere con i loro piccoli pazienti e i loro genitori i momenti di sconforto e i momenti di speranza.
E che dire dei genitori: c’è Serena, mamma di Bernardo che non è riuscito a sconfiggere il male, che davanti all’abbraccio di Paola si preoccupa per lei e le chiede “perchè sei venuta? Perchè ti stai prendendo pure questo dolore?Tornatene dal tuo bambino, lo so che ci volete bene. Dai tornatene da tuo marito che non è giusto che ti metti a piangere per noi”.
Capito come sono le mamme del regno di OP?
Una menzione a parte meritano il marito di Paola e tutti gli altri papà, ai quali lei dedica un capitolo dal titolo “Se fossi padre”.
Paola cerca di immedesimarsi in loro, di cui nessuno parla come se il dolore per i propri figli sia un’esclusiva delle donne e madri.
E invece così non è. Eccone qui un assaggio…
Questi uomini si trovano a dover svolgere una vita parallela, la vita di un padre che viene talvolta diviso, dalle necessità pratiche e dai regolamenti ospedalieri, da sua moglie e da suo figlio. Non possono ovviamente lasciare il loro lavoro ma lavorano con il cuore da un’altra parte.
Vi assicuro che queste due paginette sono incredibili: anche nel dolore si pensa che siano le madri a soffrire di più e i papà a volte rischiano di passare in secondo piano e al tempo stesso sentirsi impotenti, così incapaci di proteggere i loro cari.
“Se fossi padre nel Regno di Op mi sentirei in colpa, non mi sentirei abbastanza, mi suonerei fuori posto, vorrei fare di più”.
Eppure IL REGNO DI OP non è solo un regno di dolore. Il dolore è sempre presente, quello più straziante, quello che colpisce i bambini, ma assieme a quel dolore crescono sentimenti forti che altrove è difficile trovare.
Senza se e senza ma io vi consiglio di leggerlo assolutamente libere dal timore di andare incontro ad una storia strappalacrime. E’ una storia di forza, coraggio, e anche allegria.
1 Comment
Inutile dire che io sono stata conquistata da Paola (e non vedo l’ora di guardarla diritta negli occhi) per la persona che dimostra di essere. Quando poi ho capito che il capitolo sui Padri del Regno di Op era stato scritto da lei stessa, l’ho amata ancora di più perchè evidentemente lei è riuscita ad entrare nel cuore e nella mente di chi le sta vicino senza chiudersi a riccio nel suo dolore (che non esito a definire devastante). Un abbraccio cara Paola e a presto a Milano!!