Sono passati 7 anni da quando è nato Gabriele. Tantissimi. Dovevo farla prima questa Olivina.
Ma questo non c’entra. Oggi pensavo a quanto tempo sia passato. Ho partorito all’Ospedale San Paolo di Milano anche questa volta.
Entrambe le volte ho varcato le porte del reparto di ginecologia e ostetricia per un controllo, perché non mi sentivo bene, senza pensare che fosse il momento di partorire. Ma entrambe le volte ho portato con me la valigia.
Tutte e due le volte sono stata trattenuta, abbastanza controvoglia…
Ho avuto sempre la sensazione che in realtà non fosse il momento giusto, che lui non fosse pronto, che lei non fosse pronta. Ma poi cosa puoi fare? Ti fidi. Ti affidi. Non puoi non fare altro che affidarti.
Non è facile accettare un cesareo.
Con Gabriele il cesareo è arrivato dopo l’induzione, un travaglio lunghissimo e doloroso, quasi come una liberazione. Ma ti senti comunque di non aver fatto il tuo dovere e di aver perso un’occasione.
Questa volta non ho neanche avuto il travaglio e il cesareo è arrivato dopo qualche ora di me stesa su un lettino a cercare una soluzione per poter andare via (cose folli tipo concentrarsi per far partire le contrazioni! O piani di fuga di nascosto da infermiere, ostetriche e dal mio compagno).
Non è facile accettare un cesareo neanche se ti spiegano che è meglio così.
L’Ospedale San Paolo mi è sembrato diverso questa volta: più accogliente. I medici, le ostetriche, le infermiere più comprensive. Questa volta più che sette anni fa mi hanno ascoltato, spiegato e rasserenato e mi sono sentita capita.
Anche io ero diversa, più consapevole. Con la forza di ascoltare di più me stessa e con la forza di fare delle domande.
Il risultato è stato lo stesso, i miei due risultati bellissimi, ma per me è andata meglio.
“Così i miei due bambini mi sono stati tolti direttamente dalla pancia.
E solo quando li ho riavuti in braccio mi sono messa l’animo in pace.
Va bene così, mi sono detta.”
17 Comments
ciao
sono neofita al mettere commenti … ma hai saputo cogliere in pieno come mi sento a distanza di due anni dal mio cesareo (il mio bimbo podalico non ha mai voluto girarsi) … e questa sensazione allontana da me il coraggio di avere altri figli.
scrivi belle, leggere e delicate parole
ciao
Io
CIao Chiara, ti capisco bene. Ci vuole tempo a metabolizzare, a capire, ad accettare. Grazie per aver scritto… un abbraccio
Ho partorito 20 giorni fa nello stesso modo: induzione, lungo travaglio e a 9 cm di dilatazione, con le prime spinte che iniziavano a farsi sentire, cesareo d’urgenza perché “manca troppo ancora, la bimba potrebbe andare in sofferenza”. Ho vissuto quell’intervento come una violenza, ero stordita dall’anestesia, non capivo cosa stesse succedendo, spaventata perché non sono andati molto per il sottile, han pensato a tirare fuori Carlotta il prima possibile e basta. Di lei ho un ricordo vago, di quell’istante in cui me l’hanno mostrata prima di portarla via. Per me è stato terribile, terribile non averla potuta abbracciare, terribile dover attendere tutto quel tempo prima che mi sistemassero e portassero fuori da lei e dal mio compagno, mi sforzavo di tener gli occhi aperti perché ero talmente “fatta” che mi sarei addormentata secca, solo il desiderio di vederla, di abbracciarla mi faceva tenere duro, ma che sofferenza. La ripresa è stata buona, il giorno dopo ero già in piedi, sono stata fortunata, so di chi ha patito molto di più. Però non ti nascondo che quando ho visto la cicatrice la prima volta ho pianto, e quando la vedo ora, che piano piano guarisce sempre più, mi viene il magone. Mi sento come se mi avessero tolto la possibilità di “farla nascere” e continuo a pensare che vorrei aver avuto la forza di dire “ma…”, anziché affidarmi a loro ciecamente. Che poi queste persone hanno agito per il bene di mia figlia, e l’assistenza che ho ricevuto è stata impeccabile. Però continuo a pensare che vorrei poter tornare indietro e rifare tutto in modo diverso, avrei voluto portarla io alla luce e abbracciarla appena avesse aperto gli occhi sul mondo. Ma coi se e ma non si fa nulla, così guardo la mia piccola e penso che avremo tutta la vita per recuperare a quel primo mancato abbraccio.
Sì capisco perfettamente la tua sensazione, quella violazione… Speravo proprio, con il secondo parto di “recuperare”, di poter risolvere l’irrisolto. Che dire, anche questa volta è andata così. Poi il tempo aggiusta tutto no? Un caro saluto
mah sinceramente anche io ho fatto due cesarei ma non mi sono sentita MENO mamma, o di avere vissuto qualcosa di meno. semplicemente è andata così…. certo, mi resta una grande curiosità nei confronti del parto naturale e soprattutto dell’esperienza. ma questa è un’altra cosa.
Carissima,
prima di tutto grazie per il tuo post e per il tuo racconto. Credo che ognuna di noi sia diversa e abbia emozioni diverse, che con il tempo possono anche cambiare, evolvere o anche rimanere intatte. Io, ad esempio, nei confronti della maternità sono molto diversa da come era mia mamma o mia nonna. O alcune mie amiche. E credo che sia giusto così.
Ho avuto il primo figlio con un’induzione a metà perchè avevo la pressione sanguigna alta, un travaglio di 12 ore, dolorosissimo ma non ho mai fiatato (evidentemente ho una soglia del dolore alta), sarò stata in sala parto non so quante volte cercando di partorire, ma niente. Non so quante ostetriche di turno mi abbiano visitato…pazienza…Alla fine, alle 2 di notte, prendendo il coraggio in mezzo alle contrazioni che non finivano più, il bambino che non usciva, io che ero stremata, ho chiesto con forza e determinazione che mi tagliassero. La ginecologa di turno non era d’accordo, ha chiamato a casa il primario che mi ha operato subito (in anestesia spinale) e appena ha visto il bambino (non proprio piccolino!!!) ha detto che da solo non sarebbe mai uscito! Quando l’ho sentito piangere e l’ho visto per la prima volta, ho solo pianto….ero felice. Non mi sono mai preoccupata se il parto era stato naturale o meno. Mio figlio era lì, stava bene. Io sfinita, ma felice.
Il secondo figlio l’ho avuto due anni dopo con cesareo programmato: non ho tentato il parto naturale perchè una cugina di mio marito ha rischiato la vita per avere tentato il parto naturale dopo un cersareo. Ma non mi sono mai pentita. L’ho portata dentro di me (è femmina!) per nove mesi, l’ho comunque partorita io, l’ho allattata io fino a 8 mesi….insomma….non mi sono mai sentita meno mamma perchè non avevo partorito naturalmente. Ma questa sono io. E comunque siamo tutte mamme, non credo che sia importante come partoriamo (e le mamme adottive, allora?) ma come alleviamo, amiamo, educhiamo i nostri figli dal momento in cui vengono al mondo. Io la penso così.
Ti abbraccio!!!!!! <3
Hai perfettamente ragione… sono le aspettative che ti fregano! Un abbraccio Barbara e grazie 😉
Ciao!!
Non è mai facile, nemmeno se te lo dicono alla prima visita, a 9 settimane, nemmeno se ti dicono che non hai alternative, perché con una gravidanza gemellare monocoriale non puoi affrontare un travaglio. Il protocollo dell’ospedale della mia città non ti concede scelta. Non mi sono mai del tutto abituata all’idea anche se ho avuto molti mesi per prepararmi. Il mio cesareo poi è stato meraviglioso, circondata da persone fantastiche che mi hanno fatto vivere al meglio un momento speciale! Una cosa mi ha colpito negativamente, l’atteggiamento di altre mamme o future mamme. Se fai il cesareo non sei una vera mamma, come se solo partorire naturalmente con dolore ti regali quello status. Che idiozia!
Complimenti per ciò che scrivi e per come lo fai!
Un abbraccio
Io il cesareo l’ho scelto e non mi vergogno. Col senno di poi, riesaminando la situazione, ho capito di aver fatto la cosa giusta, ho semplicemente seguito il mio istinto e ho avuto ragione. Il mio ginecologo, che non ha fatto i salti di gioia quando è stato messo al corrente delle mie intenzioni, dopo la nascita, ha dovuto ammettere che probabilmente il parto naturale sarebbe stato un mezzo disastro, soprattutto per la mia piccola. Non mi sento una madre a metà e nemmeno una madre scriteriata…anzi, sono contenta di aver ascoltato le mie sensazioni…
Giusto Consuelo, nel tuo post leggo due parole importanti: scelta e istinto. Purtroppo quando non esci e vai contro il tuo istinto è tutto più difficile da accettare… poi, si fa 😀
Ciao a tutte, anche il mio Matteo è nato con un taglio cesareo, dopo 26 ore di travaglio e lui che non ne voleva sapere di uscire…ben 4.310 gr di figlio 🙂
Comunque non mi sono mai sentita da meno per aver fatto un cesareo e se dovessi fare un altro figlio non avrei proprio problemi a rifare un cesareo. Mamme si è per tutta la vita indipendentemente da come si partoriscono i figli ovviamente secondo me.
Un abbraccio
Raffaella
Grazie Raffaella per averci raccontato del tuo piccolo Matteo! Un caro saluto!
Mah. Io volevo disperatamente un parto naturale. Ricoverata senza preavviso, per fortuna avevo la valigia. Ho chiesto “ma non si potrebbe parlarne?” e la risposta è stata “Scherza signora? Se non operiamo subito, fra due ore sarà morta”. Delicato, eh. Preeclampsia, per la cronaca. Comunque due ore dopo ero ancora sul lettino ad aspettare, legata e con le contrazioni da induzione, che mi operassero. “Scusi, io dovevo morire 10 minuti fa… cosa facciamo?”
Quello che sento di aver perso, non lo conto più. Quello che ho guadagnato, un’aumentata diffidenza verso la classe dei medici (come ce ne fosse stato bisogno). Ormai non credo più a nulla. E temo davvero il prossimo eventuale parto.
Ti capisco. La cosa che posso consigliarti di fare è la “prossima volta” di trovare un medico con cui fare un percorso prima, un’ostetrica che ti possa seguire e aiutare, per arrivare al parto accompagnata. Non l’ho fatto e mi sono pentita. Un caro abbraccio
Grazie. Grazie per questo post. Perché prima di leggerlo ho letto i commenti su Facebook e mi è salito lo sconforto, mi veniva da piangere per l’insensibilità di alcune donne.
Io ho fatto un cesareo ormai 8 anni e mezzo fa per presentazione podalica della bimba. E la sensazione di “non aver saputo FARE mia figlia” è rimasta a lungo dentro di me e quella zip sulla pancia è lì a ricordarmelo. Ci ho messo anni a digerire quella cicatrice e ancora adesso mi chiedo come sarebbe stato un parto naturale, è un’esperienza che mi manca ed è una mancanza che sento forte.
Poi, per carità, mi sento mamma ugualmente ogni giorno e ogni notte però mi hai fatto sentire meno sola e strana.
Ciao Silvia, altro che sconforto a leggere certi commenti su Facebook 🙁 poi arrivano i commenti come il tuo e capisco che condividere e scrivere continua a essere una giusta strada. Siamo qua, tutte insieme, con le nostre fragilità, a farci forza, a darci una mano e a trovare dei perché.
Ti abbraccio
Sono mamma di due bambine, Alice di 4 anni e Martina di 7 mesi
Con Alice ho avuto un parto naturale con travaglio di 24 ore, induzione con gel ossitocina, epidurale che non ha funzionato, un sacco di punti perché mi ha lacerato…peggio di così insomma non poteva andare, è stato un trauma, per me, per la bambina per mio marito, ma mi hanno obbligato a partorire naturalmente perché è così che deve fare una donna
Benissimo, ho avuto incubi per non so quanto tempo, non ho più avuto rapporti con mio marito per quasi due anni perché ero traumatizzata e ho pianto i primi due mesi della seconda gravidanza perché pensavo al parto
Con Martina avevo programmato il cesareo, perché come il mio ginecologo mi ha detto “la donna deve essere predisposta non solo fisicamente ma anche mentalmente al parto” e io sapevo di non voler più ripetere quell’esperienza
Poi il destino ha voluto che andassi in gestosi e alla 29esima settimana ho dovuto farlo d’urgenza, mia figlia è nata prematura e pesava 860gr…benedico quel cesareo ogni giorno
Non è importante come una donna partorisce, non c’è una mamma di serie A o di serie B, hai messo al mondo un figlio, una vita meravigliosa e sarai sempre una mamma