Il cuore delle Cinque Terre non c’è più, così titola oggi il Corriere della Sera.
Siamo mamme/nonne acrobate ma prima ancora siamo persone, cittadini di questo nostro Stato martoriato e vorrei dedicare un pensiero a tutte quelle persone che hanno perso casa e cose in questi giorni in Liguria e soprattutto a quelle persone che hanno perso la vita.

 

Siamo un paese martoriato dalle “bombe d’acqua” ma soprattutto dalla stupidità e dalla cupidigia di tanta gente che nulla ferma di fronte alla speculazione. Non si è fatto scrupolo, il nostro Paese, di costruire case sulle pendici dei vulcani, sui fiumi (a Genova ci sono palazzi costruiti su corsi d’acqua, si deve avere il coraggio di abbatterli – leggo sempre sul Corriere), sui campi che una volta erano riservati all’agricoltura.

“Ogni volta che costruiamo consumiamo un pezzetto di suolo e questo fa sì che l’acqua piovana scorra in superficie senza essere riassorbita”.
Possibile che i responsabili della sicurezza del territorio e quindi della popolazione non conoscano queste semplici regole e non permettano abusivismi pericolosi quando addirittura non li fanno diventare “regolari” grazie ai famigerati condoni?

 

 

I geologi dicono che le “bombe d’acqua” si manifestano ultimamente con maggiore frequenza purtuttavia sono eventi naturali e in quanto tali c’è poco da fare. Quello che occorre fare è mettere in pratica tutte quelle garanzie che ci permettano di affrontarle senza conseguenze disastrose per la vita delle persone.

 

Sentivo alla radio un intervento che diceva come in Liguria dove un tempo si coltivava oggi si preferisce costruire villette per coloro che desiderano una seconda casa al mare. Non importa se tutto questo va a compromettere un territorio già di per sè difficile e fragile.

 

Francesco Alberti sempre sul Corriere scrive “domani il sole seccherà il fango di queste valli. Sarà il momento delle ruspe, degli elicotteri, dei gommoni. Poi delle polemiche. E quindi delle promesse.”
“Di chi è la responsabilità di prevenire questi disastri?”
chiede la giornalista Virginia Piccolillo a Gianvito Graziano (presidente Consiglio nazionale dei geologi).
“Non si sa” è la disarmante risposta. “Il sindaco come massima autorità ma anche il genio civile, ma anche il corpo forestale”

 

Delle polemiche facciamo volentieri a meno, di promesse ne abbiamo sentite a vagonate.
Esigiamo con forza che chi è incaricato (e per questo profumatamente pagato) di prendersi cura del nostro territorio faccia il suo lavoro coscienziosamente e per il bene comune.

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