Sentiamo sempre più spesso parlare di bullismo.
Nella fascia della scuola secondaria ci si interroga molto su questo fenomeno, ma le cronache ci parlano purtroppo di veri e propri atti di bullismo anche nella scuola primaria.
Spesso il bullismo viene confuso con un atto criminale o con prepotenze e litigi.

Proprio perché di bullismo si parla spesso, e non sempre a proposito, credo sia importante definire cosa sia e cosa non sia il bullismo.

Il bullismo è un vero e proprio abuso di potere

Per poter parlare di bullismo devono essere presenti tre caratteristiche (per la definizione di bullismo Buccoliero-Maggi, Il bullismo nella scuola primaria, Franco Angeli; p. 65) :

  • Si verificano comportamenti di prevaricazione diretta (picchiare, prendere in giro, sottrarre oggetti …) o indiretta (escludere da un gruppo). Può essere messo in atto una sola di queste azioni o una combinazione di queste.
  • Non si parla di un episodio (se pur grave) che si verifica una volta ai danni di un bambino (o ragazzo), ma di comportamenti reiterati nel tempo. Il bambino viene picchiato e/o preso in giro e/o escluso più volte durante la settimana o durante lo stesso giorno.
  • I soggetti coinvolti sono sempre gli stessi: uno in posizione up dominante (il bullo) che vessa un altro soggetto più piccolo oppure più debole e incapace di difendersi (vittima). E’ evidente una disparità di forze e non solo di tipo fisico.

Queste tre caratteristiche ci aiutano a capire che il bullismo non è un comportamento di un momento, ma una relazione. Non è una prepotenza, non è bidirezionale, non è un litigio. Non è nemmeno un atto di violenza estemporaneo, che certo gli adulti devono monitorare, ma che non può essere definito bullismo.

Gli “attori” del bullismo chi sono?

Gli “attori” del bullismo non sono solo la vittima e il bullo (spesso “le vittime” e “i bulli”).
Non dimentichiamo che quasi sempre questi atti si perpetrano all’interno di gruppi (la classe, la squadra, gli amici del quartiere), quindi sono presenti degli spettatori che si schierano da una parte o dall’altra, oppure semplicemente ridacchiano, spettatori che in ogni caso scelgono da che parte stare anche semplicemente decidendo di non prendere nessuna posizione.
Il bullismo è un fenomeno da monitorare, riconoscendo i segnali premonitori (scherzi che eccedono e si trasformano in umiliazioni), interrompendo le prevaricazioni , tutelando il più debole. Ma prima che uno dei nostri figli o alunni diventi bullo, vittima o spettatore, possiamo fare molto.

Come contrastare il bullismo

L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) da anni incoraggia l’insegnamento delle “life skills education”, ovvero di quelle abilità/competenze che ci aiutano ad affrontare in modo positivo le sfide della vita quotidiana.
Le life skills – capacità di prendere decisioni; capacità di risolvere i problemi; creatività; senso critico; comunicazione efficace; competenze nelle relazioni interpersonali; autocoscienza; empatia; gestione delle emozioni – sono considerate fattori essenziali per il benessere di ogni individuo che cresce poiché sostengono lo sviluppo di un buon rapporto con se stessi e sane relazioni interpersonali.  In questo senso sono anche importanti fattori di protezione.

Se vogliamo fare un vero regalo per la vita ai nostri figli, facciamoli crescere con queste competenze. E avremo iniziato anche a fare una reale prevenzione del bullismo.

 

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Author

Sono Barbara Laura Alaimo, pedagogista per passione e professione, specializzata in relazioni educative e diplomata in counseling familiare e dell’età evolutiva. Moglie per scelta (coraggiosa di mio marito!) e mamma “per caso”, ma orgogliosa e sempre in crescita di tre creature di 11, 9 e 4 anni. Ho da sempre un sincero interesse per la famiglia, tanto che oltre alla mia, amo occuparmi di quella degli altri. Conduco gruppi per genitori, oppure lavoro individualmente con loro o con le famiglie; realizzo progetti presso scuole, enti e associazioni sui temi dell’educazione alle emozioni, la prevenzione delle prepotenze e del bullismo, l’educazione ad un uso responsabile delle nuove tecnologie e la prevenzione del cyberbullismo, l’educazione all’affettività e alla sessualità. Osservando i bambini, imparo quotidianamente l’importanza del gioco e della creatività, della curiosità. Mi sento soddisfatta di me e del mio lavoro quando riesco ad ascoltare davvero le persone che si rivolgono a me, quando aiuto qualcuno a ritrovare le sue risorse, quando accompagno i genitori a capire meglio i loro figli, piccoli o grandi che siano. In due parole sono… straordinariamente normale.

5 Comments

  1. soprattutto l’insegnamento delle “life skills education”, giro questo post a chi so io… ho recensito tempo fa un libro sull’argomento, rivolto ai bambini con indicazione della psicologa e pare che il fenomeno cominci già nella scuola primaria, anticipando notevolmente rispetto al passato. Ci sarebbero tante riflessioni da fare, ma non basterebbe questo spazio…

    • ManuAcrobata

      Ciao Monica, il tema si sta molto a cuore e qui su mammeacrobate ne abbiamo parlato in diversi post. Lasciaci il link alla tua recensione, mi sembra molto importante condividere fonti utili!
      grazie ciao!

  2. Anche a me sta a cuore questo tema e sto capendo ke il bullo dovrebbe essere valorizzato dalle maestre con compiti e attivita e la vittima va stimata di piu facendola sentire protetta e importante

  3. ricordo ancora alle elementari la ragazzina che veniva esclusa perché “puzzava” e veniva sempre derisa. Grazie per queste indicazioni

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