I neonati entrano in Parlamento. Tra un qualche stupore dei commessi della Camera dei deputati, un gruppo di bebè ha fatto il suo ingresso nella Sala delle Conferenze di Palazzo Marini in occasione della presentazione del libro ‘Il parto in casa, istruzioni per l’uso‘ di Elisabetta Malvagna (edizioni Red). Un incontro per discutere dell’ eccessiva medicalizzazione del parto e del boom di cesarei in Italia (che ha raggiunto la cifra record del 40%) cui hanno partecipato anche la presidente della Commissione Cultura della Camera Valentina Aprea e il ricercatore francese Michel Odent.
“Io sono nata in casa, come mio fratello, fino a 50 anni fa era ancora una realtà – ha raccontato Valentina Aprea – Occorre favorire questi movimenti culturali a favore del parto in casa e contro l’eccessivo ricorso al cesareo, e far crescere una nuova cultura. Abbiamo imparato a delegare, a statalizzare, lasciando ad altri i nostri momenti di intimità. Le donne – ha aggiunto – devono recuperare questi spazi, che appartengono solo a loro e ai loro compagni, recuperando il valore di un evento naturale come la nascita di un bambino”.
Nel corso del dibattito, animato da mamme e operatori della nascita, è stata sottolineata la necessità urgente di avviare una battaglia politica e culturale per il rimborso del parto domiciliare su tutto il territorio nazionale, che attualmente è previsto solo nelle Marche, Emilia Romagna, Piemonte e nelle Province di Trento e Bolzano. Per Roberto Russo, ginecologo e presidente della Società italiana di psicoprofilassi ostetrica (SIPPO), “il parto potrebbe essere fisiologico nel 90% dei casi, ma ormai si e’ persa la conoscenza della fisiologia del parto. E Michele Grandolfo, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità ha osservato: “Il cesareo triplica il rischio di mortalità materna e neonatale. Il rispetto dei tempi e dell’autonomia della donna è una questione non solo etica, ma un investimento in salute per il nascituro e, nel lungo periodo, rappresenta anche un vantaggio economico per la finanza pubblica. Solo la miopia di questi tempi non consente di capirlo”.
Fonte notizie.virgilio.it
1 Comment
Tanto quanto sono favorevole al parto il più possibile fisiologico (quindi con travaglio attivo e “libero”, possibilità di scegliere posizione per il parto, cercare di evitare il cesareo…) altrettanto sono contraria al parto in casa.
1) non si può mai sapere se ci saranno complicazioni per mamma o bambino. Un ospedale è molto più sicuro. Io non andrei mai nemmeno in una struttura ospedaliera in cui manca la neonatologia!
2) l’ospedale garantisce in qualche modo anche una certa cura di mamma e bambino nei giorni seguenti la nascita. La mamma è seguita, ha chi si occupa di lei e dell’avvio dell’allattamento e anche il neonato è sotto controllo. E possono dedicarsi l’uno all’altro.
Non tutti gli ospedali garantiscono le cure del punto 2 e favoriscono il rapporto intimo mamma-neonato dei primi giorni e ahimè molte strutture non prevedono nemmeno il parto fiosiologico in ambiente accogliente. Punterei comunque a raggiungere questi standard ovunque più che alla promozione del parto in casa