L’inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia è un passaggio delicato, che non sempre è vissuto con naturalezza e serenità né dal bambino, né da noi genitori. Quando poi, invece di un solo figlio, si hanno dei gemelli…la situazione si complica!

Prima di tutto, fin dal nido, si pone l’atroce dilemma: in classe insieme o separati?

Cerchiamo, allora, di fare insieme alcune riflessioni per capire quale sia la soluzione migliore…

Vantaggi della separazione

Essendo molto legati e “complici”, i gemelli inseriti in una stessa classe, potrebbero trovare difficoltà a staccarsi l’uno dall’altro e a rapportarsi in modo significativo con gli altri compagni e potrebbero tendere ad isolarsi. Spesso, infatti, i gemelli comunicano attraverso un linguaggio segreto, detto critpofasia, fatto di borbottii, silenzi, gesti, parole inventate ed espressioni simboliche, apparentemente incomprensibili e privi di senso. Un utile sprono a sviluppare migliori capacità comunicative, perciò, può essere la necessità di comunicare con altri coetanei.

I gemelli non sempre raggiungono un rapporto di parità. Talvolta, uno è un po’ succube dell’altro o assume un ruolo passivo, appoggiandosi al fratello. Compensarsi a vicenda (per quanto riguarda lo studio o anche le relazioni comunicative e sociali) potrebbe impedire a ciascuno di sviluppare in modo autonomo capacità e competenze, oltre che la propria personalità e individualità e potrebbe convincere il fratello più “debole” di non potercela fare da solo.

Un inconveniente ulteriore di cui sono vittime tanti gemelli che frequentano la stessa classe è rappresentato dai continui paragoni e confronti che insegnanti e compagni tendono a fare, all’interno di una visione che è rivolta più alla coppia (o al gruppo se sono più di due) che al singolo.

Altri problemi potrebbero essere poi le competizioni e i litigi che potrebbero insorgere tra loro.

Va sottolineato anche che scegliere di inserire i gemelli in classi separate, non significa pregiudicare la loro complicità, il loro affetto e il loro rapporto di che rimarrà comunque sempre unico e speciale.

Svantaggi della separazione

Al trauma – o comunque – al disagio legato all’essere separati dai genitori, dalla propria casa e dalle proprie abitudini e al doversi ambientare in uno spazio nuovo, popolato di adulti e bambini sconosciuti, aggiungere la sofferenza per la separazione dal proprio gemello potrebbe avere effetti negativi sull’apprendimento e sulle relazioni sociali dei singoli fratelli.

Molti genitori di gemelli sostengono che l’inserimento -quando fatto nella stessa classe- risulta più facile, per l’effetto tranquillizzante e rassicurante che un gemello ha sull’altro.

Qual è l’atteggiamento consigliabile a genitori ed educatori?

Anche quando i gemelli sono inseriti in una stessa classe, le educatrici dovranno far intraprendere loro un percorso di identificazione, separazione e acquisizione dell’indipendenza (anche in vista di un’eventuale successiva separazione). Essere compagni di classe, dunque, dovrebbe essere bilanciato dalla possibilità di svolgere attività separate, per poter permettere ai diversi gusti, alle diverse predisposizioni e ai diversi caratteri di emergere.

Quando capiterà che uno dei gemelli si ammala, probabilmente anche l’altro chiederà di non andare a scuola e ciò pian piano dovrà essere evitato, anche cercando di far socializzare ciascun bambino con un gruppetto di amichetti.

Aiutiamo ciascun bambino a capire che aprirsi agli altri non significa tradire il proprio fratellino, che non bisogna esserne gelosi e che separarsene fa parte comunque del naturale percorso di crescita e conoscenza del mondo e di se stessi.

inserimento-gemelli

Sia in famiglia che a scuola, i gemelli vanno trattati come persone distinte, perché lo sono! Bisogna, perciò, chiamarli ciascuno col proprio nome (e non in modo impersonale e generico “i gemelli”) e vanno assecondate le personali specifiche tendenze (anche per quanto riguarda il modo di vestire o le attività da eseguire), permettendo ad ognuno di fare esperienze anche da solo, di coltivare amicizie anche diverse e – nel caso dei genitori –  trascorrendo un po’ di tempo esclusivo con un solo bambino alla volta.

Una collaborazione e un dialogo costanti e sereni tra educatori e genitori è poi sempre auspicabile, ma ancora più consigliabile nel caso di gemelli, poiché nessuno meglio di un genitore potrà informare delle specificità di ogni singolo bambino, aiutando l’educatore a guardare al singolo e non alla coppia (o al gruppo nel caso di più di due gemelli).

Come scegliere, allora, se separali o no?

Non esistono regole valide in assoluto e neppure studi che in assoluto confermino che se separare i gemelli comporta benefici sul piano intellettivo o delle relazioni sociali. L’obiettivo principale non deve essere necessariamente tenerli insieme o separarli (per principi o teorie), ma puntare ad aiutarli a distinguersi l’uno dall’altro, a sviluppare e coltivare le proprie personali inclinazioni e ciò anche grazie al riconoscimento che i coetanei e gli adulti fanno dei gemelli in quanto gemelli, ma anche in quanto singole e distinte persone.

Quando separare i gemelli fin dalla scuola dell’infanzia non è una scelta, ma un’imposizione della scuola, la decisione viene spesso vissuta come una violenza prima di tutto dai genitori. Meglio sarebbe poter scegliere, valutando il carattere dei singoli bambini e quali dinamiche caratterizzano il loro rapporto.

Dialoghiamo sempre con i bambini anche presi singolarmente e osserviamoli, dunque, per capire quale potrebbe essere la scelta più giusta. Qualunque decisione si prenda non deve essere considerata come un’imposizione traumatica, una cattiveria gratuita o una punizione.

Tendenzialmente, gli esperti e le scuole consigliano di separare i gemelli. Un buon compromesso potrebbe essere anche lasciarli nella stessa classe fino alla scuola primaria (anche se magari facendoli sedere i banchi separati e svolgere attività separate).

 

photo credit: donnieray via photopin cc & Sister Dance via photopin (license)

 

 

 

Author

Laureata in Economia per inerzia e poi in Scienze della Formazione per passione, ora sono felicemente educatrice e mediatrice familiare (e ancora manager, ma solo per se stessa!). Adoro giocare con mia figlia, ma non mi sentirei completa senza il mio lavoro così, da brava – per modo di dire! - MammAcrobata, provo a conciliare tutto, a costo di star sveglia fino a tarda notte. Da anni, collaboro con diverse Associazioni che difendono i diritti dei minori e sostengono famiglie che vivono situazioni di disagio o sofferenza. Sono socia di un'Associazione, in cui mi occupo di formazione ed essendo appassionata di comunicazione e scrittura, sono anche scrittrice, blogger e web writer.

Comments are closed.