È innegabile che oggi le attività online siano una parte significativa della vita di bambini e adolescenti, lo vedo ogni giorno nel mio lavoro con le famiglie, per molte delle quali rappresentano una fonte di preoccupazione non indifferente.

Perché fanno paura? Uno dei motivi, non sarà anche che neppure noi “grandi” conosciamo (e sappiamo usare) poi così bene la rete?

L’indagine Growing Up Online – Connected Kids, infatti, ci dice che spesso i genitori non comprendono a pieno le minacce che i propri figli incontrano online. Come ci mostrano poi questa infografica e la ricerca What Kids conceal – condotta da Kaspersky Lab e iconKids&youth – uno dei problemi nasce anche dal fatto che una buona parte della vita online viene nascosta agli adulti. E più le attività sono pericolose, meno è probabile che ne vengano a conoscenza.

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Secondo i dati, nel 100% dei casi in cui i ragazzi hanno nascosto attività come visitare siti non adatti, scaricare app o materiali illegali, così come inviare o guardare video e foto inappropriati, i genitori non l’hanno mai saputo. Oltre a tacere i comportamenti online proibiti, succede poi che cerchino anche di aggirare il controllo dei genitori.

In che modo?

  • 1 bambino su 4 ha ammesso di averlo fatto, utilizzando anonymizer o password sui propri dispositivi di cui i genitori non sono a conoscenza, navigando online mentre i genitori sono assenti o cancellando la cronologia delle proprie attività su Internet.
  • 1 bambino su 11 utilizza programmi specifici che servono a nascondere le app utilizzate.

Figli online: da dove partire?

Con questi dati, ovviamente il mio intento non è quello di terrorizzare i genitori, ma riflettere su quello che possiamo fare. Anche sugli adulti. Educare noi, per educare loro. E non parlo solo di un’educazione tecnica, pratica, che aiuti a riconoscere i pericoli. Ma di qualcosa di più ampio, capace di trasmettere la consapevolezza che a ogni azione corrispondono delle conseguenze, che possono essere pericolose e fare anche male.

Pensiamo ad esempio al cyberbullismo. Che impatto hanno sugli altri il nostro modo di relazionarci, le parole che usiamo? Aiutiamo davvero i nostri figli a riflettere su questo?  Tutti i giorni sul web mi imbatto in adulti che non sanno avere uno scambio senza insultare chi non è d’accordo con loro, arrivando persino ad escludere, a umiliare. Il famoso “buon esempio”…

Non è dal’insegnare ad assumersi responsabilità, a rispettare sé stessi, gli altri e le regole, nel reale come nel virtuale, che bisogna partire? A proposito di regole… Quanti di voi conoscono genitori che permettono ai figli di iscriversi ai social network pur non avendo l’età? Ci sono casi in cui si può “barare”?

Detto questo, oltre alla necessità di un dialogo e di un’educazione costante, capisco il bisogno dei genitori di dotarsi di strumenti che permettano di proteggere i figli durante la navigazione, perché potrebbero comunque incontrare contenuti indesiderati.

Qualche settimana fa abbiamo partecipato alla presentazione di Kaspersky Safe Kids, un dispositivo pensato per rendere più sicura la presenza di bambini e ragazzi online. Si tratta di un prodotto  dalle varie funzionalità (la maggior parte delle quali vengono offerte gratuitamente, mentre ce ne sono altre premium disponibili a pagamento) che, dopo essersi registrati al portale My Kaspersky, permettono di creare un profilo personale e scaricare l’applicazione adatta alla piattaforma del proprio dispositivo per:

  • monitorare il tempo di utilizzo del dispositivo, stabilendone i limiti o selezionando orari e giorni specifici per la navigazione;
  • verificare le applicazioni che vengono installate, applicando restrizioni in base a età e categorie (es. giochi, store online ed entertainment) ed evitando così quelle ritenute non adatte;
  • controllare quali sono le pagine web visitate per prevenire l’eventualità che si incorra in qualcosa di sgradito, filtrando i siti per categoria e rimuovendo le pagine non idonee;
  • monitorare l’attività su Facebook, visionando un riepilogo dell’attività, i cambiamenti relativi al numero di amici e post pubblici, garantendo un rapido aggiornamento sulle comunicazioni “sospette”.

Queste sono sole alcune delle varie funzioni  messe a disposizione da Kaspersky Safe Kids, che potete conoscere più nel dettaglio a questo link, per capire meglio in che modo proteggersi.

Un dispositivo utile, da utilizzare senza però dimenticare di spiegare a bambini e ragazzi perché, nonostante il dialogo e la fiducia, c’è comunque bisogno di strumenti di questo tipo, scelti non per violare la loro privacy, ma come uno strumento di difesa in più.

Un delicato gioco di equilibri, insomma…Voi cosa ne pensate?

Author

Acrobata per vocazione, una laurea in Lingue e Comunicazione, da oltre 10 anni mi divido tra le mie due grandi passioni: educazione e comunicazione, convinta che le due cose insieme possano fare la differenza. Da sempre in prima linea accanto ai bambini, agli adolescenti, alle mamme e ai papà, a scuola e in famiglia, ho lavorato e lavoro per diverse realtà del terzo settore occupandomi di diritti dei minori, cittadinanza attiva, intercultura, disabilità e fragilità sociale con l’obiettivo di contribuire a diffondere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Il mio sogno? Mettere al servizio dei genitori le mie competenze e professionalità, per supportarli nel loro ruolo educativo.

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