Parliamo spesso di conciliazione, di questioni di genere, di donne e lavoro, di cura dei figli. Ne parliamo perché ci rendiamo conto, nel nostro quotidiano, che sebbene certi concetti lentamente stiano evolvendo, tanti altri rimangono invece uguale, non evolvono, anzi a volte involvono.
Oggi è l’8 marzo, per quanto mi riguarda una data abbastanza normale se non fosse che giustamente viene utilizzata – per la sua forza mediatica – per sottolineare o rimarcare questioni, battaglie, sopprusi, condizioni che riguardano il mondo delle donne.
E così oggi Manageritalia ne approfitta per presentare i dati del rapporto Donna 2013 frutto dell’indagine di AstraRicerche per Camomilla Milano (1.219 intervistati rappresentativi degli italiani 15-54enni).
Per gli italiani le donne sono regine della casa (77%) e cenerentole del reddito (45%): una mentalità in fatto di donne peggiore della realtà quotidiana. Praticamente da Medioevo!
Ecco una sintesi dell’indagine:
– Pregiudizi e stereotipi sulle donne sono ancora molto forti in Italia
– Alle donne viene attribuita l’esclusiva su gestione della casa (77%), ancor più per i giovani (88,3%) e a livello territoriale per il centro sud (84%). L’aspetto più singolare è che sono in misura percentuale maggiore proprio le donne a vedersi regine della casa (87% contro 67% degli uomini)
– Appannaggio femminile anche consumi e acquisti (56%), ancor più per i giovanissimi tra 18 e 24 anni (74%) e per le stesse donne (61%
– Anche l’esclusività nel rapporto con i figli (50,1%) è più femminile (57%) che maschile (44%)
– Sono ancora piuttosto esclusiva maschile reddito/guadagno (45%) più a detta delle stesse donne (47%) che degli uomini (44%) e il lavoro/carriera (36,5%, 36% uomo e 37% donna).
“Le altre donne sì, ma mamma, moglie e, forse, figlia no”. Così potremmo riassumere il vissuto degli italiani per la donna oggi. Italiani che da un lato, quasi allo stesso livello degli europei, sarebbero completamente a loro agio con una donna premier (fonte Commissione Europea Eurobarometro 2012), ma che poi quando rientrano nelle mura domestiche ritornano a pensare secondo schemi ancestrali.
E voi vi ci ritrovate in questi dati?
Siamo davvero ancora “le regine della casa” mentre i nostri mariti e compagni pensano alla carriera?
Segnaliamo che tra le iniziative proposte dal Gruppo Donne Manager di Manageritalia per la conciliazione vita lavoro e quindi per permettere a donne e aziende di gestire in modo proficuo esiste il progetto UN FIOCCO IN AZIENDA e PRODUTTIVITÀ & BENESSERE (un percorso per implementare in azienda azioni e progetti di company welfare e/o valorizzare quelli già esistenti).
1 Comment
Vorrei dire la mia in proposito: se veramente le donne vogliono raggiungere la parità di diritti e doveri con l’uomo dovrebbero prima di tutto smettere di piangersi addosso. Se non vogliamo discriminazioni, dobbiamo mettere in conto di destinare gran parte delle nostre forze e del nostro tempo al lavoro (non l’hanno forse sempre fatto gli uomini mentre noi donne aspettavamo da brave “regine” a casa?). Vogliamo raggiungere livelli di elevata responsabilità lavorativa? Non pensiamo di poterlo fare con il lavoro part-time. Una donna manager non può pensare di rifiutare una riunione fissata magari alle 19 perchè a casa c’è bisogno della sua presenza. A mio parere le pari opportunità si potranno raggiungere quando gli uomini non si sentiranno “bravi” solo perchè si occupano dei figli tanto quanto la mamma, non si sentiranno “bravi” solo perchè magari la sera preparano loro la cena…. Gli uomini che “aiutano in casa” non danno un aiuto a noi donne, semplicemente si danno da fare per la loro famiglia. Le pari opportunità si devono realizzare prima di tutto in famiglia poi verranno automaticamente anche quelle esterne. E poi smettiamola di chiedere asili “per le donne che lavorano” gli asili devono esistere “per le famiglie”. Scusate lo sfogo magari un po’ rude ma a me la festa della donna mette sempre un po’ di tristezza e di rabbia.